DA “LA PICCOLA PATRIA” cronache della guerra nel Comune di Cortona nel periodo Giugno-Luglio 1944 raccolte a cura di Pietro Pancrazi :
3 LUGLIO (1944): “Quando mi sveglio regna un silenzio profondo, pauroso. Un po’ vergognosa , scendo, ritrovo tutti sul muretto come li avevo lasciati la sera prima. I volti sono pallidi , gialli e disfatti dal freddo e dalla stanchezza. Con Pina andiamo in cucina e facciamo un caffé bollente con molto zucchero.
Ogni tanto arriva un contadino: “sono a Camucia”; sarà vero? E nell’attesa, sul muretto, si riallacciano discorsi politici, mentre Ricciotti, il capo comunista di qui, senza accorgersene gonfia il petto e getta indietro il berretto. Ma ecco alle dieci la campana del palazzo comunale diCortona incomincia a suonare, a suonare, prima a martello, poi a festa e il suono si spande per i campi deserti, per la piana ancora piena di fumo…….Vorremmo essere a Cortona: ma cosa troveremo nei pochi chilometri che ci separano? Non è passata mezz’ora, che anche la campana, la piccola campana di San Martino spande i suoi esili, argentei rintocchi: e la campana di S.Eusebio le risponde da lontano…….Non manca più che San Pietro, il nostro San Pietro. ……………….Dopo mezz’ora anche la campana fioca e come arrocchita di San Pietro si fa sentire.”
Renata DEBENEDETTI ORENGO (vedi nota 1)
Ma nei giorni o nelle ore precedenti nel resto del nostro territorio:
CIGNANO:
2 Luglio: La mattina della domenica del 2 Luglio, Cignano era completamente fuori pericolo e la popolazione ringraziava il Signore.
Don Riccardo RINALDI
TERONTOLA:
2 Luglio: L ‘ora della riscossa è suonata; la notizia della liberazione imminente si è propagata come la folgore, e nel volto di ciascuno è tornata la serenità.
E’ il 2 luglio: gli alleati sono entrati in Terontola: un gruppo di avanguardie alle ore 14 si presenta al pievano che li riceve e s’intrattiene con loro per qualche momento. La commozione del popolo è indescrivibile; si agita, grida, inneggia ai liberatori come maniaco. Il suolo di Terontola è liberato. Viva Dio!
Don Pietro NUNZI
SAN LORENZO A RINFRENA
Il mattino del due luglio 1944 suonai a lungo le campane dopo la messa domenicale, ma venne poca gente perché ignara del cessato pericolo. Provenienti dalla strada provinciale di Valiano, nelle prime ore del mattino giungevano in San Lorenzo i primi mezzi d’assalto alleati. Nel pomeriggio pattuglie di rastrellamento circolavano dovunque. L’incubo della guerra era terminato, la serenitàtornava sui volti d’ognuno. Ci si sentiva più sicuri sotto i volti sereni degli alleati e sotto la scorta dei loro potenti mezzi d’assalto. Da quella sera e i giorni seguenti fummo in compagnia dei liberatori.
Don Alberto MORETTI
MONTANARE
2 Luglio: La sera del giorno 2 Luglioarrivano le prime macchine inglesi le quali vanno dirette alla Villa Berti Patrizi dove popolo e parroco improvvisano una dimostrazione.
Si infiorano le macchine al grido di evviva e si accompagnano per un buon tratto. Alla sera, fino a mezzanotte la Parrocchia è in festa. Eravamo liberati.
Don Amilcare CALONI
CASALE:
3 Luglio: Sono le sei del mattino; un’ultima colonna di soldati tedeschi, con le bestie, sale per il sentiero sul monte sopra la chiesa, arriva al Termine, e scompare giù per la vallata di Ruffignano.
Il sole sorge trionfante. Casale è libero dall’invasore tedesco!
Don Oreste GALLETTI
TORNIA :
3 Luglio: Durante la notte gran movimento di automezzi ed enormi esplosioni. Al mattino si sparge la voce che i tedeschi sono partiti facendo saltare tutti i ponti. Gli eserciti alleati sono già a Cortona. Suoniamo le campane a distesa. Dopo la Messa invito i popolani per le ore diciassette alla funzione di ringraziamento. Da tutti i cuori si elevano canti di gioia e di gratitudine al Signore per averci fatto rivedere, dopo giorni sì bui, l’aurora rischiaratrice, che ha disperso in un momento le angosciose tenebre.
Don Giovanni SALVI
MONSIGLIOLO:
Ore 10 del 3 Luglio: Come uno squillo di tromba, una voce percorse il paese: arrivano gli inglesi! Vengono dal bivio di Montecchio. Sono alcuni carri armati pesanti, poi la fanteria, a gruppi polverosi e stanchi. Fiori e battute di mano li accolgono. Il popolo, libero dall’incubo dei tedeschi, applaude freneticamente. Un fremito di commozione ci prende. Chi ha scritto queste memorie, sentì in quel momento un nodo alla gola: eracommozione, gioia, voglia di piangere. Non saprei dire….Le campane tacquero nel piccolo campanile. Oh, se fossero venuti i nostri soldati italiano a liberarci!
