Fabrizio Raffaelli è una “vecchia conoscenza” per tutti noi della Valdichiana, una figura a noi cara, legata per molti anni alla promozione turistica del nostro territorio che l’ha visto in ruoli importanti fra i quali quello di Presidente dell’APT aretina. Terminato quell’incarico dal 2015, dopo aver ricoperto per due anni il ruolo di Amministratore Unico delle Terme di Montecatini, lavora con la società San Marco Sport Events occupandosi di produzione e organizzazione di eventi sportivi e non, in particolare nel mondo del calcio (fra essi la recente amichevole della Nazionale Italiana contro l’Uruguay a Nizza, mentre per questa estate sono in programma due partite dell’Inter e di altre squadre di serie A, oltre che ritiri pre-campionato e tournee internazionali).
Non c’è dubbio che è l’uomo giusto per una franca chiacchierata a 360° gradi sul turismo cortonese e in Valdichiana…
Raffaelli, secondo lei a quali paesi e a quale tipo di pubblico dovrebbe essere rivolta l’offerta turistica di Cortona e della Valdichiana?
Cortona ha ormai acquisito notorietà in campo nazionale, ma nonostante questo sono ancora molti coloro che non hanno avuto ancora la fortuna di visitarla. E’ sempre importante agganciare, specie a livello internazionale, il nome di Cortona con il brand “Toscana”, evidenziandone le caratteristiche che fanno di Cortona una delle eccellenze del territorio regionale. A livello internazionale, oltre ai mercati tradizionalmente attratti da Cortona (quello americano, tedesco e olandese), è importante mantenere viva l’attenzione su alcuni mercati come quello francese e britannico, in passato attratti dalle grandi mostre del MAEC e dalla qualità dell’offerta cortonese. Personalmente non punterei troppo sul mercato russo (molto volatile) e su quello cinese, ma concentrerei l’attenzione sui mercati europei e nordamericani. Il target è quello classico del turismo culturale a cui dare un significato di “cultura” a 360°: non solo l’offerta delle bellezze artistiche e archeologiche, ma anche la cultura della produzione enogastronomica basata sulle produzioni e allevamenti locali e la cultura del vivere attivamente il territorio (bicicletta e nordic walking). Insomma vivere a pieno ciò che il territorio e la memoria degli abitanti del luogo possono trasmettere al visitatore. La Valdichiana è in grado inoltre di ampliare le qualità che il visitatore sa di poter trovare in Cortona, riservando inaspettate sorprese, emotivamente amplificate dal gusto della scoperta (Lucignano, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Foiano). Ma non solo la Valdichiana: ci si deve porre nell’ottica del visitatore e cercare di soddisfare le sue aspettative e se possibile sorprenderlo con ciò che non si aspetta. Chi viene a Cortona, in particolare dall’estero, per una vacanza avrà modo in meno di un’ora di raggiungere altre eccellenze: dalla Valdichiana senese ad Anghiari, Monterchi, Sansepolcro e Arezzo. In pochi chilometri sono racchiuse bellezze artistiche e capolavori unici e inamovibili (gli affreschi di Piero, il Parco archeologico con le testimonianze etrusche, solo per citare i principali).
Vista la sua esperienza in materia di promozione turistica può dirci secondo lei cosa serve per rafforzare l’estate cortonese e dare vita a Cortona anche nel periodo invernale?
A mio avviso dobbiamo partire da una premessa fondamentale. La crisi economica progressiva che ha colpito l’Italia da ormai quasi un decennio, ha comportato anche una sempre più ridotta possibilità di sostegno ad eventi e manifestazioni da parte di Enti e soggetti pubblici. A questo si sono aggiunte scelte regionali, a mio avviso, decisamente discutibili in ambito turistico: la chiusura delle APT, senza aver contestualmente progettato un modello alternativo da mettere subito in atto, ha portato inevitabilmente ad un allontanamento dai territori ed alla conseguente assenza di coordinamento territoriale. La riduzione drastica delle funzioni e delle risorse delle Province e lo stato di precarietà delle Camere di Commercio ha fatto sì che, guardando solo il ristretto aspetto della realizzazione di eventi sul territorio e delle attività promozionali turistiche, nel giro di due/tre anni si sia di fatto ridotto quasi allo zero, il sostegno fondamentale che fino a pochi anni fa veniva garantito. Tutto questo ha comportato il fatto che i Comuni si sono ritrovati quasi da soli a sostenere l’onere di attività in cui fino ad allora facevano la loro parte, ma come attori di un pool di soggetti. E’ stato quindi purtroppo normale che molte iniziative ed eventi anche di prestigio o storici abbiano dovuto subire un notevole ridimensionamento. Da questo punto di vista Cortona è stata comunque brava a riuscire a mantenere alcuni eventi di punta dell’estate cortonese come ad esempio e senza nulla togliere agli altri: il Mix, il Cortona on the move, il festival di musica sacra, l’Archidado e soprattutto Cortonantiquaria, rassegna alla quale sono ovviamente molto legato. Non è facile mantenere in vita per i motivi sopra esposti tanti eventi. Cortona ci sta riuscendo, grazie anche, mi risulta, al sostegno e alla collaborazione delle categorie economiche e di Istituzioni private. In tempi difficili è ancora più importante fare squadra e destinare le risorse a disposizione ad iniziative di qualità. Si potrà obiettare che forse sarebbe meglio concentrare le poche risorse su pochi eventi, ma incrementandone la qualità. E’ una domanda che oggi tutte le Amministrazioni Comunali si pongono, ma è sempre molto difficile fare delle scelte che andrebbero a penalizzare associazioni di cittadini locali che da anni regalano il loro tempo e il loro lavoro per mettere in piedi iniziative di carattere sì squisitamente locale e amatoriale, ma meritevoli comunque di rispetto.
