Saranno, alla fine, le erbacce e gli arbusti a “sconfiggere” le possenti mura di Cortona che neppure Annibale osò sfidare? A provare a rispondere a questa domanda , facendo il punto sullo stato di salute della cinta muraria cortonese, su cui il nostro giornale aveva sollevato l’allarme appena un paio di mesi fa, sono stati l’archeologo prof. Paolo Bruschetti, il botanico prof. Aldo Ronfa, l’architetto paesaggista dott. Silvia Neri e il direttore scientifico del MAEC, dott. Paolo Giulierini in una conferenza tenutasi ieri pomeriggio nella sala medicea del Museo Archeologico cortonese, dedicata appunto a “Le mura di Cortona, una risorsa da recuperare e valorizzare”, introdotta dall’Assessore alla cultura, Albano Ricci e presieduta dal prof. Eugenio Cappelli.
Accordo unanime, tra i relatori, sulla necessità di una manutenzione ordinaria più regolare ed attenta dell’intero perimetro murario cittadino ma anche sull’urgenza di una serie di interventi di restauro, di alcuni tratti di mura d’epoca medioevale, dove gli arbusti e le erbacce hanno preso il sopravvento, creando seri problemi strutturali.
Nessuna grossa preoccupazione, invece, per le mura etrusche, risalenti al IV secolo a.C., il cui stato di conservazione generale risulta discreto.
I veri nemici delle mura medioevali cortonesi sono stati individuati, in uno studio condotto dal prof. Ronfa, docente di botanica dell’Università di Perugia, ed illustrato da lui stesso ieri al MAEC, nell’edera , in alcune graminacee, nelle piante arbustive e, in diversi casi, addirittura nella crescita incontrollata di pini, lecci e tigli tra le fenditure delle pietre.
La soluzione, per i tratti non danneggiati irreparabilmente, consisterebbe in una manutenzione periodica che preveda un diserbo mirato, attraverso il quale eliminare le erbacce pericolose per la staticità delle mura preservando, però, le specie verdi che non nuociono alla salute della cinta muraria e che, anzi, “fanno parte del paesaggio locale – come ha sottolineato l’architetto Silvia Neri- ed in quanto tali vanno mantenute e protette.”
Si tratta di un patrimonio di erbe e piante “buone”, alcune mediche, altre commestibili, altre semplicemente innocue. Le stesse che, nella prima metà del settecento, l’Abate Mattia Moneti dipinse e catalogò in tre volumi conservati presso la Biblioteca di Cortona. Un esempio per tutti, la pianta del cappero che, con i suoi bellissimi fiori violacei, spicca sulle mura di Cortona e che oggi, come trecento anni fa, molti cortonesi raccolgono quando è stagione.
La dott.ssa Silvia Neri ha proposto, nel suo intervento, di “farle vedere, le mura di Cortona, ai residenti ed ai turisti, prevedendo una illuminazione e delle aree di sosta lungo le mura e promuovendo percorsi di trekking e passeggiate che sensibilizzino tutti verso questo patrimonio, per buona parte sconosciuto perfino a chi a Cortona ci vive da sempre.”
“Le mura di Cortona rappresentano un monumento di valore inestimabile- ha rimarcato il Direttore scientifico del MAEC, dott. Paolo Giulierini – hanno visto passare tutta la storia della nostra città, rimanendo in piedi, incrollabili, a dispetto del tempo a difendere quella “cortonesità” che né i romani, né altri conquistatori, sono riusciti a scalfire e oggi, fanno da raccordo tra il Parco archeologico esterno, del Sodo, e quello interno, della città.”
“Il loro recupero e la loro valorizzazione- ha aggiunto l’Assesore Ricci- rientra in un più ampio progetto che è quello di trasformare Cortona in un “Museo diffuso” dove l’intero territorio diventa museo a cielo aperto.”
Certo, come ha sottolineato il professore Bruschetti nel suo intervento introduttivo, le opere di restauro di cui necessitano alcuni tratti di mura medioevali, richiederanno un impegno progettuale ed economico cospicuo e non potranno essere rimandati ancora per molto.
A questo proposito, il Direttore Giulierini, ha citato i finanziamenti per la valorizzazione ed il recupero del Parco Archeologico cortonese, stanziati dalla Regione Toscana e dal Ministero per i Beni culturali, nei quali rientrano, tra gli altri, anche i lavori di restauro delle mura di Cortona e ai quali si potrà attingere dopo che saranno completati gli interventi di sistemazione dell’area del Sodo, appaltati, nelle loro ultima tranche, lo scorso novembre.