Don Egidio BELELLI
Da “IN CITTA'”:
La mattina del 3 luglio, circa le ore 11 giunsero dalla pianura i primi carri armati degli Alleati. Tra il suono festoso di tutte le campane, tutta la popolazione andò loro incontro, con festose grida digioia e bandiere. Erano ad accoglierli sulla Piazza del Comune Mons. Vescovo Giusepe Franciolini, e i componenti il Comitato di Liberazione: Carlo Nibbi, Pietro Pancrazi, Don Giovanni Materazzi, Lamberto Veltroni, Elpidio Signorini. In quel momento tutte le angoscie e le pene dei giorni precedenti furono dimenticate. Sulla torre del Comune sventolava la bandiera italiana, tra le bandiere dei paesi liberi.
R.M.
Da “PAGINE DAL POGGIO”:
3 Luglio: Sulla torre di piazza sventola il tricolore. Gli Alleati sono giunti – Cortona è libera…. Ma quanto cammino ancora prima che il nemico abbia lasciato il suolo d’Italia!……
Rina Maria PIERAZZI (nota 2).
CEGLIOLO:
…Così, nel tardo crepuscolo, quasi penetrando nelle tenebre imminenti, si annunciava, lingueggiava quel motivo della speranza, che doveva poi dispiegarsi disteso e a gloria nel volo di tutte le campane alle undici del mattino, il 3 di luglio, giorno della liberazione.
Giacomo DEBENEDETTI (nota 3)
Il volume “La piccola patria”, da cui ho tratto i passi che avete letto sopra, non descrive solo gli ultimi due angoscianti mesi di guerra nel nostro territorio pubblicando le cronache redatte dai Parroci delle varie Parrocchie cortonesi, a ciò saggiamente invitati dal Vescovo di Cortona Mons. Franciolini, ma registra anche le testimonianze di alcuni dei personaggi illustri che si trovavano a vivere il periodo precedente la Liberazione a Cortona, alcuni perché sfollati:Rina Maria Pierazzi, lo storico Nino Valeri, Giacomo Debenedetti con la moglie ed i figli.
Questo prezioso libro fu ristampato per inizitiva del Comune di Cortona e dell”Accademia Etrusca nell’ottobre 2002 dalla Casa Editrice Calosci di Cortona.
Crediamo sia giusto ringraziare l’allora sindaco Emanuele Rachini ed l’allora Lucumone dell’Accademia Etrusca Guglielmo Maetzke per la lodevole iniziativa.
1) Renata DEBENEDETTI ORENGO la famiglia Debenedetti sfolla a Cortona, grazie alla disponibilità dei Pancrazi: questo difficile evento sarà ricordato da Renata nel “Diario del Cegliolo. Cronaca della guerra in comune toscano: giugno-luglio 1944”, Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1965. Dopo la guerra Renata partecipa, dal 25 al 28 agosto 1948, al congresso mondiale degli intellettuali per la pace di Wroclaw (Breslavia) che ricordiamo annovera: Julien Benda, Pablo Picasso, Paul Eluard, Il’ja Erenburg, Le Corbusier e, tra gli italiani nella delegazione guidata da Emilio Sereni, Salvatore Quasimodo, Ambrogio Donini, Antonio Banfi, Cesare Luporini, Goffredo Petrassi, Elio Vittorini, Sibilla Aleramo e Renato Guttuso. Risultato sarà la nascita del movimento “Partigiani della pace”, riuniti ufficialmente a Parigi dal 20 al 23 aprile 1949 con 2287 incaricati provenienti da 72 paesi. La delegazione italiana, cui appartiene anche Renata, sarà guidata da Nenni con Vittorini, Guttuso, Quasimodo, Natalia Ginzburg, Giulio Einaudi. Scopo è l’interdizione dell’arma atomica e l’incontro delle cinque grandi potenze per un patto di pace con la consapevolezza di poter evitare una nuova disastrosa guerra. Negli anni Cinquanta Renata è ancora attiva nel campo dei diritti umani, lavorando per la Società italiana per l’organizzazione internazionale (SIOI), diretta da Umberto Morra e Roberto Ago
2) RINA MARIA PIERAZZI Autrice di testi per ragazzi, è per lungo tempo direttrice della rivista persignorine Cordelia. Si stabilisce a Cortona, nella casa Pietro Berrettini, dove vive fino ai suoi ultimi giorni.
3) GIACOMO DE BENEDETTI (1901– 1967) è stato uno scrittore, saggista e critico letterario. Fu tra i maggiori interpreti della critica letteraria in Italia nel XX secolo
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