Dopo il nostro articolo del 7 dicembre scorso sullo stato di avanzamento del restauro dell’Orologio Comunale a Cortona, in cui l’architetto Igor Magini, illustrando i lavori, aveva parlato del ritrovamento di due fori di proiettile sotto il numero X del quadrante che le voci popolari sembravano genericamente attribuire a una non ben precisata guerra del secolo scorso… ecco svelato il mistero dei proiettili!!!
Qualcuno ha ricordato! E’ la signora Angela Lucani, figlia di Eugenio Lucani, Maestro della decorazione pittorica murale, ultimo testimone dell’antica scuola dei pittori decoratori cortonesi. Tra i suoi lavori più belli gli interni di Villa Marsili, del Relais Il Falconiere e dell’Hotel San Michele.
Artista a tutto tondo, autodidatta del disegno, ma anche della musica e della recitazione, suonava la chitarra e cantava gli stornelli “chianini” nelle feste di paese. Era nel gruppo del “Piccolo Teatro” di Cortona, che provava e si esibiva nel teatrino delle scuole elementari a Sant’Agostino, e che anche quest’anno lo ricorderà, il 30 dicembre prossimo, nei locali della sede in Via Guelfa, a due anni dalla sua dipartita.
Classe 1929, Eugenio Lucani è appena un ragazzo, negli anni del secondo conflitto mondiale, ma il ricordo della guerra resta vivo in lui, come in tutti quelli che l’hanno vissuta, e racconta di quei giorni bui a Cortona ai figli, Lorenzo ed Angela.
Sono anni di violenze e distruzione dei centri abitati, che aveva risparmiato il centro storico Cortona, ma non la vallata e la montagna. Anni di rastrellamenti sul territorio cortonese, dell’eccidio di Falzano…
Cortona era stata occupata dai tedeschi per circa dieci mesi, tra la fine del ’43 e luglio del 1944, come racconta Giacomo Debenedetti, giornalista e narratore, in una epistola di ringraziamento a Pietro Pancrazi (riportata ne “La piccola patria. Cronache della guerra nel Comune di Cortona Giugno-Luglio 1994”) che lo aveva nascosto, come ebreo, con la sua famiglia, a Cortona.
“Da bambina- racconta Angela Lucani – ascoltavo i racconti di mio padre sulla guerra a Cortona. Amavo starlo a sentire, lo seguivo anche nel suo lavoro a casa, tra i pennelli e i disegni. Tutto di lui mi affascinava. Passando in Piazza della Repubblica, sovente si fermava e mi indicava l’orologio e la campana in cima alla torre. Quando i tedeschi entrarono in città- così raccontava mio padre- capitava che gruppetti di giovani soldati sfaccendati si fermassero qui, in piazza, a passare il tempo facendo a gara, con i fucili, a chi riusciva a colpire la campana”.
Non era un bersaglio facile da centrare, la campana sulla torre comunale, ricordava il signor Eugenio, ma quando ci riuscivano il rumore sordo del colpo sul metallo rimbombava nelle case e nelle teste della gente.
“Mio padre abitava, con la sua famiglia, in Via della Costerella, non lontano, in linea d’aria, dalla piazza della Repubblica e quel rumore se lo ricordava bene! Tiravano alla campana, così per gioco” prosegue la signora Angela Lucani nel suo ricordo di quella narrazione “ma capitava che colpissero anche l’orologio. Questo mi raccontava mio padre!”
Ecco spiegati i fori rinvenuti nel quadrante, durante i lavori di restauro in corso!!!
Un aneddoto “piccolo” ma emblematico dello stato di minaccia e angoscia che “i guastatori e razziatori tedeschi” (così li chiama Pietro Pancrazi, i tedeschi occupanti, nella Prefazione a “La piccola patria”) mantenevano in città.
“Quando ho letto, su Valdichianaoggi, l’ articolo sul ritrovamento di buchi di proiettili nell’orologio della Torre comunale, di cui però, si diceva, non si conoscesse la storia esatta, mi sono detta: Io la conosco quella storia! Me l’ha raccontata mille volte mio padre! E’ stata una forte emozione sentire il ricordo riaffiorare nella mia mente mano a mano che leggevo e risentire mio padre che mi raccontava, da bambina, di quell’ insensato tiro al bersaglio”
Rngraziamo la signora Angela Lucani per aver condiviso quella narrazione con tutti i nostri lettori e ringraziamo anche l’Architetto Igor Magini che, informandoci di quel ritrovamento, ha suscitato in molti la curiosità di leggere (oppure rileggere!) quel libro di cronache, della Seconda guerra mondiale, “La piccola patria”, raccolte , tra giugno e luglio del 1944, dai parroci di Cortona su richiesta del vescovo Franciolini e riunite in un volume da Pietro Pancrazi.
“Un tempo che fu, sì, atroce tempo di guerra… ma ch’ebbe pure, quasi a compenso, una sua particolare, improvvisa e inattesa umanità e carità.”
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