Sottoscritto nei giorni scorsi il “Manifesto degli Stati Generali della Cultura”. Hanno firmato sia rappresentanti di enti pubblici che associazioni culturali o comunque chi promuove e sostiene la cultura. Un atto tangibile, quindi, al fine sia di mettersi in ascolto per generare nuove idee, risorse e prassi che di orientare quelle preesistenti oltre che esortare ed arricchire il pensiero individuale e collettivo. Ma non è tutto. Il progetto degli “Stati Generali della Cultura” vuole anche promuovere i luoghi del fare, riscoprire l’intero territorio, accrescere e migliorare la fruibilità dell’offerta culturale, gli attori del fare e fare cultura di qualità nel rispetto del nostro tempo.
Nel 2016 nasce il progetto degli Stati Generali della Cultura, un tavolo d’idee, un luogo d’incontro, di scambio, di lavoro e programmazione che unisce Associazioni, Artisti, Scuole, Studenti e singoli cittadini per rilevare la percezione dell’offerta culturale e conoscere esigenze e pensieri creativi, in vista di nuovi percorsi condivisi.
Con la giornata di studi, tenutasi lo scorso 11 febbraio al Teatro Mario Spina, nella sua doppia articolazione di dibattito plurimo e laboratori tematici, si è potenziato ed arricchito il lavoro sino a quel momento intrapreso con suggerimenti, proposte, prospettive nuove e promettenti che sottolineano l’importanza del Progetto. “Oggi nasce la consapevolezza che gli STATI GENERALI DELLA CULTURA sono un incubatore di idee, un cantiere propulsivo e permanente che vuole definire e anticipare le traiettorie di crescita ed innovazione del settore creativo e culturale. Ma vuole fare della cittadinanza la protagonista attiva al fine di gettare le basi per una programmazione culturale co-costruita che sia frutto di scambio e dialogo, connessione e collaborazione tra gli ‘addetti ai lavori’ e i singoli cittadini. È importante sia individuare le priorità, i fabbisogni, le criticità e le potenzialità della cultura territoriale che sostenere la necessità di un ampliamento delle tradizionali e istituzionali rotte culturali alla ricerca di nuovi spazi e nuovi linguaggi contemporanei che puntino sulla contaminazione e l’intraprendenza” conclude Massimiliano Lachi, assessore alla Cultura.
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