Brand ossia Marchio, cioè quel valore aggiunto che i consumatori percepiscono e associano a determinati prodotti . Nel nostro programma abbiamo insistito molto su questo argomento convinti come siamo che un rilancio dell’economia locale non possa prescindere dall’attuazione, valorizzazione e difesa dell’identità cortonese quando questa diventa sinonimo di qualità, prestigio, organizzazione, tenacia, bellezza, cultura, arte, storia e chi più ne ha più ne metta.
L’obiettivo di fondo era quello di proiettare le nostre aziende, e quelle che sarebbero potute nascere in seguito, in un mercato che in Italia vale 25 miliardi di euro. In Toscana oltre i 2 miliardi di euro. Sono gli amanti del cibo, quelli che in Europa sono conosciuti come i “Food Lovers”. Turisti che abbinano la buona cucina, fatta di prodotti gastronomici di richiamo, con l’arte e la bellezza dei luoghi da visitare e che, a ben vedere, sono la fortuna della nostra regione.
Cortona con la sua campagna fertile ed incontaminata da complessi industriali, i suoi piccoli borghi bucolici, le bellezze architettoniche del Centro Storico ed il fascino irresistibile di una delle città più antiche del mondo rappresenta la méta ideale di questo turismo.
Manca una reale produzione di prodotti locali ed un incentivo pubblico ad investire su questo settore. Montalcino con il suo Brunello o Pienza con il formaggio sono un esempio virtuoso di turismo e produzione locale.
Molti anni fa una politica illuminata si preoccupò a Cortona di valorizzare un prodotto tipico della nostra campagna: la chianina. Nacque la ben nota “sagra della bistecca chianina”. Oggi a distanza di 50 anni è rimasta solo la sagra (e non si sa per quanto ancora ), della chianina rimangono solo pochi esemplari, e poche aziende “eroiche” lasciate al loro destino. Più di 1500 posti di lavoro si sono persi nel settore agroalimentare nel nostro comune e se in parte recuperati stagionalmente nel turismo hanno pur sempre il sapore della precarietà.
E’ arrivato il momento di ricostruire un economia solida e strutturata che vincoli i giovani al proprio territorio. Ottima l’idea della “filieracorta”, dell’eclettico Michele, per contenere i costi ed abbassare i prezzi al consumo, nella consapevolezza però che il prezzo, nel libero mercato, lo fa la domanda. Più è alta la domanda e più aumenta la produzione ed il lavoro. Oggi più che mai i giovani hanno bisogno di lavoro e di stipendi…sopratutto di stipendi.
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