Angela “ Angie “ Storti, un’ atleta della nostra terra in una disciplina molto particolare, forse non dai più conosciuta, ci racconta come si è avvicinata allo sport ed a questo sport in particolare, uno sport in cui vinci anche non arrivando primo.
_ Angela “ Angie “ Storti, per quelli che non ti conoscono, ci vuoi dire chi sei, ti vuoi presentare?
_ Sono una persona normalissima, fanatica dello sport perché indipendentemente da tutto credo che lo sport salvi dalla monotonia della vita in generale. Amo lo sport così tanto da rinunciare alle “ frivolezze “ della vita. Ad esempio, come ogni donna, vado dal parrucchiere ma non mi faccio fare nemmeno più la piega ed esco con i capelli bagnati.
_ Come e quando è nata la tua passione per lo sport? Ti sei dedicata fin da ragazza all’ atletica o prima hai avuto modo di praticare altri sport?
_ Da ragazza, ho fatto pallavolo perché dove vivevo prima ( Castiglion Fiorentino, ndr ), non c’ era una pista per l’ atletica, poi danza. Poi cresciuta, ho fatto anche palestra perché fare qualsiasi tipo di sport giova sia al fisico che alla mente. Mi è sempre piaciuto molto correre, però la corsa la vedevo solo per quelli bravi e basta, al gareggiare non ci pensavo, vedevo la gara come una cosa impossibile fino a che un giorno, vedendo la Maratona di New York che per tutti noi è “ La Maratona “, un giorno mi sono detta che l’ avrei fatta anch’ io. Nel 2016 ho iniziato a gareggiare correndo la mezza maratona in circa due ore e da lì sono stata catapultata in questo mondo. In sei mesi ho poi preparato la Maratona di Firenze e quando sono arrivata al traguardo mi era sembrato di aver scalato il Monte Bianco, nonostante un ginocchio piuttosto malandato.
_ Dalla maratona all’ ultramaratona, dai canonici 42 chilometri e 195 metri a 52 kilometri e poi 100. Come è avvenuto il passaggio ?
_ Dopo aver fatto la Maratona ci si sente invincibili ed in grado di fare tutto. Dopo aver fatto anche la Maratona di Verona, alcuni amici mi hanno detto che ci sarebbe stata anche l’ Ultramaratona di Siena, della distanza di 50 km: è stata un’ esperienza bella e dura allo stesso tempo, ma arrivare poi in Piazza del Campo con la gente che ti acclama e ti applaude ti dà una soddisfazione davvero enorme. E da lì, la passione per le lunghe distanze, invece che scemare, è aumentata. Ho partecipato alla Ultratrail in Chianti, 74 km, alla Strasimeno, 58 km, tutto questo come allenamento per poter partecipare al Passatore, da Firenze a Faenza. Una settimana prima del Passatore, però, stavo veramente male per una tendinopatia del tendine tibiale anteriore. Un dottore mi pratica un’ infiltrazione di cortisone che non farò mai più perchè il dolore, invece che diminuire, è aumentato e , quindi, ho dovuto rimandare il Passatore al 2019.
_ Nel 2019 hai partecipato alla Ultramaratona del Duca da Arezzo a Cortona per 50 km e poi i 100 km del Passatore partendo dalla Piazza del Duomo di Firenze fino a Faenza, tutto questo per allenarti e prendere poi parte all’ Ironman di Cervia del 21 settembre: 14 ore fra nuoto, bicicletta e corsa, il tutto per un totale di 225 km. Oltre alla stanchezza finale, quali altre sensazioni hanno provato il tuo corpo e la tua mente durante e dopo questa gara?
_ Mi sono innamorata del triathlon anche perché mi sono detta che la sola corsa incominciava a pesare. Il triathlon mi ha sempre affascinato anche se non ero mai salita su una bicicletta da corsa ed il nuoto erano circa 20 anni che non lo praticavo. Quando, poi, ho visto, alcuni miei amici partecipare all’ Ironman ( 3800 metri di nuoto, 180 km in bicicletta ed i 42 km e 195 metri della maratona ) di Cervia, mi sono detta che l’ anno dopo l’ avrei fatto pure io. Ho trovato una squadra, la Triathlon Trasimeno e l’ allora Presidente, Alessandro Iovine, mi è stato vicino e dai primi di febbraio ho iniziato ad allenarmi per l’ Ironman. A maggio alcuni amici della squadra hanno fatto il Challenge di Riccione, metà percorso rispetto all’ Ironman ed io ho detto al mio allenatore di volerlo fare, ma lui mi ha consigliato di fare l’ Olimpico, 1500 metri di nuoto, 10 km di corsa e 40 km di bicicletta. L’ ho vinta io ed il 5 maggio partecipo al Challenge, ma la prova di nuoto è stata un’ agonia , ero andata in iperventilazione data anche dal fatto che l’ acqua fosse particolarmente fredda, ho nuotato all’ impazzata e vedevo le mie avversarie allontanarsi. In bicicletta mi dico di prendermela con calma e di andare al mio ritmo finchè dopo trenta minuti non viene giù un temporale di proporzioni devastanti, a causa del quale ho patito tantissimo freddo. Vedevo la gente che si fermava ed io mi raccomandavo a Dio ed ai miei