di MARCO SCARAMUCCI
Quella per i Simulacri lignei di Cortona (cfr. nostro articolo sullo stesso tema pubblicato 1 anno fa) è una devozione popolare ancora viva e sentita e anche se adesso sono venerati solo nella Processione della settima Santa, in passato erano oggetto di attenzioni e considerati un mezzo per chiedere a Dio grazie e favori.
Ci fu un tempo in cui i Confratelli delle Compagnie si stringevano affettivamente attorno al proprio Simulacro, protestando e lottando contro le decisioni del Vescovo e del Governo del Granduca di Toscana che volevano destinare le Statue altrove o sopprimere le Compagnie.
Il Gesù Flagellato e legato alla Colonna è uno dei Simulacri più antichi e ricchi di storia di Cortona. Ogni anno nella Settimana Santa e in special modo nel Venerdì, il nostro amato Simulacro richiama a sé vecchi e nuovi devoti, i nuovi “Fratelli” di una Compagnia non regolata da Costituzioni ma dalla voglia di tener viva una antica tradizione, che rischia sempre più di affievolirsi.
Curioso di saper qualcosa di più a proposito del Cristo Flagellato, ho ricercato su vecchi testi, riguardanti Cortona e le sue opere d’arte ed ho trovato varie notizie storiche, così ho provato a riunire tutto in una linea temporale in modo da ricostruire la storia del Simulacro e dei Fratelli delle Compagnie che anticamente lo hanno posseduto e custodito per farlo arrivare fino ai giorni nostri.
Il Simulacro del Cristo Flagellato legato alla colonna, segnato dal trascorrere del tempo, ma sempre suggestivo allo sguardo di coloro che lo vanno a visitare, si trova oggi custodito in una nicchia sopra l’Altare Maggiore della Chiesa di San Benedetto in Cortona, ma prima di giungere in questo luogo, come vedremo ebbe una storia un pò movimentata e ricca di vicissitudini.
Come scrive Angelo Tafi in “IMMAGINE DI CORTONA “:
“ La bella e famosa statua di legno dal Tartaglini definita Miracolosissima, ritenuto il Simulacro di maggior interesse artistico di Cortona, databile tra la fine del XVI e i primi del XVII Secolo è di fattura fiamminga, ma l’autore rimane ignoto, anche se fu attribuita dalla tradizione all’artista Francesco Fabbrucci (1687-1767)” , ovvero colui che realizzò altri Simulacri, “ma questa ipotesi è scartabile perché il Sernini Cucciatti che viveva ai tempi del Fabbrucci, la riteneva un’ opera della prima metà del XVII Secolo, mentre la Guerrieri riteneva che fosse di Andrea Sellari (1586-1672) autore del Crocifisso ligneo del Duomo.
A riprova della datazione Alberto della Cella in “Cortona Antica” scrive che il Cristo fu donata da Gio. Paolo Vagnotti Cortonese all’inizio del XVII Secolo.
Il Tafi continua scrivendo: “ Il Simulacro fu dipinto da Andrea Commodi maestro di Pietro Berrettini, ma fu ridipinta successivamente in maniera poco felice.
Il Cristo Flagellato fu donato alla Confraternita della Trinità dei Laici della Chiesa di S. Marco.”
Nel manoscritto “ MEMORIE DELLA CITTA’ E DIOCESI CORTONESI ESTRATTE DA ANTICHI E VERIDICI MANOSCRITTI COMPILATE NEGLI ANNI 1759-1760 “ si legge che sopra l’Oratorio della Santissima Trinità si trovava la Chiesa e “ l’Altare in Cornu Evangelii che era dedicato appunto a Gesù Cristo Legato alla Colonna. La Cappella era fatta di legno intagliato e dorato. Nel posto dove si trovava il quadro c’era una nicchia con una bellissima statua al naturale di Gesù Cristo legato alla colonna dipinta da Baccio Ciarpi (forse colui che lo ridipinse in malo modo). Nello sportello per chiudere la suddetta nicchia c’era la raffigurazione pittorica dello stesso Cristo legato alla colonna, realizzata da Domenico di Vincenzo di Conte Conti da Cortona morto a Roma nel 1708.
A questo Altare vi era eretta la Compagnia della Crocetta, per il riscatto degli schiavi Cristiani in mano ai turchi. Era ricca di indulgenze per i fratelli e sorelle e vi si dava l’assoluzione Papale per S. Agnese, 2° Giovedì Santo e per S. Caterina di Novembre, nelle quali feste si scopriva la Sacra Immagine del Cristo Flagellato.
Di più lo scuoprono nei Venerdì del mese di Marzo, mentre il Giovedì Santo veniva portato nell’Oratorio inferiore ponendolo tra manigoldi (cavalletti o sostegni) con decorazione e qui viene tenuto per tutto il Triduo di Pasqua.
Il Giovedì Santo sera di notte fanno con detta statua i fratelli della Compagnia quali hanno la cappa rossa una Processione con una gran quantità di torce accese girando per i luoghi principali della Città.”
Gli altri Simulacri venivano portati processionalmente: il Mercoledì quello Orante, il Venerdì il Cristo Morto.
