Segnalata su tutte le guide turistiche e d’arte, Via S. Margherita, a Cortona è la strada della Via Crucis di Gino Severini, pittore di grande fama, protagonista delle avanguardie artistiche del primo ‘900, firmatario del Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 e cortonese D.O.C..
Allo stato attuale, la suggestiva Via Crucis, chiesta al pittore cortonese dal Vescovo Franciolini per un voto fatto alla santa dai cittadini, per aver risparmiato Cortona dalla distruzione durante l’ultimo conflitto mondiale, mostra evidenti segni di trascuratezza e necessita di un urgente intervento di pulizia oltre che di restauro.
15 edicole sacre, in pietra serena, custodiscono i mosaici pensati e disegnati per le 14 stazioni della Via Crucis (più una dedicata a Santa Margherita, rappresentata ai piedi del Crocifisso), lungo una delle passeggiate più suggestive di Cortona.
Qui arte e natura si incontrano, magicamente, accompagnando i visitatori alla scoperta di un capolavoro, riconosciuto, di arte sacra, in una cornice di fitti rami e un silenzio inaspettato che diventa meditazione mano a mano che i rumori del centro storico si allontanano.
Simbolo, un po’ sbiadito ahimè, di una continuità artistica di Cortona, anche nel 900, che andrebbe invece oltremodo valorizzata.
E lo stato di abbandono risulta evidente, a cominciare dai vetri protettivi ormai talmente sporchi da rendere quasi invisibile i mosaici sottostanti.
Difficile, per i visitatori, cogliere, oltre quei vetri chiazzati e impolverati, quella che è l’essenza dell’opera di Gino Severini. Almeno 4 vetri su 15 sono lesionati e andrebbero sostituiti!!!
Il mosaico dell’VIII Stazione, Divino consolatore, è insediato dalle erbacce che sono penetrate pericolosamente tra le tessere e minacciano “il pianto delle donne di Gerusalemme” al passaggio di Gesù sotto il peso della Croce, “violando” quel realismo drammatico che Severini rende attraverso la tensione dolorosa degli sguardi ma anche la quotidianità di un bimbo col dito in bocca.
L’erba piuttosto alta accompagna la camminata della Via Crucis (soprattutto nella seconda parte!)….e spesso anche le cartacce…
Urgono, dunque, una serie di interventi che rendano fruibile e godibile il percorso della Via Crucis di Gino Severini, in tutto il suo valore artistico e simbolico.
Se il fascino di questa città sta anche nell’essere “un monumento a cielo aperto” allora non possiamo permetterci di trascurare un capolavoro come quello di Severini e quella strada, Santa Margherita, che da 70 anni custodisce i suggestivi mosaici.