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Notte Bianca dello Sport: Carlton Myers, una vita per il Basket

_ Carlton Myers: di nascita caraibica, ma italiano a tutti gli effetti. All’ età di nove anni ti sei trasferito a Rimini. A che età hai iniziato a capire che il basket sarebbe diventata la tua professione?

_ Come hai detto tu, a nove anni mi sono trasferito in Italia, più precisamente a Rimini. Ho capito che il basket sarebbe stata la mia professione intorno ai 16 anni.

_ Rimini, Pesaro, ancora Rimini dove, se non sbaglio contro Udine, hai stabilito il record di punti tuttora imbattuto nel Campionato Italiano, 87, e poi Bologna dove hai raggiunto l’ apice della carriera: Supercoppa, Coppa Italia e Scudetto e poi Roma, Siena e Valladolid. Qual’ è il periodo che ricordi con più piacere, indipendentemente dalle vittorie?

_ I maggiori ricordi e le maggiori emozioni, sia in positivo che in negativo sono stati con la Fortitudo Bologna. Purtroppo, non tante vittorie, ma sono stati sei anni molto intensi; poi ovviamente Pesaro e Roma alla quale sono rimasto particolarmente legato anche per motivi di lavoro e poi Rimini dove ho iniziato e concluso la carriera.

_ Poi c’ è la Nazionale, con la quale hai vinto uno straordinario Europeo nel 1999, dopo l’ argento di due anni prima. Nel 2000, sei il portabandiera alle Olimpiadi di Sidney. Credo, due emozioni diverse: ce le vuoi brevemente raccontare?

_ Ogni vittoria, ogni conquista, ha regalato delle emozioni diverse. Quello che ho tentato di perseguire maggiormente è stato il titolo italiano e c’ ho messo parecchio, anche dopo molte sconfitte. Quando l’ ho raggiunto, è stata una grandissima liberazione, dopo anche finali perse. E’ stata una liberazione più che una conquista. L’ Europeo è stato un traguardo importantissimo, ma l’ emozione più grande, anzi, più particolare, è stata l’ Olimpiade di Sidney quando ho rappresentato l’ Italia. Non capita a tutti, anzi capita a pochissimi di essere il portabandiera della propria Nazione e di issare la bandiera dello Stato che tu rappresenti.

_ Carlton Myers ha dato tutto al basket, pensi che il basket abbia dato tutto a Carlton Myers?

_ Il basket mi ha dato tutto. Se non fosse stato per questo bellissimo sport, stasera non sarei stato qui. Il fatto di essere riconosciuto nella stragrande maggioranza della penisola è grazie al basket. Il Signore mi ha dato quello che ho ottenuto, non è un Campionato o un Eurolega in più che avrebbe fatto Myers più grande. Sono, fondamentalmente, tre i motivi per cui vengo fermato dalla gente: l’ Europeo vinto nel 1999, essere stato l’ alfiere italiano alle Olimpiadi di Sidney ed il fatto di aver segnato 87 punti in una partita, record tuttora imbattuto nel Campionato Italiano.

_ Adesso, cosa fa Carlton Myers, a cosa si dedica e, soprattutto, cosa vuol fare da grande?

_ Faccio diverse cose nel campo del basket,ho un’ agenzia con cui seguo alcuni giovani nello sport che mi ha dato popolarità, organizzo eventi sportivi con un camping al Foro Italico dove sono praticate varie discipline, sono consulente della Società Sportiva HSC di Casal Palocco ( ROMA ), ogni tanto sono commentatore ad Eurosport, poi qualche apparizione televisiva.

_ Stasera, finalmente, ospite alla Notte Bianca dello Sport: ci sarà occasione per rivederti, speriamo, il prima possibile?

_ Innanzitutto, devo ringraziare la vostra bellissima cittadina per avermi accolto con così tanta passione ed entusiasmo, cittadina nella quale conto di tornare il prima possibile.

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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