Il Museo Nazionale di S. Francesco e Frate Elia, di Cortona lo abbiamo visitato per la prima volta, seppur solo virtualmente, venerdì sera, accompagnati da un relatore d’eccezione, l’Architetto Angelo Molfetta che, insieme al Sindaco Francesca Basanieri ed a padre Antonio da Marcantonio, rappresentante dei Frati francescani conventuali, ci ha portato a spasso per le sale di quello che non sarà un museo fatto solo di oggetti, ma piuttosto un cantiere in continua evoluzione dove, attraverso tecnologie di ultima generazione, i visitatori potranno interagire con la storia, la musica i cieli che giravano intorno a Cortona negli anni che videro San Francesco e Frate Elia muoversi per le strade della città.
Ad accogliere i turisti nell’area museale, da marzo 2016, sarà una delle reliquie più preziose che Cortona conserva del santo d’Italia, il suo Evangelario che verrà posto nel locale d’ingresso della biglietteria. Da qui si accederà all’Auditorium, per il quale si prevedono circa 50/60 posti a sedere.
Seguirà una sala interamente dedicata alla storia di Cortona. Una storia indissolubilmente legata alla vita di San Francesco, che la scelse come luogo di riflessione fondando il monastero de “Le celle” e a quella di Frate Elia che, non solo seguì il santo nelle sue numerose visite a Cortona ma vi tornò con la reliquia della Croce Santa,ricevuta in dono a Costantinopoli per la sua opera di mediatore di pace, per costruirvi una chiesa.
La Stauroteca ospiterà, di seguito, proprio la reliquia criso-elefantina della Croce Santa, la sua storia, gli studi e le ricerche ad essa correlate, mentre la sala successiva sarà dedicata al prezioso Laudario cortonese, documento unico di musica sacra in volgare che ancora oggi rappresenta il più antico testo esistente, del suo genere .
La musica continuerà ad essere protagonista nel Planetarium, in via di realizzazione nei locali dell’attuale Refettorio. Qui saranno gli astri a cantare e ci verranno mostrati i cieli e le congiunture astronomiche che segnarono l’edificazione della Chiesa e del complesso conventuale di San Francesco a Cortona.
Sulla figura di Frate Elia si è soffermato Padre Marcantonio. Ne ha ricordato la tempra e la determinatezza che più di uno scontro gli avevano causato con la Chiesa ( e pure una scomunica!) e che gli avevano fatto guadagnare, presso il popolo cortonese, l’appellativo di “Padre venerabile” e al contempo “dominus”, signore. Ha sottolineato, Padre Antonio, dei frati francescani conventuali, anche l’affetto che legava Frate Elia a San Francesco e come il santo d’Italia spesso usasse chiamarlo “madre…padre…fratello”.
L’Architetto Molfetta ci ha parlato, invece, della genialità di Frate Elia nell’ars aedficandi, frutto di un sapere eclettico, dell’incontro con le culture orientali e con quella ebraica, delle sue frequentazioni presso la corte di Federico II.
Lo rivedremo, Frate Elia, nelle sale del Museo, nella ricostruzione del suo volto realizzata a seguito della riesumazione del corpo del francescano, avvenuta nel 2003, che riportò alla luce sorprendentemente intatto il suo cranio.
“Per visibilia ad invisibilia” così si potrebbe definire l’architettura francescana, da lui stesso inventata.
Una architettura che, come dimostra la chiesa di San Francesco a Cortona, è scarna ed essenziale ma che cela, dietro la semplicità formale, complessi calcoli matematici, riferimenti astronomici, armonie di numeri e musica, che spesso trascendono la comprensione umana e che non sono stati a tutt’oggi ancora completamente svelati.