Questa è una storia incredibile, assolutamente particolare. In un mondo che sembra aver smarrito il senso della condivisione e della tolleranza, che pare rifiutare l’idea stessa della dignità come valore forte e identitario, assistiamo oggi ad una vicenda che indubbiamente ci riconcilia con una realtà profondamente segnata dalla volontà di riscatto e dall’innegabile desiderio di rispetto e gratificazione.
E’accaduto pochi giorni fa, presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Siena. Samuel Ourtetani, giovane studente di origine tunisina, ha discusso la tesi su un argomento estremamente complesso e purtroppo di stringente attualità, “Diffusione linfonodale nell’adenocarcinoma della giunzione esofagogastrica. Implicazioni prognostiche e terapeutiche.”, relatore il Prof. Franco Roviello, laureandosi brillantemente e concludendo così un lungo percorso formativo che lo ha portato alla fine al raggiungimento di un sogno coltivato con cura per anni.
Questa è la notizia. Assolutamente ordinaria, si potrebbe dire. Effettivamente, il conseguimento di una laurea può sembrare un fatto tutt’altro che eclatante, visto che oggi il titolo accademico pare essere un traguardo raggiungibile con una sufficiente prassi consuetudinaria.
In realtà così non è. Samuel è l’emblema – perfettamente riuscito – di un giovane esponente di una famiglia di immigrati che ha trovato in Italia le ragioni di una esistenza meno problematica, attraverso una lunga serie di incredibili sacrifici e di tanta precarietà. Samuel ha condiviso questi problemi con la madre Nabiha e il fratello maggiore Bilel, un piccolo meraviglioso nucleo che ha saputo affrontare mille difficoltà con una dignità ed un coraggio semplicemente straordinari. E’ stata una vita vissuta interamente a capo chino, tutta d’un fiato, nel segno di un amore sconfinato e di una speranza che non è mai venuta meno. La signora Nabiha ha lavorato sempre con impegno esemplare, facendo sacrifici neanche immaginabili, per garantire ai propri figli un futuro migliore. Bilel, diplomatosi geometra, si è da poco sposato ed è tornato nel suo paese d’origine continuando a mantenere comunque un rapporto costante con il resto della famiglia. Samuel ha quindi completato il suo lungo complesso iter di studi, raggiungendo una meta bellissima da sempre agognata. Oggi che finalmente questo straordinario traguardo è stato raggiunto, Samuel deve sentirsi fiero di un percorso che ha visto lui e la sua splendida famiglia protagonisti di una storia piena di ostacoli e di rinunce, vissuta con un rigore che non ha uguali.
Nella piccola comunità di Lucignano, la laurea di Samuel Ourtetani è un raggio di luce che rischiara i toni grigi di un momento come quello attuale, contrassegnato da intolleranza e rifiuto nei confronti di chi viene nel nostro Paese alla ricerca di un domani meno precario. Il titolo accademico di Samuel racchiude un messaggio di speranza e di grande civiltà. “Faber est suae quisque fortunae”, diceva Sallustio, ovvero: “ciascun uomo è artefice della propria sorte.” Con il suo incredibile impegno, Samuel ha saputo disegnare per se stesso e per i suoi cari un cammino finalizzato al riscatto suo e di chi gli è stato vicino in questi anni, condividendone ansie e sconforto, gioie e speranze. Per chi lo conosce e ne apprezza la dolce indole, c’è la felicità di un momento davvero importante.
Ci uniamo volentieri alla letizia (comunque misurata) di Samuel e della sua famiglia, augurandogli i migliori auguri di nuovi futuri successi.
Un antico detto arabo recita: “Lancia il tuo cuore davanti a te, e corri a raggiungerlo”. La sapienza racchiusa in queste poche parole restituisce come un dono prezioso la bellissima storia di Samuel Ourtetani.
Guido Perugini