Lo scorso 1° Maggio la Fortezza del Girifalco di Cortona ha riaperto al pubblico, riprendendo così le attività dopo la pausa imposta dall’emergenza sanitaria.
Nonostante il periodo di pausa forzata il lavoro dell’associazione ONTHEMOVE, a cui il Comune di Cortona ha affidato la struttura, non si è fermato e si è approdati alla conclusione di un nuovo importante ‘step’ nel percorso che punta al pieno recupero del complesso, per una futura totale fruibilità di tutti gli spazi: il completamento del restauro del bastione San Giusto grazie al bando ‘Spazi Attivi 2017’ della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, presentato lo scorso lunedì.
Con questa importante novità la Fortezza entra quindi nella stagione estiva 2021 con grandi auspici.
Fino al prossimo 13 Giugno l’apertura al pubblico del Girifalco sarà nelle giornate di venerdì, sabato e domenica con orario 10 – 19.
La struttura sarà comunque aperta anche nei giorni del 31 Maggio, 1 e 2 Giugno.
Da lunedì 14 Giugno per il resto dell’estate l’apertura verrà estesa a tutti i giorni, dalle ore 10 fino alle 20.
Sabato 22 Maggio è stato riaperto anche il bistrot; anche in questo caso l’intenzione è quella di ampliare l’orario e i giorni di apertura già dalle prossime settimane.
Il Girifalco recupererà però durante l’estate la sua principale ambizione, cioè quella di diventare un punto di riferimento, luogo di incontro e suggestivo scenario per eventi culturali di vario genere. Dopo gli ottimi riscontri raccolti negli anni passati si tornerà quindi a un fitto programma di mostre, concerti e tanto altro. Il programma è in via di definizione, in stretta collaborazione con varie realtà associative, la Fondazione Toscana Spettacolo e il Comune di Cortona.
Intanto è già stata programmata una prima esposizione, la mostra fotografica “Il sogno di Tagete – terra e memoria in Val di Chiana” di Paolo Barcucci, fotografo poliziano. La mostra sarà inaugurata sabato 29 Maggio e sarà visitabile fino al 30 Giugno.
L’opera di Barcucci si orienta su due dimensioni, documentaria ed estetica. Pur non trascurando il valore compositivo e narrativo, la parte documentaria vuole raccontare la Val di Chiana dell’ultimo decennio, con le sue contraddizioni e le ferite causate da uno sviluppo quasi mai sostenibile. Uno spunto, quindi, per una riflessione sulla nostra terra.
La mostra, dunque, vuole rendere onore alla Val di Chiana con immagini che cercano la bellezza nei luoghi meno consueti, lanciando però un appello per una maggiore sensibilità ambientale, auspicando una rinascita autenticamente sostenibile del territorio.
Le grandi vie di comunicazione, autostrada e alta velocità ferroviaria, hanno segnato in maniera irreversibile il paesaggio e le foto di Paolo Barcucci hanno trasformato in immagini altamente significanti le linee e i segni del passaggio di queste infrastrutture.
Un’altra visione ricorrente è quella delle grandi distese arate, provocate dalla pratica delle colture intensive, che hanno trasformato in una landa piatta quello che, in passato, era un giardino rigoglioso. Non è secondario, in queste fotografie, lo scopo di segnalare la progressiva perdita della biodiversità.
Un secondo tema è quello mostrato dallo stato di abbandono delle case leopoldine e del loro estremo degrado. Le inquadrature degli interni e la scelta dei dettagli si susseguono in un racconto che ha la suggestione di un’installazione di land art.
La ricerca di Barcucci espone scatti realizzati recentemente, per lo più con la tecnica digitale, ma che sono il frutto di un’attività iniziata negli anni settanta.
La fotografia è una delle attività preferite da Paolo Barcucci che, nella sua lunga carriera, si è dedicato principalmente all’editoria, curando libri e di guide allo scopo di valorizzare la cultura e l’ambiente dalla Val di Chiana alla Val d’Orcia, sottolineando l’importanza, a livello internazionale, di questi valori.