“In questi giorni, con l’avvio del nuovo servizio di trasporto dal Casentino verso Firenze, previsto per il prossimo 11 dicembre, abbiamo sperimentalmente modificato gli orari dei treni in servizio sulla tratta Arezzo – Pratovecchio – Stia. Avendo l’opportunità di iniziare un servizio diretto Casentino – Firenze dal prossimo 11 dicembre, per sfruttare questa importante occasione abbiamo dovuto adeguare gli orari della linea Arezzo – Pratovecchio – Stia in virtù delle tracce disponibili.
Il cambiamento degli orari sta determinando, com’è naturale, alcuni disagi, soprattutto dovuti a una comunicazione forse non sufficientemente adeguata, di cui ci scusiamo con gli utenti, e ad alcune mancate coincidenze treno/autobus che comunque abbiamo in parte già risolto in accordo con Tiemme. Essendo un orario sperimentale, assieme a Regione Toscana abbiamo monitorato attentamente la situazione e contestualmente lavorato per cercare correttivi ai problemi che venivano sollevati, in particolare dagli studenti.
In virtù di tutto questo, abbiamo deciso su richiesta di Regione Toscana che a partire da lunedì 27 novembre i treni del ritorno, nell’orario cosiddetto “studenti”, saranno riportati alla versione precedente.
Per gli orari di servizio invitiamo gli utenti a consultare il sito internet www.
Sul servizio di trasporto ferroviario casentinese però incombe un altro problema, ben più gravoso, che ha a che fare con la sopravvivenza stessa del servizio ferroviario. La Provincia di Arezzo ha infatti dichiarato il servizio ferroviario Arezzo – Pratovecchio – Stia – Sinalunga come “servizio non strategico per l’Ente”. Il prossimo gennaio ci sarà un’udienza in tribunale che sancirà, di fatto, se LFI potrà continuare il servizio o dovrà essere messa in liquidazione. In questo caso il problema non sarebbe più adeguare gli orari dell’autobus o spostare l’orario dei treni di alcuni minuti perché il servizio verrebbe cancellato, lasciando “a piedi” i casentinesi.
Attendiamo fiduciosi che dai Sindaci del Casentino arrivino atti concreti contro questa ipotesi che avrebbe drammatiche ricadute sul territorio anche dal punto di vista occupazionale”.
Maurizio Seri
presidente LFI spa
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