Il Simulacro del Gesù legato alla Colonna, molto venerato, e famoso per le grazie che concedeva ai fedeli, veniva scoperto e portato in Processione per le vie della Città con Canti e Preghiere non solo durante la Processione del Venerdì Santo ma anche nei momenti di grandi bisogni della Città, come ad esempio “Ad Pretenda Pluvam” per chiedere, cioè, la pioggia per le messi, e anche per domandare a Dio la fine del maltempo o di una carestia, una pestilenza o altre calamità, e non solo questo. Il Cristo, infatti, veniva anche esposto in occasioni particolari nella propria Chiesa d’appartenenza oppure portato in Processione nelle altre chiese di Cortona ed esposto in esse alla pubblica venerazione per alcune ore o anche per interi giorni.
Nelle Feste solenni venivano distribuite ai fedeli anche immagini raffiguranti il Simulacro
Bernardino Cecchetti nei suoi “ANNALI CORTONESI (1763-1810)” ci riferisce quanto segue:
“-Nel Marzo 1774
il Vescovo di Cortona Mons. Giuseppe Ippoliti con l’approvazione del Governo ha comandato […] che la Processione il Simulacro del Cristo Flagellato si debba fare il Mercoledì Santo.
-Il 14 Dicembre 1784 (dal Gran Duca di Toscana Pietro Leopoldo )è venuto l’ordine che siano abbolite per ora le due Compagnie laicali della SS. Trinità dei Laici e di S. Giovanni.
-Il 20 Dicembre 1784
La sera del dì 20 alle sette in circa fu quietamente levato dalla chiesa della soppressa SS.ma Trinità de Laici il Cristo legato alla colonna e portato in mezzo alla squadra de birri al monastero della SS.ma Trinità delle monache. Fu serrato in un armadio e ciò per ordine del vescovo. Ed intanto per trattenere il tumulto popolare si da ad intendere che ciò è stato fatto per tenerlo con custodia fino a nuovo ordine, nonostante non solo il popolo di S. Marco ma anche di tutta la città va facendo de memoriali al Sovrano perché detta statua sia rimessa in un luogo che sia di soddisfazione a tutti, ma non però ne monasteri di monache.
-Il 7 Febbraio 1790
Questa mattina è stata consegnata la chiesa restaurata del conservatorio della SS. Trinità; ed è stato posto nella nuova nicchia il simulacro del Cristo legato alla colonna regalato dal vescovo e dal sig. Uberto Boni alle monache ingiustamente, come più volte si è detto.
-Il 13 Marzo 1794
È saltato in testa al popolo cortonese di fare le processioni di tre simulacri, nelle sere del mercoledì, giovedì e venerdì santo, già proibite dal nostro gran Leopoldo. Ma vi nascerà degl’ostacoli, perché non vi è altro simulacro in dominio delle compagnie laicali che quello del Cristo orante che si trova in S. Marco; quello legato alla colonna dal vescovo fu regalato alle monache della SS. Trinità; quel morto alle monache di S. Michelangelo; sicché anno fatto una supplica al vescovo non solo perché gli conceda la licenza per fare le dette processioni, ma anche per ottenere l’altre due statue che anno le monache, almeno per fino al mercoledì doppo Pasqua, dando per mallevadori alcuni nobili. Tutto è stato accordato con i suddetti patti, cioè che le monache della SS. Trinità consegneranno ai fratelli della SS. Trinità il simulacro legato alla colonna, e i detti fratelli anderanno a prenderlo e lo porteranno processionalmente a S. Marco, e con questo faranno la processione il giovedì santo, come era solito una volta; portato che sarà il detto simulacro nella chiesa di sotto di S. Marco.
-Il 7 Aprile
Oggi il vescovo ha mandato la copia del suo decreto sopra le prossime processioni della settimana santa; le quali si debbono fare di sera, ma non nella notte troppo avvanzata; ordina poi che le monache concedino il simulacro del Cristo legato alla colonna a S. Marco per fare il giovedì santo la processione, con patto però che il mercoledì doppo Pasqua lo restituischino.
-Il 14 Aprile
…Questa mattina fra le nove e le dieci molti fratelli della compagnia di S. Marco incappati e con torcia nera e cappa rossa con capuccio nel viso, ed il loro priore Argentini si sono portati alla chiesa delle monache della SS.ma Trinità ed anno preso il Cristo legato alla colonna, e processionalmente l’anno trasportato a S. Marco; e l’anno messo nella chiesa di sotto in un teatro che rappresenta il cortile dove fu battuto; e poi insieme sono andati a fare l’ora al Duomo.
-Il 26 dello stesso mese
Appena compite le processioni di sera, fecero un memoriale al vescovo che esso rimettesse le respettive statue di legno ai loro antichi luoghi, cioè il Cristo legato alla colonna lo rendessero a S. Marco, come già era prima,e il Cristo orante fosse dato a S. Niccolò compagnia laicale. Dunque doppo tante e tante persuasioni fatte alle monache e dal vescovo e da altri, anno condisceso a concedere con qualche dura convenzione.
