E’ una delle zone più dinamiche e popolari di Monte San Savino e finalmente il suo nome, “Le Fonti”, pare aver trovato sia la sua origine che la sua storia che meritano di essere approfondite. La parte inferiore del capoluogo deve il suo nome alla presenza secolare proprio delle fonti, lungo via Aretina. La segnalazione della presenza di quello che potrebbe essere la traccia del monumento che dà il nome alla zona è dell’architetto Sergio Bianconcini, nostro lettore.
“Al Museo del Cassero – spiega – tra i documenti che raccontano la storia di Monte San Savino, ce n’è uno nel quale ho notato il disegno delle fonti”. La ricostruzione della pianta esposta al Cassero di cui parla Bianconcini fu realizzata nel 1648 “per una controversia di confini terreni – recita la targhetta con la didascalia – In essa si scorgono parte delle mura cittadine, la Porta Fiorentina, la Chiesa della Pace poi divenuta ospedale, Le Fonti e, in particolare l’Arco di Monte (dato al Vasari e oggi scomparso) che serviva d’ingresso ai giardini del Papa”. In base alle indicazioni della pianta, l’architetto segnala di aver individuato con tutta probabilità le fonti all’inizio di via Aretina: “ho rintracciato solo questi due archi e la scultura – spiega – che fan pensare a questo manufatto interrato come possibile ritrovamento”. Bianconcini ha scovato anche tra i ricordi dei cittadini più anziani: “da domande fatte agli abitanti della zona – aggiunge – c’è qualcuno che ricorda la costruzione integra e funzionante fino a quando, in epoca successiva al disegno del 1648 e a poca distanza, fu edificato un mulino”. A questo punto, grazie all’accertamento degli addetti ai lavori, si potrebbe arrivare alla conferma di un monumento che, seppur ne siano rimaste solo le tracce, qualifica l’origine del nome della zona savinese. Inoltre la scultura interrata potrebbe rappresentare una curiosità in più per i visitatori del capoluogo, nonchè una nuova risorsa che merita di essere segnalata nel percorso turistico.
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