Indubbio grande successo per la manifestazione “Valdichiana da vivere” svoltasi questa domenica pomeriggio da Porto a Cesa fino al Serristori, passando per Ca’ Bittoni, il luogo individuato come sede possibile del “Polo energetico” che nelle intenzioni di Powercrop dovrebbe sorgere colmando così il problema della riconversione della ex-Sadam. Moltissimi cittadini hanno preso parte al corteo, promosso dai vari Comitati locali, terminato poi con un dibattito negli hangar del Centro Volo: con loro anche alcuni amministratori dei comuni del territorio.
Il messaggio più forte è stato ovviamente il No alla realizzazione del progetto di Powercrop (fra l’altro oggi è prevista in Provincia la prima riunione della Conferenza dei Servizi), così come la contrarietà alla costruzione di centrali a biomasse per meri interessi economici, a spese della salute dei cittadini e della qualità del territorio. Fra le prospettive alternative di sviluppo nel corso del dibattito sono stati lanciati accenni al potenziamento delle politiche turistiche, partendo proprio dal rispetto del territorio e dalla tutela del paesaggio, e nuove forme di interazione e produzione agricola per il rilancio di quel settore anche sul piano occupazionale
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Grazie Direttore per l'ospitalità e per avere,come promesso,partecipato alla manifestazione. Ora mi aspetto,se possibile, un suo articolo a completamento, che tenga conto del nostro diretto coloquio avvenuto in coda alla manifestazione.
Saluti ed ancora grazie.
pino caiazzo
l'80% della corrente elettrica che usiamo in toscana deriva dalla combustione di qualcosa. Non voglio entrare nel merito, ma mi chiedo, chi sostiene che non bisogna bruciare il futuro, è gente che non usa la macchina??? Che non usa la corrente prodotta dalla combustione????? che per scaldarsi non usa biomasse e combustibili fossili????? Se così fosse hanno tutta la mia stima altrimenti...altrimenti c'è qualcosa che non torna.
Si sig.Oberdan Nadrebo,lei ha perfettamente ragione è vero che la maggior parte del fabbisogno elettrico della Toscana è prodotta dalla combustione;non credo l’80% ma ,buona parte si.Del resto anche il sole,con la sua autocombustione ci scalda e ci fornisce ,attraverso pannelli solari,energia pulita.E’ vero anche che stanno circolando e sempre con maggior successo sia auto elettriche che a metano e GPL.E’ certo che molte persone usano i camini per scaldarsi e molti anche per farsi da mangiare e quindi bruciano e noi,intesi come comitati organizzatori della manifestazione di ieri a Castiglion Fiorentino,siamo d’accordo.Come lo siamo anche per quelle aziende agricole che bruciando gli scarti di lavorazioni,le potature,residui di stalle e quant’altro,si producono energia elettrica per le proprie attività contribuendo anche allo smaltimento dei rifiuti,in piccoli impianti da 10/20KW,fino ad un massimo di 50KW;anche qui siamo d’accordo sulla combustione.Dove invece abbiamo delle serie perplessità e per questo abbiamo usato lo slogan “non bruciamoci il futuro”,ma è pur sempre uno slogan,è quando ci troviamo di fronte ad un progetto che prevede la costruzione di una centrale a biomasse,nella nostra Valdichiana,da 51,5MWt e che per farla funzionare ha bisogno di bruciare 50mila ton.anno di semi di girasole più altre 10mila ton.anno di granaglie varie.Quando si è scelto un sito,denominato Ca Bittoni,nel comune di Castiglion Fiorentino,a poche centinaia di metri da Poggio Ciliegio e vicino a civili abitazioni,agriturismi,aziende agricole con marchi DOP DOC eIGP ,coltivazioni biologiche e quant’altro.E quando 9 camini,il più alto di 35mt.fumano per 360gg.anno,facendo fuoriuscire dalle 14 alle 20ton.anno di polveri sottili che nessun filtro al mondo può trattenere e queste polveri vengono ingerite dalle persone,specialmente bambini e si depositano sulle culture che poi consumiamo ,immaginatevi per un istante i danni che producona .E quando se non bastasse tutto questo, centrali piccole e grandi a biogas o biomasse che bruciano oli ed altro di dubbia provenienza, stanno invadendo tuttala Valdichiana col solo intento speculativo e grazie ai certificati verdi ed incentivi, che paghiamo con la nostra bolletta elettrica per circa il 10% in più.Ebbene,come diceva qualcuno,la domanda sorge spontanea,Egregio sig.Oberdan se lei riesce a trovane uno slogan che meglio si addice e possa sostituire il nostro “ Non bruciamoci il futuro “ben venga e,mi creda,gliene sarei molto grato.
Lei ha detto bene Sig. Oberdan, peccato che la centrale non andrà a sostituire la combustione di quel qualcosa, ma si aggiunge ad essa. Poi smettiamola di dire che non si può protestare contro la centrale a meno di tornare ad abitare nelle caverne, non è così. Si può produrre la corrente necessaria in modo più pulito di quello proposto dalla powercrop. Noi facciamo quel poco che possiamo, facciamo proposte, chiediamo che le nostre tasse vadano in politiche per farci usare meno corrente, meno l'auto, meno riscaldamento come dice lei, ma invece le nostre tasse vengono usate per dare incentivi alle centrali ed aggiungere inquinamento all’inquinamento.
Piera Bartolini
La Svezia compra spazzatura dalla Norvegia
L'immondizia è indispensabile per produrre energia nel Paese.
A Napoli e Roma sono un'emergenza perché sono troppi. In Svezia sono troppo pochi. E anche in questo caso i rifiuti rappresentano un problema. E non da poco, visto che la loro valorizzazione fornisce circa la metà dell’energia a tutto il Paese, in particolare il 20% di quella termica.
Così il governo ha deciso di acquistare l’immondizia in eccesso prima di tutto dalla Norvegia. Gli svedesi ne compreranno 80 mila tonnellate l’anno. Un vero e proprio business: la Norvegia pagherà la Svezia per la raccolta dei suoi rifiuti in eccesso e quest’ultima li incenerirà per produrre calore ed elettricità. Non basta: le ceneri residue, superinquinanti per il loro contenuto di diossina, torneranno in Norvegia, dove finiranno in discariche speciali. Ma la Norvegia non ha capitali inesauribili.
NEL MIRINO ANCHE LA SPAZZATURA ITALIANA. E così gli svedesi – che nel 2010 dirottavano ben il 49% dei propri rifiuti urbani verso impianti di termovalorizzazione, riciclando e compostando il restante 50% – hanno già nel mirino i Paesi meno efficienti del Vecchio continente, quelli che puntano ancora troppo sul conferimento in discarica. E cioè Italia, Romania, Bulgaria e altri Paesi Baltici.