Il 4 Luglio 1794
Adesso il vescovo a viso scoperto si è unito con i fratelli ribelli alla cura di S. Marco; ora si vantano che il Cristo legato alla colonna non deve andare più a S. Marco ma in quella chiesa che si destinerà per i nuovi fratelli usciti da S. Marco (Che sarà poi la Chiesa di S. Benedetto) . Quelli di S. Niccolò, che sentono che il Cristo legato alla colonna deve andare dove faranno la compagnia i detti sig. nobili, e vedendo che in questa occasione loro saranno i perdenti, perché i fratelli nè il curato di S. Marco non gli vorranno dare più il Cristo orante, dunque minacciano fiamme e fuoco, e di prepotenza vogliono portare via il Cristo legato alla colonna alle monache avanti che lo prendino i nobili.
(91) Che sarà poi la chiesa di S. Benedetto.
-Il 25 Agosto
Questa sera è venuta una lettera ai ribelli della cura di S. Marco con la licenzia che essi possino erigere altra nuova compagnia laicale nella chiesa che era de scolopi comprata prima dal nobile sig. Colonnesi e poi rivenduta al nobile sig. Francesco Orselli. Dunque i sopradetti sig. ribelli esultano, tanto più che essi affermano che anno ottenuto anche il Cristo legato alla colonna, e di più si vantano che il simulacro orante sarà dato alla compagnia di S. Niccolò.”
A S. Benedetto nacque la Confraternita del Gesù Flagellato alla Colonna, che però ebbe vita breve.
“-Il 19 Aprile 1810
Fu stabilito seriamente (sotto la guida del Vescovo di Cortona Mons. Baldacchii-Laparelli) che le compagnie laicali di S. Niccolò, di S. Marco, di S. Benedetto, il venerdì santo, tre ore doppo mezzogiorno, portassero il Cristo orante quello del Calvario e quello legato alla colonna, nella chiesa di S. Agostino, tutto privatamente accompagnato con la croce e pochi lumi.
Ogni compagnia non doveva portare altro che cento lumi e cento persone incappate. Circa alle sei di sera, doppo finiti i mattutini soliti, secondo i loro posti con croce lumi è uscita da San Agostino la prima compagnia di S. Marco e nel fine il Cristo orante, dietro vi era la croce di quello legato alla colonna della compagnia di S. Benedetto con l’istesso seguito di lumi e la statua del Cristo legato alla colonna. In seguito la croce di S. Niccolò con gl’istessi lumi e statua del Cristo al Calvario (che era precedentemente il Cristo Orante ordinato e fatto a Roma nel 1795 il quale il Governo ordinò di titolare in Cristo al Calvario per non avere due simulacri simili, poi danneggiato in buona parte da un incendio) . Questa, appena uscita di chiesa da Porta S. Agostino è comparsa la croce della compagnia del Cristo morto ma in questa vi erano molti preti, ragazzi con la passione sacerdoti con pianeta e poi il Cristo morto sotto il baldacchino portato dai fratelli della compagnia vestiti con cappa tamburo battente. La processione è riuscita bene con regola e quietezza secondo il solito e a molti è piaciuta detta processione da altri è stata criticata. Alla Ave Maria detta processione era stata compita. Dietro al Cristo morto vi era la SS.ma Vergine dolorata imprestatagli dalle monache della SS.ma Trinità malvolentieri. Poco doppo finita la processione sono state prontamente subbito riportate le statue alle loro respettive chiese.”
Da allora, da quell’anno 1810, il Rito della Processione fu inscenato con i Simulacri riuniti nella notte del Venerdì Santo, anche se per molti anni, circa dopo la metà del ‘900, le statue lignee uscirono solo a cadenza quadriennale e inoltre, secondo quanto mi è stato di recente raccontato, con solo un Simulacro e non sempre lo stesso, fino al 1986. In quell’anno, infatti, Mons. Luciano Giovannetti, Vescovo Ausiliare di Cortona, decise che la Processione si svolgesse annualmente come da antica tradizione con tutte le statue. Questa consuetudine è rimasta fino ai giorni nostri.
Il Venerdì di Pasqua, dopo le 21:00, se nessuna avversità lo impedisce, mentre i portatori si vestono delle cappe, si aprono le ante del portone e si fanno gli ultimi preparativi, un gruppetto di persone si ritrova davanti alla Chiesetta di S. Benedetto, sono gli affezionati del Simulacro, venuti a fargli un gesto di omaggio o ad assistere ed aiutare nel momento più atteso, quando il Cristo Flagellato, in piedi con lo sguardo rivolto al cielo, il corpo martoriato, le mani legate alla colonna e con il drappo vermiglio a ricoprirlo in vita, posto sul suo baldacchino, con qualche scricchiolio esce nel piazzale, in spalla ai 12 Portatori e accompagnato dai figuranti.
Il piccolo Corteo oltrepassato Vicolo Orselli si riunisce in Processione con gli altri Simulacri di Gesù e quello della Madonna Addolorata, per Benedire Cortona e i fedeli accorsi nelle strade e nelle piazze, continuando la secolare tradizione Cortonese.
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