Una manifestazione letteraria, il Santucce Storm Festival, organizzata dall’Istituzione Culturale Castiglionese presieduta dal Dott. Fabio Bidi , dall’Assesorato alla Cultura retto dall’Avv. Massimiliano Lachi e con il sostegno della Libreria Feltrinelli di Arezzo e Radio Effe che si sta’ ormai consolidando come evento rilevante nel panorama culturale castiglionese e della Val di Chiana.
La nascita della rassegna e’ recente, essendo arrivata alla eta’ infantile della terza edizione, e posso dire con cognizione, avendolo visto nascere in modo spartano e semiamatoriale tre anni fa’, con autori soprattutto locali, nell’auditorium delle Santocce, con lo schema della semplice conferenze dibattito di presentazione.
L’anno successivo e’ cresciuto in fretta, ospitando autori di fama nazionale, mantenendo la formula originaria di presentazione ed in questa terza edizione ha prodotto una ulteriore crescita sia nella platea di prestigio degli autori ma soprattutto nella formula di presentazione che ha permesso a Castiglion Fiorentino.
La Riscoperta della eleganza estetica, armonica ed intellettuale del Caffe’ Letterario.
Estetica perche’ in questa edizione si e’ aggiunta alle conferenze di presentazione l’esposizione scenograficamente avvolgente di opere pittoriche degli artisti
Gabriele Menci, Annamaria Veccia, Donatella Masciarri, Anna Maria Spera
Armonica perche’ le presentazioni sono state intervallate da interventi musicali dei Maestri Niccolò Venturi e Cesare Pierozzi con appropriati brani di musica classica.
Intellettualmente e letterariamente rilevante e notevole perche’ gli scrittori presenti che cito:
Patrizia Fazzi, Anna Bartolini, Natale Reggitori, Andrea Amedeo Sammartano, Giulia Savarelli, Mauro Costabile, Serena Savarelli, Alessandro Biscotti, Marta Franchi, Marco Mastricardi, Walter Rossteuscheur, Eva Sammartino. Donatella Pazzelli, Gianna Gambini,
hanno permesso di presentare interessanti opere che spaziano in diversi temi letterari.
Ma quello che secondo me e’ stato il punto piu’ importante e distintivo di questa edizione e’ l’abbandono della austera e spoglia sala conferenze delle Santucce per immettersi nella piu’ avvolgente e direi intima e confidenziale atmosfera proprio del Caffe’ Letterario che in questo edizione si sono offerti
L’Antico Caffe’ La Posta sotto le Logge Vasariane
Il Garden del Parco dei Pini.
Per la mia formazione culturale ai gabinetti letterari dei caffe’ devo una parte non secondaria di sviluppo intellettuale perche’ ho ben presente quanto piacevole fosse, studente universitario in Firenze, passare dei pomeriggi al Caffe’ delle Giubbe Rosse per ascoltare le presentazioni di opere letterarie od esposizioni di pittura con dibattiti a volte accessi sui temi proposti dove i presenti forse si sentivano inconsapevolmente trascinati dallo spirito futurista del locale in cui Martinetti fu attore dei una violenta rissa ideale che voglio riproporre come augurio di accrescimento ideale dello spirito e della intensita’ attrattiva di questa manifestazione.
“Centro storico di Firenze, quattro uomini irrompono al caffè Le Giubbe Rosse, chiedendo informazioni sul noto critico artistico-letterario Ardengo Soffici. “E’ lei Ardengo Soffici?”
Fu l’ultima frase prima del caos e della rissa.
Alla risposta affermativa dello scrittore fiorentino volò il primo schiaffo e il fuoco della passione culturale, divampò.
Era il 30 giugno 1911: non c’era la televisione, e le macchine fotografiche non si trovavano dappertutto; poteva capitare che, famosi pittori, scrittori o poeti, che cavalcavano la scena internazionale, non avessero un volto noto e riconoscibile. Per questo, quando si avvicinarono, nessuno sapeva chi fossero quei quattro uomini.
Marinetti, Carrà, Boccioni e Russolo, gli esponenti principali del futurismo milanese.
E il piccolo uomo che colpì Soffici dritto in faccia, facendolo barcollare, era proprio l’illustre Tommaso Marinetti, che con uno schizzo su un foglio strappato, in un caffè di Parigi, fondò quel movimento rivoluzionario italiano che fu precursore di molte correnti artistiche, letterarie e politiche: IL FUTURISMO
Mi auguro che il Santocce Storm Festival sia fucina di sogni e passioni e che il prossimo 8 dicembre nella proclamazione del vincitore non volino schiaffi sedie e tavoli, come in quel lontano e luminoso pomeriggio fiorentino, ma che la tensione sia comunque palpabile perche’ un premio e’ confronto (anche a castiglioni).