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Intervista con Roberto Calzini, Direttore Generale BPC

Da poco più di sei mesi alla Direzione della Banca Popolare di Cortona c’è Roberto Calzini al quale chiediamo alcune considerazioni sul contesto economico che stiamo vivendo e sulle prospettive della Banca che è stato chiamato a dirigere.

Direttore può fare una sintesi di questo primo breve periodo alla guida della Banca?

Molto volentieri. Fino ad oggi è stata una esperienza a tutto tondo, per certi versi anche esaltante, che mi ha assorbito totalmente. In azienda si è creato un bel clima, una bella energia e il consenso all’esterno cresce; prova e testimonianza ce la danno i numeri: al 30 giugno crescono sia le masse intermediate, che il patrimonio, che il numero dei Soci. Tutto questo in un contesto che sta vivendo una delle peggiori crisi che il mondo occidentale abbia mai avuto.

 A questo proposito, quello che la gente percepisce è che molte realtà economiche stiano vivendo un momento molto pesante, e che a questo non sfuggano le banche

 Ovviamente, le banche sono aziende come le altre e per questo soggette a momenti buoni e momenti più critici. Le difficoltà a livello di sistema ci sono, ma più che continuare a parlarne è il caso di attivarci per rimuoverle. Stiamo vivendo una fase di grande volatilità e speculazione, con l’esasperazione dei fenomeni, e la tendenza a dimenticarci dei fondamentali, cioè dei valori di base; e per quello che riguarda le banche italiane i fondamentali ci sono, e hanno permesso già di superare la precedente crisi. Tuttavia è il momento di superare certe logiche che hanno caratterizzato l’attività bancaria per decenni, senza stravolgere nulla, ma semplicemente adattandole al contesto che stiamo vivendo.

Sempre in merito alle banche si sente parlare spesso di “stress test”, del fatto che questi vengano superati o meno; ma di che cosa si tratta.

Il concetto è molto semplice ed intuitivo: qualsiasi attività umana genera dei rischi, cioè una probabilità che qualche cosa non vada secondo quanto previsto. E’ un concetto che si applica anche alla vita di tutti i giorni: se esco a fare una passeggiata posso correre il rischio di scivolare e danneggiare qualche parte del corpo. In banca succede la stessa cosa, con la differenza che le disposizioni di vigilanza ci obbligano a creare dei modelli per misurare e quantificare i rischi, per poi metterli in relazione con il patrimonio della banca, che rappresenta il baluardo, l’arma di difesa. Questa relazione, tra rischi e patrimonio, è sintetizzata in un rapporto, un numero sotto il quale non si può scendere; tuttavia le norme internazionali, cd. Basilea 2, ci obbligano a fare di più e cioè a “stressare” le situazioni che generano i rischi. Per questo nella quantificazione dei rischi non dobbiamo tener conto solo della situazione esistente, ma anche di accadimenti eccezionali ma plausibili. Ritornando all’esempio della passeggiata, potrebbe accadere che si possa essere colpiti da un fulmine (evento eccezionale ma plausibile) e di questo bisogna tener conto.

E la Banca come si posiziona con gli “stress test”

In condizioni normali il nostro coefficiente patrimoniale è di tutta sicurezza, è all’incirca il doppio di quello richiesto per legge, ma anche in condizione di “stress” i nostri modelli ci indicano un ampio margine di sicurezza.

Ma in questo panorama così complicato, almeno sotto i profilo economico, come è cambiata la situazione di Cortona e della Valdichiana, e quale ruolo può giocare la BPC?

La nostra Banca festeggia quest’anno i suoi 130 anni. In questo periodo ha assistito spesso al mutare del contesto economico del proprio territorio. Abbiamo attraversato due guerre mondiali, le profonde trasformazioni dell’agricoltura, la nascita delle prime attività industriali, il boom economico, la crisi petrolifera degli anni settanta, le varie “bolle” speculative. La banca ha un ruolo fondamentale di catalizzatore di risorse: raccoglie denaro e lo destina al finanziamento delle attività nei territori che serve. Perché tutto questo funzioni è necessario che il risparmio che si forma in un territorio sia destinato allo sviluppo delle comunità di riferimento e non prenda altre strade. Per questo motivo in banca abbiamo un motto: “se credi nello sviluppo del tuo territorio, allora devi credere nella banca che vi opera”.

A proposito di risparmio, in questo contesto così difficile se la sente di dare qualche indicazione ai nostri lettori?

Quando qualcuno mi chiede questo, preferisco rispondere con due considerazioni di base: primo, che la semplicità paga sempre, e quindi di orientarsi verso forme di risparmio immediatamente comprensibili; secondo, che non bisogna cadere nell’errore di considerare che ciò che abbiamo più a portata di mano sia di qualità inferiore. La Banca, da sempre, è in grado di mettere a disposizione cose semplici ed efficaci, e i nostri uomini e i nostri strumenti non sono secondi a nessuno.

La Banca Popolare di Cortona è sempre stata molto vicina ai territori serviti, sostenendo con convinzione tante iniziative e progetti…

E continueremo a farlo, per quanto ci sarà possibile. Ripeto ancora che, se si crede nello sviluppo del territorio, allora si deve credere fortemente nello sviluppo della banca che di quel territorio è un punto di riferimento. La nostra poi è una banca cooperativa, se pur a mutualità non prevalente, dove non esiste un “padrone” ma quasi 2.200 “padroni” che sono i nostri Soci.

Quanto è importante essere Soci di una banca come la BPC e quali i vantaggi?

Mi ripeto, ma e fondamentale: il primo e innegabile vantaggio è quello di essere un protagonista dello sviluppo del proprio territorio. Le risorse che vengono investite nel capitale della banca o affidate come raccolta rimangono al servizio dello sviluppo del territorio dove vengono reimpiegate. La nostra azione fino ad oggi ha sempre dato un rendimento e il suo prezzo, non essendo quotata ma legata alla crescita del patrimonio della banca, ha avuto un andamento crescente. Inoltre, nel periodo della mia Direzione, sono state fatte varie iniziative: due emissioni obbligazionarie – una tutt’ora in corso – riservate ai Soci, ad un tasso particolare, la pubblicazione ricevuta all’Assemblea annuale, il biglietto omaggio ed il Dvd per la mostra sui capolavori del Louvre a Cortona e il biglietto omaggio per la mostra Cortonantiquaria

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti
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