Non spaventatevi, qui la finanza non c’entra, i risparmi sono salvi, però un filo esiste ed è dato dalla difficoltà di governare laddove vi sono forze politiche che su argomenti cardine hanno idee completamente differenti. In Grecia la sinistra radicale propone per esempio un diverso approccio alla crisi guardando non solo ai suoi risvolti monetari ma anche a quelli sociali, argomento in linea teorica condivisibile, peccato che cozzi con la realtà dei fatti.
Se quelle ricette venissero applicate produrrebbero nell’immediato una peggioramento così grave da sprofondare quel paese nel caos più completo fino ad arrivare al collasso definitivo è il difetto di soluzioni che porta alla paralisi.
Nella vicenda aretina non è che mancano i rimedi, manca però la volontà (politica) da parte di alcuni di tradurli in atti di governo, anche in questo caso la conseguenza è identica: paresi, a meno che non via uno strappo, non è dato sapere quanto lacerante.
Il nodo del contendere sembra essere quello del raddoppio del termovalorizzatore di San Zeno: il tema dello smaltimento dei rifiuti è da sempre terreno di battaglia e rischia ogni volta di scivolare sul piano della ideologia più che su quello della utilità collettiva. Cosa grave sarebbe invece utilizzare queste argomentazioni, come ha maliziosamente rilevato qualche commentatore, per far tornare competitiva la ditta a fronte di una concorrenza sempre più aggressiva (leggi difficoltà di SEL, IDV e Federazione della Sinistra di fronte all’ irrompere sulla scena dei grillini).
Personalmente parto dal principio che se una cosa serve sia essa un inceneritore, una bretella autostradale o una tramvia, va fatta, servire significa compenetrare valore sociale e valore economico della cosa che si intende realizzare.
Per fare un esempio, da una delle ultime relazioni di studio di Confcommercio si ricava che il mancato ammodernamento delle infrastrutture è costato al PIL italiano qualcosa come 142 miliardi, c’è da mangiarsi le mani.
Tornando però al tema del termovalorizzatore la domanda è se serve o non serve e se la sua realizzazione può compromettere lo stato dell’ambiente e della salute nella nostra provincia.
Siccome i rifiuti continuiamo a produrli (complice la crisi oggi un po’ meno di ieri) dobbiamo avere la correttezza di dire come intendiamo risolvere il dilemma del loro smaltimento e il problema va affrontato in casa nostra e non pensare di scaricarlo su qualcun altro.
Mi piacerebbe tanto che coloro che si dichiarano contro gli impianti di combustione dei rifiuti presentassero un piano tecnico ed economico dove si indicasse con chiarezza i costi di una raccolta differenziata spinta dei rifiuti e su questa base si dimostrasse l’inutilità del raddoppio dell’impianto di S. Zeno. Non basa citare le esperienze, lodevoli, di Capannori o del consorzio del Priula, la nostra gente è giusto che sappia quello che accadrebbe a Rigutino, a Talla oppure a Bucine e quale sarebbe la ricaduta in tariffa.
Identico ragionamento vale per chi oggi ha precise responsabilità di governo, non è sufficiente sostenere che ci si attiene a scelte regionali ed al piano industriale dell’ambito ottimale. Se le decisioni sono sbagliate si cambiano, bisogna dimostrare con i fatti e non a chiacchere che queste scelte non procureranno un danno al territorio e ai suoi abitanti
Invece tutto si affronta come se fosse una battaglia al Risiko, io sposto le mie pedine e tu le tue senza però tenere conto di quello che accade o potrebbe accadere per i cittadini.
Si può discutere ma alla fine i problemi reclamano una soluzione, anche perché il tempo non è infinito.
IL SANSEVERO
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La sua versione dei fatti, Sig. San Severo, è alquanto distorta in quanto quello dell'inceneritore è uno dei problemi e riguarda anche Cortona che con la differenziata a molto a che fare.
