Sold out per il Gran Gala di Capodanno e per la XII edizione di Colazione al Museo, firmati Vittorio Camorri e Terretrusche Events, che registrano i “numeri” più significativi, tra gli eventi del Natale a Cortona appena concluso.
Oltre 1000 biglietti staccati per “L’uovo di Capodanno “ al MAEC. 220 ospiti per il Cenone con ballo al Teatro Signorelli.
10 e lode a Camorri e al suo staff, all’Amministrazione comunale, per la “Colazione”, sempre nuova e creativa, che entra a pieno titolo tra gli appuntamenti ”glamour” di inizio anno e per questo primo “Galà”, elegante, “gourmet”, dal buon sapore dell’amarcord. Non nostalgico, ma in continuità con la tradizione dei Veglioni del Signorelli. Con lo “antipastissimo” del Ristorante Tonino (un pezzo di storia della ristorazione cortonese!) e la “torta” di Banchelli (90 anni, quest’anno, di arte pasticciera a Cortona!), la “Ribollita di pesce” e i “Cappelletti di Modena in brodo di cappone della Valdichiana”, insieme, in un Menù “stellato” giocato sulle “contaminazioni” che vince nel gradimento dei commensali.
Cortona si conferma ospite raffinata, nel ruolo che le è da sempre il più congeniale, raccogliendo un pubblico di visitatori, italiani ed internazionali di alta qualità, intorno all’esperienza del “viaggio culinario” capace di raccontare, attraverso il buon cibo ed il buon bere, la storia, la cultura di un territorio.
La sua geografia economica, con la vallata e la montagna punteggiate di attività produttive in un contesto paesaggistico unico e il centro storico, con i suoi luoghi d’arte, a far da “salotto buono” , sembra cucita addosso alle richieste del nuovo turismo enogastronomico. Ma Cortona, ancora alla ricerca di una sua identità, indugia ad intervenire con una politica di marketing e promozione, decisa e competente ed il programma di Natale si rivela l’ennesimo bel “collage” di eventi che stentano a raccordarsi in una visione comune.
Esempi diversi ci vengono dalle vicine realtà turistiche che cambiano segno alla loro economia in pericoloso stallo investendo risorse e professionalità. Stiamo parlando di Montepulciano che fa “Sistema” puntando su Arte, Artigianato, Terme e Gastronomia, con la Strada del Vino Nobile premiata dalle presenze turistiche e pure dal CENSIS! E ancora di Castiglion Fiorentino che cambia passo, confeziona una “sagra” di Cinema e Cibo, punta sul brand Olio Dop e IGP, col Sindaco Agnelli Vicario delle Città dell’Olio.
E poi c’è Castiglione sul Lago che, con un coraggioso ma concreto progetto di marketing, accende “L’ Albero di Natale sull’acqua più grande del mondo”, ecosostenibile, da Guiness dei primati, stacca quasi 50.000 biglietti e sulla scia del ritrovato interesse turistico, finanzia e programma nuove strategie di mercato e comunicazione puntando su ambiente e natura.
“Cortona, nel frattempo, chiede ai cittadini di realizzare un logo evocativo della sua identità ma quale identità?”
“Cortona non ha bisogno di un marchio- ha detto Vittorio Camorri, che abbiamo incontrato a pochi giorni dalla conclusione del “Natale a Cortona”- può essere utile ma non è necessario. Quello che è necessario è che Cortona si svegli. Fino ad oggi abbiamo goduto di rendita ma stiamo perdendo di competitività rispetto alle realtà limitrofe. Cortona deve costruire una sua identità ma non c’è concertazione tra politica e operatori economici. ”
“Il “viaggio di gusto”, come forma di turismo culturale, può rappresentare per Cortona il driver vincente per il rilancio economico?”
“Il turismo enogastronomico- spiega Camorri, Presidente di Terretrusche- sta cambiando il modo di fare ospitalità. Il viaggiatore del XXI secolo si muove tra mercati, ristoranti, degustazioni lezioni di cucina, cantine, e la sua richiesta di coinvolgimento sul territorio si va allargando ad altre attività produttive come frantoi, stalle, aziende ortofrutticole. Questo significa delocalizzazione dell’offerta turistica e per Cortona la possibilità di farsi conoscere dalla montagna alla valle. Inoltre, si sposta in qualsiasi periodo dell’anno perchè lega la sua vacanza all’evento e la dimostrano i dieci ospiti “volati” dall’America per essere al Gran Galà del 31 dicembre. Ne consegue una destagionalizzazione dell’offerta turistica per gestire la quale, è ovvio che debba esserci alle spalle un sistema che funzioni, di negozi, bar, alberghi aperti tutto l’anno.”.
“Quali azioni devono compiere la politica e l’economia locale perché Cortona trovi concertazione nella sua offerta turistica?”
“Quello che manca- sottolinea Vittorio Camorri- è una seria programmazione, fatta per tempo, della stagione turistica e degli eventi, da parte delle Istituzioni, entro la quale ogni operatore possa muoversi. Manca un Consorzio degli operatori del territorio con un Presidente che possa fare da interlocutore con le Istituzioni. Esperienze del genere ci sono state in passato ma sono sempre fallite. Inoltre non possiamo pretendere che l’Amministrazione finanzi tutto. Dobbiamo investire di tasca nostra, come operatori. ”
“La professoressa Roberta Garibaldi, pluristellata del Food Tourism, nel suo Rapporto sul Turismo enogastronomico Italiano 2020 parla di “paesaggio enogastronomico” riferendosi a quell’insieme di cultura, ambiente, attività e prodotti tipici, che il turista enogastronomico prende sempre più in considerazione quando sceglie la meta del suo viaggio. Marco D’Eramo, giornalista e scrittore, autore, tra gli altri, de “Il selfie del mondo: indagine sull’età del turismo”, sempre a proposito di turismo enogastronomico, ci mette in guardia dal rischio di “autentica finzione” ovvero di una offerta turistica esperienziale che diventa “messa in scena” offrendo al turista quello che si aspetta di vedere. Quali sono i rischi dell’offerta enocultural-gastronomica se non affidata alla professionalità ?“
“ Mi ritengo un allievo della Prof.ssa Garibaldi che seguo da molti anni, di cui ho letto tutte le pubblicazioni e che ho avuto ospite, l’anno scorso, di “Chianina & Syrah”per una Masterclass. Condivido a pieno la sua analisi del fenomeno turistico enogastronomico, basata su rilievi e dati concreti. Il viaggiatore dei nostri tempi attraversa trasversalmente tutte le generazioni. Non cerca più solo un posto letto, vuole fare conoscenza del territorio, autentica e sostenibile. E’ un cliente informato che non si illude facilmente, vuole qualità, cerca nel piatto un racconto, la storia delle materie prime, della terra che le produce, dello chef che l’ha realizzato. Sviluppo, occupazione, rilancio economico sono le conseguenze di una buona politica turistica che punti al buon bere e al buon cibo coniugato alla cultura ma bisogna essere seri, ci vuole poco a rovinare questo mercato con prodotti di bassa qualità e con l’improvvisazione. Sono questi il vero pericolo ! E possono irreparabilmente danneggiare l’immagine di un territorio.”
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