E’ stato pubblicato in questi giorni il risultato dell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulle Morti bianche. Nella nostra Toscana in questo 2015 sono stati ben 59 i lavoratori che hanno perso la vita sul posto di lavoro (dato aggiornato al 19 Novembre): un numero molto più alto rispetto al 2014, quando i morti erano stati 40. I numeri collocano la regione Toscana al terzo posto in Italia per numero di infortuni mortali e il bilancio delle morti bianche sale ad 84 contando anche i lavoratori che hanno perso la vita in un incidente in itinere.
L’indagine ha comunicato che in tutta la Penisola sono stati 626 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 230 in itinere. Firenze la provincia più colpita della nostra regione con 18 vittime, 7 delle quali decedute a seguito di un infortunio in itinere. Seguono: Pisa (14, 4 delle quali in itinere), Lucca (12, 5 in itinere), Grosseto (10, 1 in itinere), Arezzo (9, 3 in itinere), Livorno (8, 3 in itinere), Siena (5, 2 in itinere), Massa Carrara (4) Prato e Pistoia (2).
Altro dato preoccupante è quello rilevato sull’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa: la Toscana propone un dato piuttosto sconfortante, l’indice, infatti, è pari a 37,9 ed è ben al di sopra della media nazionale di 27,9. Un risultato che pone la regione al 5° posto nella graduatoria italiana del rischio di mortalità lavorativa. Peggio fanno solo il Molise (dove l’indice è 90,5), l’Umbria (44,6), l’Abruzzo (40,8) e la Campania (39,4).
Per quanto riguarda l’analisi dei settori più esposti al rischio, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre spiega come sia quello delle Attività Manifatturiere quello maggiormente coinvolto dall’emergenza con 9 morti bianche. Seguono le Costruzioni e il Commercio (7 vittime in ciascun settore) e Trasporti e Magazzinaggio (6). La maggior parte delle vittime (26 su 84) aveva un’età compresa tra i 50 e i 59 anni; 20 i lavoratori che avevano un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. 12 i sessantenni e 9 i settantenni. Sono 8 le donne che hanno perso la vita sul lavoro in Toscana da gennaio a settembre 2015. Mentre gli stranieri deceduti da gennaio a settembre sono 16. Tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com. Fonte: Vega Engineering.
Visti i dati riguardanti la nostra provincia abbiamo interpellato il coordinatore della C.G.I.L. Valdichiana Aretina Lidio Rossi. Secondo Rossi rimangono ancora presenti troppo elementi sui quali le ‘morti bianche‘ finiscono per proliferare: si pensi alla precarietà del lavoro, alla scarsa abitudine al rispetto delle norme sulla sicurezza, ai controlli ancora insufficienti, al “ricatto” che spesso i lavoratori subiscono e che li spinge a non reclamare i loro diritti per paura di perdere il posto. Secondo Rossi l’effetto Jobs Act non si è visto granchè, e comunque ha prodotto risultati non positivi sul piano occupazionale, che resta un’emergenza anche nel nostro territorio. “In questi mesi seguenti all’approvazione della riforma del lavoro” ci ha detto “la maggior parte dei ‘movimenti’ che abbiamo riscontrato sono state semplici riassunzioni di lavoratori già occupati, re-inquadrati dalle stesse aziende per cui già lavoravano con forme contrattuali aderenti alle nuove normative. Pur non avendo ancora dati definitivi alla mano posso dire che gli effetti reali sul livello di occupazione sono probabilmente stati molto scarsi. La situazione occupazionale resta preoccupante anche alla luce di quanto è avvenuto alla Ditta Cantarelli di Terontola, ma quello non è certo l’unico caso di azienda in difficoltà“. Secondo Rossi le questioni occupazionali dovrebbero avere un ruolo più centrale e la questione dovrebbe coinvolgere tutti i livelli: “I contenuti delle vertenze aziendali devono essere portati alla conoscenza di tutti i cittadini in modo da coinvolgere immediatamente le associazioni, le istituzioni politiche e l’intera comunità territoriale nella risoluzione dei problemi“