Mancano ormai pochi giorni al definitivo abbandono della Tv analogica in Toscana e Umbria. Da ora sarà tutto in digitale, con lo “switch off” che chiuderà un’epoca aprendone una completamente diversa; epoca che peraltro per buona parte d’Italia è già iniziata da un bel po’ di tempo. Il digitale terrestre, spesso vituperato dai critici, è una tecnologia che si dice consenta una maggiore efficienza nei consumi, meno emissioni radioelettriche e permetta anche di utilizzare in modo più razionale le frequenze. Restano però alcune incognite e alcune considerazioni da fare, con la speranza che ogni dubbio venga risolto quanto prima.
Ma prima vediamo le date: nei nostri comuni, sia quelli della Valdichiana aretina che della Valdichiana senese, la “spina” della Tv analogica sarà staccata fra il 14 e il 23 Novembre.
Un trapasso con pochissime differenze da comune a comune. Il 14 si partirà ad Arezzo e Lucignano, il 17 negli altri. Alla data del 23 le trasmissioni saranno visibili solo in digitale.
Chi non ha una Tv col digitale terrestre dovrà comprarsela, oppure collegare un decoder alla vecchia Tv.
Massimo, in questi mesi, è stato l’impegno della Regione per ridurre l’impatto del “trapasso” che altrove, vedi Roma (ce lo raccontò un amico romano proprio sulle nostre pagine), ha creato grossi problemi. Per la Regione si tratta indubbiamente di un bel “fardellone” regalato (si fa per dire) dal Governo centrale e non facile da gestire.
Proprio il Presidente Enrico Rossi aveva chiesto un rinvio, non accordato dal Governo. Incontri preparatori sono comunque in corso nelle province per chiarire modalità e tempi (anche ad Arezzo), è attivo da tempo un collegamento fra l’ente regionale e le associazioni di categoria, con antennisti e altri operatori del settore ampiamente edotti sul da farsi, è stata predisposta un’apposita legge con disposizioni urgenti per gestire al meglio il trapasso, con un impegno economico di oltre 1 milione di euro subito disponibili, sono già stati predisposti “punti digitali”, incontri nelle scuole, assistenza agli anziani e molto altro.
Restano però alcuni dilemmi.
Il primo è quello della ricezione del segnale. L’incognita maggiore, in questo caso, riguarda le zone montane. Per i nostri comuni non ci dovrebbero essere problemi, ma qualche dubbio sovviene se si pensa ai canali digitali Rai che in questo momento non sono visibili da tutti gli apparecchi nei nostri comuni. Chi non li vede adesso li vedrà dal 23 Novembre? E’ logico pensare di Sì perchè quella attuale è solo una fase sperimentale.
Il secondo è quello delle frequenze. La Regione anche da questo punto di vista si è mossa correttamente, predisponendo un apposito bando che punta a garantire il massimo mantenimento del pluralismo in quelli che sono gli spazi lasciati dal Governo. Il problema è che in Toscana, al contrario che in altre Regioni, le Tv sono più delle frequenze disponibili. Ci sono infatti oltre 40 emittenti televisive private, per sole 18 frequenze. Chi non avrà una frequenza assegnata dovrà andare a comprarsela, con un investimento certamente ingente. Aldilà del pluralismo l’impatto sociale, economico e occupazionale rischia di essere davvero rilevante