Attraverso una ricca carrellata di ceramiche provenienti da collezioni private, a Cortonantiquaria viene presentata una mostra inedita dedicata alla settecentesca manifattura di Catrosse. L’esposizione è frutto di una collaborazione scientifica con Anna Moore Valeri che ha recentemente realizzato uno studio sulla produzione di maiolica d’uso in Toscana tra settecento e ottocento analizzando da vicino anche l’antica fabbrica cortonese, donandogli una dignità storica che va al di là dell’ambito locale più circoscritto.
Coadiuvata da Paola Marri, porterà in mostra circa 50 pezzi esposti con relativi calchi della produzione Catrosse, ancora oggi conservati a Villa Venuti. In mostra anche altre maioliche e terrecotte gelosamente custodite da storiche famiglie cortonesi.
L’evento chiude un ciclo di iniziative che ha visto come comune denominatore la collaborazione tra Cortona e Napoli scaturita anche in una mostra internazionale ospitata al museo Maec sulla figura di Marcello Venuti, capostipite della famiglia e promotore degli scavi di Ercolano. Grazie al suo ruolo di spicco alla corte di Carlos di Borbone, permette al figlio Domenico di portare avanti studi alla Regia Paggeria di Napoli. Pochi anni più tardi, diventa direttore della fabbrica di porcellane, la Real Fabbrica Ferdinandea, fondata a Napoli dal re Ferdinando IV. Sara poi il fratello minore Curzio, raggiunto Domenico a Napoli, a carpire i segreti del mestiere e a dar vita a Cortona alla fabbrica di Catrosse.
“Puntiamo molto su Cortonantiquaria – ricorda il primo cittadino Luciano Meoni – evento molto amato sia dai turisti che dai cortonesi. E per questo, abbiamo dedicato la mostra collaterale di quest’anno alle ceramiche di Catrosse, antica industria locale di fine ‘700, le cui produzioni sono gelosamente custodite tutt’oggi nelle case dei miei concittadini. Alla mostra verranno esposti sia i calchi che le ceramiche”.
La storia della produzione di Catrosse
La manifattura di Catrosse fu fondata nella villa omonima presso Cortona dal marchese Domenico Venuti (n.1745) e dal suo fratello Curzio Venuti (n.1750).
Domenico in particolare è una figura di spicco; fu direttore della fabbrica di porcellane, la Real Fabbrica Ferdinandea, fondata a Napoli dal re Ferdinando IV dopo il trasferimento della Real Fabbrica di Capodimonte a Buen Ritiro in Spagna quando Carlo III di Borbone, suo padre, dovette lasciare Napoli per salire sul trono spagnolo in seguito alla morte del fratello. Il periodo di massimo splendore della manifattura partenopea, il ventennio 1780-1800, resta legato al nome di Venuti, uomo colto con profonde conoscenze storiche e archeologiche e molto preparato sia sul piano scientifico che artistico.
Il Venuti, poco dopo la sua nomina a direttore, affidò la direzione artistica a due noti artisti, lo scultore Filippo Tagliolini e il pittore Giacomo Milani. Vennero chiamati inoltre nuovi tecnici per migliorare la qualità della pasta ed in particolare si cercò di attirare a Napoli i migliori ceramisti della manifattura Ginori a Doccia (Firenze) fondata dal marchese Carlo Ginori nel 1737. In questi anni alla manifattura ferdinandea si eseguirono forme e decorazioni molto simili a quelle di Doccia ed è curioso che a Doccia si producesse una maiolica detta ad uso di Napoli con decori molti semplificati ispirati ai festoni neo-classici della porcellana ferdinandea.
Un aspetto particolarmente interessante della Real Fabbrica Ferdinandea è il fatto che, durante il periodo della direzione Venuti, si producesse non solo porcellana, ma anche ceramiche fatte con il nuovo impasto di origine inglese, la cream coloured earthenware o terraglia che allora imperversava in tutta l’Europa, facendo concorrenza non solo alla maiolica, ma anche alla porcellana. Infatti, nel 1782 il re Ferdinando chiese al Venuti di preparare un elenco dei Soggetti che necessitano per la nuova fabbrica della creta all’uso inglese e, almeno per tre anni, dal 1782 al 1785, sembra che ci sia stata in effetti una limitata produzione di terraglia.
Questo fatto è importante per la storia della manifattura di Catrosse (dove per almeno i primi venti anni della sua esistenza, venne eseguita una terraglia molto raffinata) perché dimostra che Domenico Venuti era a conoscenza di tutto ciò che occorreva per la produzione di questo nuovo tipo di ceramica.
Verso il 1795, Curzio Venuti fece un viaggio in Campania per visitare insieme al fratello gli scavi di Cuma e di Ercolano, nonché la Real Fabbrica Ferdinandea a Napoli di cui Domenico era direttore. E’ probabile che fu durante questa visita che Curzio ebbe occasione di studiare i problemi tecnici relativi all’impianto della Fabbrica di ceramiche che fu poi realizzata nei pressi della villa dei Venuti di Catrosse a Cortona. Sappiamo infatti, che le prime ceramiche – terraglie e maioliche – uscirono dalla fabbrica l’anno seguente, il 1796.
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