Leggendo il dettagliato resoconto di Antonella Lamagna sull’incontro fra i commercianti del centro storico cortonese e l’assessore alle attività produttive Ricci ho diverse perplessità che vorrei sottoporre ai lettori, per sapere come la pensano. Ci sono infatti alcune cose che mi preoccupano fra quelle riferite nell’articolo.
Il primo frangente è la logica di alcuni commercianti.
Non è certo un caso che certe affermazioni che leggo, certe idee sciocche, escano principalmente dalla bocca di chi, professionalmente poco preparato, ha poco a che vedere con questa città, non l’ha mai vissuta, in alcuni casi nemmeno vi ha la residenza, la conosce da poco tempo e per un frangente striminzito come può essere quello di una semplice attività commerciale.
Secondo tale logica i pochi cittadini rimasti nel centro storico dovrebbero mettere da parte le loro esigenze in funzione di quelle (presunte) delle attività commerciali. Ciò significherebbe fare a meno di servizi essenziali per vedere invece finanziate iniziative di dubbio valore e utilità, rinunciando ad alcune fra le cose più belle della città quali ad esempio la passeggiata sul viale del Parterre per far posto alle auto dei turisti, pagando tutto ad un prezzo “turistico” o andando a cercarlo a Camucia, facendo slalom con i passeggini tra le auto (come avviene in Piazza Signorelli anche se è chiusa al traffico, o in Via Dardano), sorbendosi ogni weekend eventi di inesistente valore culturale, visti e stravisti in decine di altri borghi molto meno famosi e apprezzati rispetto a Cortona.
E’ la logica che attrae un turismo ‘mordi e fuggi’, della durata di un pomeriggio e poco più, solo per qualche mese all’anno, buono forse per qualche foto che possa dare l’impressione che c’è gente e per qualche approssimativa statistica. Un turismo senza futuro, un tanto al chilo, che rovina il buon nome di Cortona. Una logica che significa impoverimento per tutti, perdita di credibilità e attrattiva, col solo effetto di buttare alle ortiche il lavoro di questi decenni
Tale logica prende però campo e già produce sfaceli: sono numerosi i negozi che dall’autunno tirano giù le serrande per riaprile solo nei giorni di Natale e tornare poi nella tarda primavera. Una conseguenza logica è che in questo Gennaio non è facile dopo le 20 trovare un bar aperto e in alcuni giorni della settimana si fatica pure a trovare un ristorante che non sia chiuso, in barba a quanto imporrebbero le leggi. Se si volesse percorrere Via Nazionale in questi giorni dopo le 18, ma anche in altri momenti della giornata, si assisterebbe ad una città spettrale, con serrande tirate giù e tanti sacchi della nettezza urbana lasciati preda degli animali randagi. A conferma di questo ci sono i racconti dei pochissimi “temerari” affittacamere del centro storico, che riportano le impressioni rilasciate da alcuni dei loro ospiti.
Il secondo frangente che mi preoccupa è che tale logica, anche se evidentemente distruttiva, sembra godere di sempre più sostenitori e di una sempre più scarsa “opposizione”.
Nel porre un freno a questo il ruolo di chi amministra il Comune è invece essenziale. Il dovere di chi si trova alla guida di una comunità è infatti quello di far coabitare il più possibile le varie esigenze, portando avanti dignitosamente e senza tentennamenti quello che si crede giusto, nell’interesse generale. E’ piuttosto evidente che ciò si ottiene soltanto continuando a puntare su quello che fino ad oggi ha reso Cortona il luogo apprezzato e appetibile che è
A questo proposito mi permetto di ricordare l’ottusità di quei commercianti che negli anni 70 ostacolarono scelte lungimiranti quali la chiusura al traffico del centro storico e tentarono di occupare, insieme ad alcuni benpensanti, la sala del Consiglio Comunale quando si decise di non fa più costruire sul cono collinare. Come sarebbe adesso Cortona se gli amministratori di allora avessero ceduto alle proteste?
