Chi l’ha detto che mangiare in un ristorante gourmet con perfetta ‘mise en place’, camerieri in livrea ed un cuoco bravo che prepara piatti di grande qualità costa carissimo? Forse non siete mai andati al ‘Ristorante dei Senatori? Ah dimenticavo…bisogna essere senatori!!! Da cronista enogastronomico mi voglio divertire, almeno per un giorno, a fare virtualmente il ‘senatore a tavola’ (cosa che potete fare anche voi lettori scegliendo tra gli acclusi menu) contrapponendo i prezzi del ‘Ristorante Senatori’ a quelli (approssimativi) che avrei pagato per una reale visita ad un ristorante gourmet della nostra Valdichiana aretina-senese.
Ma cosa avrei ordinato oggi se fossi un senatore della Repubblica Italiana?
Essendo amante del pesce avrei iniziato con l’antipasto di lamelle di spigola con radicchio e mandorle: euro 3,34 (ristorante esterno non meno di euro 10,00).
Rimanendo sul mare avrei ordinato come primo piatto il risotto con rombo e fiori di zucca, euro 3,34 (ristorante esterno euro 20,00).
Per secondo, invece, avrei lasciato le proposte ittiche per un piatto, come si dice ‘terragno’: un filetto di bue a euro 5,23 (ristorante esterno euro 25,00) con contorno di melanzane al funghetto a euro 1,43 (di norma nei ristoranti gourmet esterni il contorno è servito nel solito piatto del secondo e quindi compreso nel prezzo).
Visto che sono goloso avrei concluso con un dessert del giorno, euro 1,74 (ristorante esterno euro 15,00). Il tutto mi sarebbe costato, bevanda standard (vino) a euro 0,67 (ristorante esterno un bicchiere di vino e mezzo litro di acqua, euro 10,00), pane e servizio, euro 0,52 (in un ristorante gourmet il costo del pane e coperto è quasi sempre conteggiato sul prezzo delle pietanze), compresi, euro 16,27 a differenza di un ristorante gourmet esterno, dove avrei pagato euro 80,00 (approssimato per difetto)).
Al momento di pagare il conto al ‘Ristorante dei Senatori’, poiché sono anche generoso, avrei messo sul tavolo 20,00 euro. Il resto, mancia! Che bello fare il senatore anche a tavola! E pensare che qualche senatore ha lamentato l’assenza dal menù del gelato o che alla Camera si mangia meglio dimenticando che se iniziassero a pagare interamente il conto di tasca propria i tagli previsti alla spesa della politica aumenterebbero di colpo.
Conti alla mano: tra gli 80 euro ipotetici di un ristorante esterno e i 20 euro (erano 16,27, ma arrotondiamo con la mancia) spesi da un senatore ogni giorno ne avanzerebbero 60. Moltiplichiamo questa differenza per una media di 200 senatori presenti per i giorni in cui Palazzo Madama è aperto: 150 l’anno. Il totale fa 1.800.000 euro all’anno. Se devono essere fatti sacrifici lo siano per tutti. Anche a tavola!