Un bel restauro, luminoso e completo, di questo quadro che per il popolo della Pieve ha sempre rappresentato l’immagine di riferimento per avere conforto ed aiuto spirituale nei momenti difficili che la vita presenta.
E come ormai consuetudine in questa Pieve, retta da un Pievano che si accinge a divenire uno dei Teologi su cui la Diocesi Aretina puo’ contare per la sua crescita e consolidamento, la cerimonia dell’inaugurazione del restauro ha compreso sia uno svolgimento religioso sabato 9 con l’Inaugurazione del restauro preceduto dai corali Vespri Solenni in onore della Madonna e successivo approfondimento storico artistico del quadro in cui i relatori si sono espressi in interessanti tematiche tra cui voglio citare:
La lucida e precisa relazione del Prof. Pierpaolo Mangani sull’autore del quadro Angelo Ricci di Arezzo che ha fornito una bel riassunto sia sul pittore che sulla pittura dell’epoca.
La relazione del Prof. Fabrizio Barbieri sulla costituzione delle Pievi in cui ha spiegato tra l’altro che in territori di campagna lontani dai centri abitati la pieve erano equiparate alle cattedrali e in documenti camaldolesi era ben riportato come il Pievano avesse giurisprudenza sulla nomina dei preti delle sue parrocchie ed addirittura contrattava in modo scritto quanti pranzi, polli ed altri generi, dovevano mettere a disposizione del Pievano.
Devo dire, per onesta’ intellettuale e di cronaca, che benche’ la Pieve di Chio non ha sacerdoti a cui delegare le sue parrocchie, il Pievano Don Alessandro Bivignani, per fisico, salute e spirito, ben interpreta questa leggendaria figura di Pievano ed associandomi a quanto detto il Sindaco Agnelli bisogna fargli i complimenti perche’ da quando la Pieve ha un Pievano e’ forte e presente la comunita’ sembra essere attraversata da un felice spirito attivo e di partecipazione.
La relazione tecnica della restauratrice Dott.ssa Alessandra Golgoni ha mostrato lo stato del dipinto originario, in condizioni di grave degrado, e le successive fasi di restauro su cui non posso che complimentarmi perche’ sopratutto nella figura di San Giuseppe il lavoro e’ stato ancorpiu’ riuscito.
Ho lasciato per ultimo l’intervento dell’Arciprete Don Marcello perche’ e’ quello che piu’ mi ha colpito in quanto ha ricordato a tutti i presenti, in questa giornata di gioia, che il quadro che la comunita’ pastorale della Pieve aveva commissariato al pittore Angelo Ricci aveva come tema una “Madonna Addolorata” ed e’ ben facile capire la ragione, in quei tempi (1700) la Valle era un luogo di miseria, fame, carestie e dolore e niente poteva rincuorare la fede e l’animo delle persone pregando una rappresentazione mariana nel cui dolore ci si poteva rispecchiare per avere conforto e serenita’.
In mondo dove l’ottimismo della ricchezza imperversano non ha fatto male ricordare a tutti che ogni tanto e’ bene guardarsi indietro per capire meglio quale itinerario occore intraprendere perche’ non sempre sappiamo in quale stazione fermarci alla fine del viaggio.