Chi è chiamato ad amministrare ha quindi il diritto-dovere di farlo, senza bisogno di tutor. Bisogna ascoltare tutti, ma poi decidere per conto proprio, senza paura. Anche perchè tentennando, o dando troppo ascolto a chi non lo merita, non ci si fa una gran figura
E’ chiaro quindi che tutto il bilancio comunale non può essere investito nel centro storico, ma è anche vero che una buona presenza turistica che non sia quella del ‘mordi e fuggi’ può portare vantaggio anche a tutto il resto del territorio. Si può far quadrare tutto, basta impegnarsi.
Alcune opere richieste potrebbero essere certo realizzate: ad esempio un po’ di segnaletica stradale orizzontale, la sistemazione dell’area parcheggio dello Spirito Santo e di Piazza del Mercato, la risoluzione dei problemi delle scale mobili, il potenziamento del servizio di navetta Camucia – Cortona (con più pubblicità, più fermate, più corse). Allo stesso modo si potrebbero sviluppare iniziative in collaborazione con altre realtà museali e comunali, i vari itinerari, le mostre, la convegnistica, gli eventi di alto valore culturale: Cortona, nella sua totalità, ha bisogno di questo
E invece, mentre ci si affanna a cercare qualche tutor per non doversi assumere le responsabilità che spettano a chi decide di amministrare un Comune, non si è ancora dato seguito a certe promesse elettorali, quali ad esempio quelle su una politica abitativa che favorisca il ripopolamento del centro storico in modo permanente, con presenze stanziali e non temporanee, agevolando anche quelle attività commerciali di beni che interessano i residenti.
Pochi, infine, i segnali sulla lotta all’abusivismo, in ogni sua forma. Se è vero che nel centro storico risultano residenti quasi 2000 cittadini, un numero esagerato non certamente rispondente alla realtà, credo che compito dell’ente sia quello di controllare la veridicità di questa situazione
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Questo vuol dire amare Cortona per quello che è, bisogna nascerci e viverci per capire quello che serve alla Città. Bei tempi quando negli anni 70 eravamo quasi 7000 abitanti stabili, ora a malapena 700, poi con il tempo, per comodità, costi sempre più alti e mancanza di lavoro, molti si sono trasferiti nella più comoda Camucia o paesi limitrofi abbandonando case e/o appartamenti. Se non si capisce questo, succederà quello che dissi circa 10 anni fa, Cortona diventerà una Città Museo e chiuse tutte le porte dovremmo pagare il biglietto per entrare in casa (per chi ancora a la possibilità di averla all'interno delle mura).
ottime e lucide osservazioni. Ne aggiungo altre avendo il privilegio di vivere il centro storico che, purtroppo, mi sembra che stia evolvendo sempre più in un borgo degradato. Non è solo colpa della crisi economica e dei bilanci comunali sempre più risicati ma, a mio avviso, soprattutto dell'atteggiamento e della mancanza di rispetto verso gli altri e verso le cose da parte di chi frequenta questa città. Mi riferisco a chi lascia in giro la sua immondizia, alla persona che tutte le sere fa la passeggiatina con il suo cane e lascia un ricordino davanti alla porta di casa mia, al pubblico dipendente che riceve segnalazioni di qualche disservizio e si fa scivolare la cosa perché ha da fare cose meno fastidiose, agli automobilisti che si sentono in diritto di parcheggiare in piazza della repubblica o in p.zza Signorelli dopo le 20:00 ( tanto non controlla nessuno), a chi programma l'asfaltatura ad anello del piazzale del mercato che dopo pochi mesi è interessato dai lavori per la fibra ottica..... E tanto si potrebbe aggiungere. In altri termini ritengo che ci sia bisogno di un maggiore impegno, ognuno nel proprio ambito e nel proprio quotidiano, a partire da chi amministra, vive, lavora e frequenta questa città che credo meriti maggior rispetto.
Caro Valter, grazie del tuo articolo che mi spinge a delle riflessioni e a dei chiarimenti dato che non eri presente all'incontro.
L’amministrazione ha il compito di ascoltare tutti i cittadini che siano del centro storico o delle altre frazioni cortonesi. Lo facciamo tutti i giorni con attenzione, rispetto e serietà per avere una visone d’insieme ampia: ogni dettaglio è parte di un grande mosaico, ogni dettaglio è essenziale. Le problematiche sono tante, variegate e complesse come la stessa natura di questo territorio.