L'impegno di programma era quello di arrivare al 60% di raccolta differenziata, investendoci risorse, anzichè bruciare la spazzatura per produrre energia elettrica. Anzichè incrementare la raccolta porta a porta, come sarebbe necessario anche a Cortona, si preferisce ingrandire l'inceneritore di S.Zeno perchè quello della produzione dell'energia elettrica è un business, senza preoccuparsi dell'inquinamento che comunque produce. Poi c'è la questione della privatizzazione delle scuole per l'infanzia e poi c'è la questione di nomine di personaggi fatte dal Sindaco, di persone molto discusse nel passato recente ed una di esse Marconi ex vice sindaco allontanato dallo stesso Fanfani. Eppoi c'è la questione del mancato rispetto del referendum sull'acqua pubblica, insomma altro che Grecia e grillini, se IDV, SEL e FdS escono dalla maggioranza un motivo ci sarà !! Quando i programmi sono carta straccia, è meglio chiudere e andare all'opposizione, rimane il fatto che Fanfani senza i voti di IDV, SEL e Fds non sarebbe sindaco e se restasse senza dimettersi...starebbe lì abusivamente.
Fatti suoi e liberi noi di liberarci le mani senza tanti rimpianti.
La sua analisi politica è correta, ma pecca un pò di ingenuità sull’inceneritore a mio modesto avviso.
L'incenerimento è nocivo, ed aumenta notevolmente l'incidenza dei tumori, e non solo aimè nelle zone immediatamente limitrofe. TUTTA la letteratura medica più recente si esprime in tal senso ed è disponibile nei siti di distribuzione a pochi dollari.
Vi sono una manciata di oncologi che si ostinano ad affermano il contrario, ma non con studi pubblicati nelle riviste scientifiche, bensì in trasmissioni televisive, sui giornali e nelle perizie private e guarda caso risultano essere consulenti delle imprese che costruiscono inceneritori, politici o nel caso italiano più illustre entrambe le cose. Tragga lei le conclusioni.
La gran parte della selezione dei materiali da riciclare viene fatta dall’utente pertanto è a costo relativamente basso per l’azienda che raccoglie i rifiuti se organizzata bene, se si fa opera di sensibilizzazione e se si fanno controlli accurati con pene certe ed esemplari.
Credo che non serva un economista per comprendere che tra portare un camion all’inceneritore per bruciarne il contenuto o portarlo presso la ditta di riciclaggio e ricevere del denaro in cambio ci sia una bella differenza.
Già, ma se gli amici di Roma sono specializzati in inceneritori allora cambia tutto ed allora basta qualche piccola legge per falsare la realtà economica.
Non solo siamo costretti a pagare lo smaltimento più costoso, ma incredibilmente l’energia elettrica prodotta con in nostri rifiuti siamo obbligati, sempre dalla legge Italiana, a ricomprarla a prezzi più alti di quelli di mercato con la tassa CIP6 inclusa nella bolletta elettrica.
Cioè ci viene vietato di comprare l’energia elettrica più economica, per acquistare per forza a prezzi più alti una quota di enegia prodotta con il combustibile GRATIS fornito da noi e trasportato a spese nostre con la tassa sui rifiuti.
E’ ancora convinto di avere risposte obiettive dalla politica?
E’ evidente che si tratta di un sistema in cui salute, ambiente, equità sono messe in secondo piano perchè c’è un business gestito da SPA che debbono fare utili che non finiscono sicuramente nelle tasche dei cittadini.
L’incredibile è che si legge troppo spesso che chi combatte tutto questo viene definito come ‘partito preso’, mentre presidenti, sindaci, consiglieri ed assessori, che ben sanno perchè si debba bruciare il più possibile, non vengono mai messi in disccussione dalla maggioranza dei cittadini.
Sentire soprattutto un giovane di questi parlare in TV affermando la sua ‘fedeltà al programma’ mi fa accapponare la pelle e mi ricorda tando i discorsi che faceva un signore tedesco ai piccoli discepoli che crebbero imparando a fare quello che gli veniva detto dal partito senza sindacare se fosse giusto o ingiusto.
I rifiuti ci sono e non possiamo ignorare il problema, ma da che mondo è mondo per risolvere i problemi si agisce prima di tutto sulle cause.
Per i rifiuti, e solo per i rifiuti, questa semplice ed universale regola non valere e nessuna politica, risorsa, impegno significativo viene impiegato sul lato del contenimento del problema della produzione di rifiuti, imballaggi alimentari in primis.
Tutto è concentrato sull’eliminazione degli effetti perchè se si riduce il problema si riducono gli utili.
Allora cari amici continuiamo a sedere comodi sulla poltrona, tanto primo o poi ci sarà una partita di pallone che ci darà una buona ragione per protestare e mettere a ferro e a fuoco qualche città.