cari che non ci sono più. Per fortuna, quando c’ era la salita, il mio corpo un po’ si scaldava, ma quando c’ era la discesa fra la strada bagnata ed il gelo, era davvero un’ impresa. Superate anche queste difficoltà, arrivata al traguardo, mi metto le scarpe per correre ed inizio la mezza maratona, con i primi km fatti bene con le gambe sciolte grazie alla bicicletta e quando arrivo al traguardo è la più grande vittoria con la gente che ti acclama. Successivamente, ho fatto l’ Olimpico a Senigallia divertendomi tantissimo. Poi che succede? Ti alleni tantissimo per arrivare al massimo per l’ Ironman ed il giorno prima della gara ti senti come il giorno prima di dare un esame all’ Università, non sai niente e ti prende il panico. Improvvisamente, pensavo di non essere più in grado di fare niente. La mattina della gara, a causa della tensione, ho mangiato per forza, anche se non mi andava niente. Poco prima di partire mi prende il panico ed inizio a versare alcune lacrime domandandomi chi me l’ avesse fatto fare. Mi butto in acqua ed inizio a nuotare con ottime sensazioni ed è stata la migliore delle tre frazioni. Poi, mi sono fatta i miei 180 km in bici con il mio passo, andando un po’ più piano rispetto a quanto avevo preventivato, ma venivo dal nuoto e poi mi sarebbe aspettata la maratona, quindi dovevo dosare le energie. Intorno al sessantesimo chilometro, mi è presa una crisi di sonno, però mi sono nutrita, ho bevuto, poi c’ è stata una salita e la crisi è passata. La cosa più bella di tutto questo, però, è la gente che ti incita di continuo e ti dà la forza per andare avanti. Durante la corsa, ho poi avuto qualche problema fisico con trentasette chilometri in cui sono andata piuttosto piano, accelerando poi nel finale quando si avvicinava il traguardo. E quando ho tagliato il traguardo, è stata una sensazione spettacolare, ancora mi viene la pelle d’ oca a ripensare a quando mi è stato detto “ Angela, tu sei un’ Ironman “.
_ Ti chiedo scusa per l’ ignoranza, ma un corpo come il tuo, quanti Ironman può fare in un anno?
_ Generalmente se ne fa uno anche perché si cerca di prepararlo al meglio, ma ho visto che c’ è chi ne ha fatti due anche a breve distanza. A me piacerebbe partecipare a quello di Francoforte che, però, quest’ anno è stato fatto in condizioni climatiche proibitive con un caldo davvero anomalo e con gente che si è sentita male.
_ L’ allenamento fisico, più o meno, varia a seconda delle discipline che si svolgono, ma quanto conta l’ aspetto mentale in competizioni del genere?
_ L’ aspetto mentale, per quanto mi riguarda, è fondamentale perché io, fondamentalmente, sono stata sempre abbastanza incosciente. Ho voluto fare il Passatore, 100 km da Firenze a Faenza, dopo aver fatto solo il Granducato ed un’ altra maratona, 50 km da Arezzo a Cortona quando, in realtà si dovrebbero fare anche altre gare per essere maggiormente pronti e ti dirò che dopo aver fatto i primi 75 chilometri del Passatore, le gambe non mi rispondevano più come dovevano con gli ultimi 25 chilometri fatti pressoché camminando ed è in questo caso che entra in gioco l’ aspetto mentale, devo morire per mollare.
_ Quanto tempo ci vuole per riprendersi da un Ironman?
_ Non so darti una risposta precisa, ti posso dire che mi sono fatta due giorni di totale riposo, poi ho ricominciato ad allenarmi questa settimana con la corsa, in bicicletta la settimana passata facendo 90 chilometri ed in piscina dove ho fatto molto bene milleduecento metri, ma poi mi sono fermata perché la fatica veniva fuori. Nei giorni scorsi, comunque, ho fatto anche un allenamento di 2000 metri in piscina che è andato davvero bene migliorando, dopo 1500 metri, il mio primato personale di due minuti. Il 21 ottobre, parteciperò ad un “ Medio “ in Puglia ( metà percorso dell’ Ironman, ndr ) e poi ti dirò come mi sento.
_ Quando torni a casa, a cosa ti dedichi?
_ Mi dedico a mia figlia e mi dedico molto a lei e lavoro con gli stranieri perché mi piacciono particolarmente le lingue.
_ Ultima temutissima domanda: cosa vuole fare Angela “ Angie “ Storti da grande?
_ Io penso sempre in grande perché nella vita darsi degli obiettivi ti salva la vita. Vorrei, ovviamente, per quanto riguarda l’ ambito sportivo, arrivare a fare un determinato tempo nell’ Ironman, tempo che non dico per scaramanzia e poi vorrei realizzare il sogno di fare l’ Ultratrail del Monte Bianco e poi fare l’ Ultramaratona Milano – Sanremo, di 285 km. L’ importante è avere l’ idea di poter raggiungere qualcosa, di porsi degli obiettivi.
Stefano Steve Bertini
ps Angela è una ragazza vera, genuina, spontanea che lotta per i suoi obiettivi ed in molti dovrebbero imparare da lei.