Un articolo tratto dal sito di ANCI, l’associazione dei Comuni italiani, rivela un frangente che sarebbe interessante approfondire anche in Valdichiana. Secondo gli italiani, scrive infatti ANCI, i Sindaci dovrebbero guadagnare più dei parlamentari e i primi cittadini dei piccoli comuni dovrebbero vedersi riconosciuta, caso unico tra tutte le altre figure istituzionali, un’indennità maggiore di quella che in realtà viene loro elargita. L’affermazione è fondata sull’indagine Cittalia-Anci Ricerche ed è stata presentata all’Assemblea nazionale di Brindisi.
Per prima cosa, e su questo possiamo confermare per esperienza diretta, c’è un colossale equivoco su quelli che siano i reali compensi. Si sa tutto ormai di quelli dei parlamentari, mentre c’è molta poco informazione su quelli di Sindaci e Assessori. A questo proposito rivendichiamo il merito di aver cercato di colmare la falla, ovviamente con risultati minuscoli in quanto testata di dimensione locale, con alcuni articoli e domande “a bruciapelo” ai nostri primi cittadini quando erano nostri ospiti in interviste o alla nostra trasmissione “Aquarius”.
Secondo ANCI molti italiani pensano che gli stipendi dei sindaci siano superiori ai 10 mila euro, quando in realtà arrivano al massimo a 7.800 euro nelle metropoli. E se nei piccoli centri i primi cittadini guadagnano tra i mille e i duemila euro, gli italiani sono convinti che in busta paga arrivino loro 5 mila euro.
La cosa curiosa, però, che ci spinge a titolare il nostro pezzo “Incredibile ma vero” è che se si domanda quale dovrebbe essere il reale stipendio di ciascuna carica politica, gli intervistati sostengono che i sindaci dovrebbero guadagnare più dei parlamentari (4200 euro al mese, contro 4150). Inoltre, i sindaci dei piccoli centri sono gli unici dell’intero quadro istituzionale che secondo i cittadini dovrebbero guadagnare di più (3 mila euro al mese) di quello che realmente accade (tra i mille e i duemila).
Allo stesso modo, sempre secondo l’inchiesta condotta da ANCI, l’esigenza più evidente manifestata dagli italiani è quella di salvaguardare le competenze dei livelli locali di governo, tagliando invece ai livelli più alti.
L’opinione pubblica e l’onda anti-politica ormai in essa predominante, quindi, va in direzione sostanzialmente opposta all’azione di riduzione di spesa operata da chi ci governa. Auguriamoci che dati come questi appena snocciolati possano servire a far cambiare rotta.
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