Avere un quadro chiara ci consente di avere idee chiare.
Spesso ci troviamo a confrontarci anche con te sempre nell’ottica di migliorare il luogo dove viviamo.
Ascoltare vuol dire creare una comunicazione, creare una comunicazione vuol dire creare fiducia, relazione. La politica sana è confronto, tanta cattiva politica arrogante e becera ha allontanato la gente, generando dei vuoti politici pericolosi.
Abbiamo incontrato i commercianti cortonesi certo e lo abbiamo fatto con una discreta frequenza da quando ci siamo insediati: per spiegare certe scelte, presentare programmi, coinvolgere per eventi cittadini, ecc… Un modus operandi per accorciare le distanze con l’amministrazione, per trarre spunti da chi vede da un osservatorio molto qualificato la città e per consentire un confronto tra gli esercenti stessi… Stimolandoli a un circolo virtuoso, vero motore per un cambio di passo.
Questa amministrazione non ha paura di metterci la faccia, non si nasconde in una stanza e non ha paura di assumersi responsabilità e prendere decisioni. Questa amministrazione non confonde il suo ruolo e lo svolge con passione, generosità e impegno al servizio di una comunità vivace, preziosa.
Questa amministrazione non cerca tutor, lavora per dare risposte concrete e servizi adeguati al cittadino e al turista, in una parola alla persona.
L’elenco di opere richieste, che riassumi, sono tutte nel piano di lavoro: dalla sistemazione dell’area parcheggio al servizio navetta, alla nuova stagione di convegnistica, agli eventi culturali di alto valore (tra un mese si inaugura la mostra sulla scrittura etrusca, i grandi eventi sono tutti confermati) e ad altri progetti raccontati e spiegati nella stessa riunione di martedì scorso
Questa amministrazione ama Cortona, come la ami tu e come la ama ogni singolo cittadino e ha il coraggio di averne cura.
Il centro storico della maggior parte delle "antiche" cittadine italiane negli ultimi decenni si è spopolato, per il semplice fatto che la loro struttura, realizzata secoli fa, è ormai incompatibile con l'attuale evoluzione sociale; basta, per fare un esempio banale, pensare a una donna che lavora e la mattina deve accompagnare i bambini all'asilo nido e poi di gran fretta la sera riportare a casa la spesa del supermercato: dove lascia la macchina? quanto impiega per raggiungere casa? E' normale che meravigliose stradine con case in pietra e senza ascensore si svuotino. Il rimedio? Trasformare tutto in albergo cancella il senso dei borghi e crea la situazione di cui ci lamentiamo, e quindi bisogna trovare altri possibili abitanti; a me che penso a questo da anni è venuta in mente una sola soluzione: se si riuscissero a creare attività evolute ad alto reddito si troverebbero abitanti disposti a spendere in servizi domestici quanto può rendere compatibili l'antico ed il contemporaneo, un centro di ricerca, delle start-up o cose simili; è difficilissimo, ma credo che spendendo l'immagine di Cortona e trovando i canali giusti per i finanziamenti forse ci si potrebbe riuscire
Concordo in larga parte con le affermazioni dell'amico Valter.
Ricordo con nostalgia passate Amministrazioni Comunali cortonesi che con grande lungimiranza facevano accordi e convenzioni con Banche per concedere a cittadini del centro storico prestiti ad interessi agevolati per il recupero edilizio di appartamenti ad uso abitativo in modo da non svuotare il centro storico di Cortona.
Passate Amministrazioni Comunali che con altrettanta lungimiranza decidevano la chiusura al traffico automobilistico del centro storico di Cortona contro il parere di molti commercianti i quali credevano che tale chiusura li avrebbe danneggiati.
Credo che i cittadini del centro storico, ma anche tutti gli altri cittadini cortonesi, i turisti non debbano assolutamente mettere da parte le loro esigenze e non debbano rinunciare, sd esempio, alla Passeggiata del Parterre che non può essere trasformata in un parcheggio.
Ultima cosiderazione; vorrei ricordare ai commercianti che sono imprenditori e promuovere un'impresa vuol dire anche investire per il suo futuro e non aspettare che altri lo facciano per loro.
Cordialità.