Non sarà il Cristo Redentore, simbolo di Rio de Janeiro e del Brasile diventato uno dei monumenti più famosi al mondo nonostante la sua giovane età, ma la croce posizionata all’Eremo di San Lorenzo alla Montanina è diventata un punto di riferimento sia per gli abitanti che per i tanti turisti che percorrono le strade della Val di Chio. “L’eremo di San Lorenzo è un luogo del cuore. Qui c’è la possibilità di ristorare sia il corpo che lo spirito grazie anche all’accoglienza che ci offre padre Giuseppe. L’illuminazione della croce è un piccolo gesto che qualifica ulteriormente un luogo abitato fin dall’anno mille” dichiara il sindaco Mario Agnelli. Domani la comunità parrocchiale della Val di Chio sale a San Lorenzo per assistere alla celebrazione liturgica e poi, nel tardo pomeriggio, per far festa a base dei prodotti tipici del territorio.
Il romito eremo di San Lorenzo ha origini molto antiche. Già prima dell’anno Mille esisteva un edificio sacro dedicato a San Biagio; nel 1302 questo risultava suffraganeo della Pieve di Santa Maria a Chio. Nel 1379 al titolo di San Biagio venne aggiunto quello di San Lorenzo, che in seguito sostituì il primo; nel frattempo venne costruito attorno un piccolo gruppo di case. Il borgo veniva chiamato San Lorenzo oppure San Lorenzo alla Montanina o semplicemente Montanina. Nel Cinquecento borgo e chiesa decaddero e divennero oggetto di scorribande, ma il sito riacquistò splendore dopo il Seicento. Nel 1745 la Montanina contava 148 abitanti, che divennero 98 nel 1833 e 102 nel 1845. La parrocchia ha cessato di esistere nel 1987 quando è stata inglobata in quella della Pieve di Chio. La chiesa è stata recentemente restaurata e attualmente tutto il borgo è stato ristrutturato in modo da ospitare chi si reca alla chiesa, ormai considerata eremo a causa della remota locazione, per un ritiro spirituale. La chiesa, in pietra toscana ed a una sola navata, presenta una facciata molto semplice, sovrastata da un minuscolo campanile a vela con due campane non elettrificate. L’interno è costituito da un piccolo vano, che termina nel presbiterio dove è elevato l’altare maggiore. Sulla sinistra un altare secondario, decorato con stucchi tardo barocchi, è sormontato da una nicchia che ospita una statua della Beata Vergine Maria.