Ha costruito la sua prima chitarra a diciannove anni, insieme al nonno falegname, con dei pezzi di legno di cipresso toscano del’700 e dell’ ebano trovati in bottega, Giulio Vecchini, 37 anni, aretino di nascita, cresciuto a Cortona. E tra l’odore forte del legno, la polvere, i trucioli e le lezioni di chitarra iniziate a 13 anni, ha maturato la sua passione per la liuteria.
Oggi è conosciuto come il liutaio di Cortona che ha realizzato “Mare di mezzo”, la chitarra elettrica fatta col legno dei barconi dei migranti che hanno trovato salvezza, ma troppo spesso anche morte, sulle coste di Lampedusa, ed il suo laboratorio cortonese, Makassar, è una fucina inarrestabile di progetti .
“Questa chitarra è nata dalla voglia di raccontare il dolore del grande esodo nel Mediterraneo – ha spiegato Vecchini – da un punto di vista diverso da quelli canonici, di cui la gente non ne può più. Attraverso la musica. Un progetto di liuteria che è anche un contenitore di storia – prosegue – e che, molto deve in termini di riconoscenza all’associazione cortonese CORTONA ON THE MOVE e al suo presidente Nicola Tiezzi il quale, per ben due volte, ha aiutato “Mare di mezzo” nella sua missione di dare voce e suono ad una umanità in fuga dalla guerra e dai suoi orrori”
” La prima volta – racconta Giulio – quando attraverso un’amica giornalista francesce, Flore Murard, mi ha messo in contatto con Franco Tucci, il falegname di Lampedusa, unico a riuscire ad avere accesso ai resti dei barconi in deposito giudiziario sull’isola, che con quello stesso legno ha realizzato la croce per Papa Francesco e che mi ha procurato le tavole necessarie a costruire questa chitarra. La seconda volta, parlando della chitarra con Tommaso Rosa, project manager per UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in Italia, che entusiasta del mio progetto, mi ha contattato per fare di “Mare di mezzo” il simbolo del World Refugee Day Life dello scorso giungo a Firenze.”
“Faremo suonare ancora Mare di mezzo!”, ha detto Nicola Tiezzi, che ha in mente di portare la chitarra, fatta col legno dei barconi di Lampedusa, sul palco del Concerto del 1° maggio in allestimento presso la Fortezza di Girifalco, a Cortona, per far sentire, ancora una volta, quel suo suono inconfondibile, “spigoloso come le onde del mare” ( come lo definisce Vecchini) vibrare in nome della solidarietà tra i popoli.
“”Mare di mezzo” è stata ospite d’onore, l’anno scorso, della Mostra fotografica “COTM15”- ha ricordato Antonio Carloni, direttore del Festival- e intendiamo continuare a sostenere Giulio Vecchini. “
Ma l’impegno concreto di CORTONA ON THE MOVE non basta, purtroppo, a portare avanti un progetto cosi ambizioso come quello del liutaio Vecchini che vorrebbe veder passare la sua chitarra della solidarietà per le mani dei più grandi musicisti del mondo prima di essere battuta all’asta e finanziare, col suo ricavato, un altro progetto d’arte che, come quello di “Mare di mezzo”, abbia un ritorno nel sociale, promuova la cultura e l’informazione “… perché è la paura delle cose che non si conoscono- dice Vecchini – che porta l’odio”
L’Amministrazione comunale di Cortona non pare intenzionata a impegnare fondi ed energie in un’iniziativa culturale e sociale di respiro internazionale, pensata e realizzata oltretutto sotto il nome di Cortona, che molto semplicemente potrebbe trovare la sua cassa di risonanza in manifestazioni come il MIX FESTIVAL, tanto per fare un esempio.
Suonata, fino ad oggi, da Carlos Santana, Jovanotti, Verdena, Seunkuti & Egypt80, Giuserppe Scarpato, Luca Barbarossa, Zen Circus, Bandabardò, Brunori sas, Red Ronnie, “Mare di mezzo” ha partecipato al “Pistoia blues”, al Live Rock Festival di Acquaviva, è stata in TV, a Gazebo, su Rai 3. Tra un mese circa dovrebbe approdare in Spagna al Primavera Festival.
Il sogno di Giulio Vecchini sarebbe quello, piuttosto ambizioso, di farla suonare da Adrian Belew, chitarrista di David Bowie e magari, chissà, pure da Bruce Springsteen.