Per quanto riguarda il periodo del “fuori stagione” credo che Cortona abbia ancora una carta importante da giocare: quella del congressuale e della convegnistica. La città ha strutture uniche come il Centro Convegni Sant’Agostino (in particolare l’ex chiesa di Sant’Agostino) che possono dare ulteriore impulso all’economia cortonese. E’ vero che anche questo settore non gode di ottima salute, che la maggior parte dei convegni e congressi ormai si svolgono nel nord italia, ma Cortona può, anche in questo caso, puntare sulla sua unicità: della struttura congressuale, della città, della qualità delle strutture ricettive e della ristorazione. A supporto di quanto detto finora, voglio portare un esempio recente. Nello scorso mese di maggio ho suggerito all’interno dell’associazione Pegaso Rugby Super Club di cui faccio parte, la sede di Cortona e il centro di Sant’Agostino per un seminario nazionale di aggiornamento per allenatori di rugby. Grazie al supporto del Rugby Clanis di Cortona, dell’Amministrazione Comunale e del Centro Convegni Sant’Agostino, che colgo l’occasione ancora di ringraziare, abbiamo organizzato il seminario con il Comitato Regionale Toscano della Federazione Italiana Rugby. I commenti degli oltre 250 partecipanti e degli organi federali sono stati entusiastici ed è stata una sorpresa per gran parte di loro scoprire Cortona e il bellissimo Centro di Sant’Agostino.
Lei è stato anche presidente dell’APT; per questo le chiediamo quale dovrebbe essere secondo lei l’atteggiamento da tenere riguardo agli altri comuni della Valdichiana Aretina e Senese. E Arezzo può essere considerato un pericoloso concorrente oppure un buon alleato per il futuro turistico ?
Personalmente ho sempre cercato di far capire che una località non si può proporre da sola, né sul mercato nazionale, né tantomeno su quello internazionale, figuriamoci poi nel mondo dei social e della multimedialità. Sono sempre stato convinto che quando si propone un’offerta turistica si debba far tesoro del patrimonio di conoscenza dei punti di forza di quel territorio dato dagli attori locali, ma poi bisogna spostare l’asse sul visitatore e immedesimarsi dal suo punto di vista. Quindi i confini territoriali e ancor meno quelli amministrativi devono essere dimenticati.
Si deve avere prima di tutto la capacità di attirare l’attenzione di colui che vorremmo venisse a visitare il nostro territorio, proponendo una vasta gamma di offerte; oppure un’offerta molto specifica e mirata ai suoi specifici interessi. Poi, una volta convintolo, quando giunge sul territorio inizia la parte più importante e spesso troppo sottovalutata della promozione turistica. Il visitatore deve sentirsi a casa e deve essere messo in condizione di sapere e conoscere tutto quello che potrà fare durante la sua vacanza, secondo i propri interessi. Perciò tutto ciò che si trova ad una distanza di un’ora di macchina da dove alloggia può essere proposto. In questo senso tutto il territorio della Valdichiana aretina e senese, ma non solo, rappresentano un rafforzamento della proposta turistica. Infine Arezzo: durante i miei 13 anni aretini ho cercato in tutti i modi di far capire agli aretini e ai cortonesi che lavorando insieme avrebbero potuto ampliare in maniera esponenziale la proposta turistica e lo penso tuttora. Arezzo non rappresenta assolutamente una minaccia per Cortona né Cortona per Arezzo, ma sono due splendide realtà che, a mio avviso, devono lavorare sempre più in partnership. Continuando a lavorare da sole, limiteranno di molto le proprie potenzialità
Pensa che si faccia abbastanza per promuovere la conoscenza di Cortona nel mondo turistico?
Mi ripeto, tenendo presente il venir meno degli assetti istituzionali precedenti e la conseguente drastica riduzione di risorse, penso di sì. E’ fondamentale un gioco di squadra tra Amministrazioni locali e privati allargato ad altri territori limitrofi. Sarebbe importante individuare due/tre prodotti turistici e di territorio e su quelli costruire progetti da sottoporre a Toscana Promozione (unico soggetto deputato alla promozione in Toscana). Se il progetto è valido potrà essere co-finanziato ed attuato in collaborazione con il soggetto regionale ed avrà la possibilità di essere promosso a livello internazionale. Altrimenti penso sia difficile proporsi efficacemente con risorse adeguate.
Mi permetta infine di chiudere quest’intervista con un caro saluto a tutti i Cortonesi e alle tante persone che ho conosciuto e con le quali ho condiviso un percorso di 13 anni di soddisfazioni per me e spero anche per loro e per la città.