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“Il nodo” al Signorelli con le belle prove di Ambra Angiolini e Ludovica Modugno

Definirlo semplicemente un testo sul “bullismo” sarebbe banale. “Il nodo” di Johnna Adams, giovani drammaturga americana, in scena al Signorelli di Cortona, è un faccia a faccia drammatico tra due donne, un confronto spietato tra due ruoli, quello di madre e quello di insegnante, tra genitori e istituzioni, di fronte alla comune sconfitta del suicidio di un ragazzo, coinvolto in un episodio di bullismo e sospeso dalla scuola.

Ispirato ad un fatto realmente accaduto in America, dove un bambino di otto anni, dopo essere stato bullizzato, si è impiccato, la pièce diretta da Serena Sinigallia, con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno, è ambientata in un’aula di una scuola media di Lake Forest, vicino Chicago ma la storia riguarda ognuno di noi.

I banchi sono vuoti, è l’ora di ricevimento! La classe appare deformata, i banchi in bilico. Una scena di grande impatto, quella pensata e realizzata da Maria Spazzi. Il pavimento è rigonfio,  sul punto di esplodere, carico dell’amarezza di ragazzi inascoltati, come Gidion, spesso fraintesi nella loro libera espressività. Corryn vuole spiegazioni dalle istituzioni per un gesto del figlio così estremo. Sfoga la sua rabbia, volano libri, volano le sedie e i banchi in una drammatizzazione scenica fortemente realistica. Heather è impaurita, all’inizio. Vorrebbe aspettare la Preside per dare insieme a lei “la versione ufficiale” della scuola sull’accaduto, prova a rispondere agli attacchi di Corry, non nega il suo disprezzo per Gidion, difende il suo ruolo di “insegnate di italiano”. Poi la fragilità di entrambe esce allo scoperto e si ritrovano abbracciate a rivelare di aver bisogno l’una dell’altra.

60 minuti circa di uno scontro doloroso che è una battaglia senza vincitori né vinti.

E’ un “nodo” gordiano, in districabile, il conflitto che ha portato Gidion alla morte. Inutile tentare di scioglierlo, va reciso. L’unica verità è che non bisognerebbe mai trascinare certe situazioni fino all’irreparabile. Che sia stato vittima o carnefice Gidion è stato lasciato solo. Che sia il bullo o il bullizzato la famiglia, la scuola, la società sono i veri sconfitti. Heather e Corryn cercano di giustificare, con se stessi prima che con l’altra, certi comportamenti, di salvarsi dai sensi di colpa per una morte che pesa sulla coscienza.

Ambra Angiolini e Ludovica Modugno, come due guerriere si fronteggiano nell’aula a soqquadro.

Due generazioni di attrici a confronto.

Ludivica Modugno attrice poliedrica di cinema teatro, tv. Doppiatrice. Esordisce nel doppiaggio da bambina prestando la voce al protagonista di “Marcellino pane e vino” del 1955. “Enfant prodige”, anche in teatro e in televisione. In scena, con i suoi magnifici 71 anni, ci regala un punto di vista, quello dell’insegnante, mai sondato così a fondo.

Ambra Angiolini, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica, cantante. Scoperta a 15 anni da Boncompagni, esordisce tra le fila delle ragazze di “Non è la Rai”. Poi la carriera nel cinema che la premia come rivelazione dell’anno 2007 con Il Davide di Donatello, il Globo d’oro e il Ciak d’oro   per “Saturno contro”. Nel 2002 l’ incontro con il teatro che l’Angiolini definisce “un amore senza fine”. La sua Corryl è madre, proprio come lei. Sulla scena, ad ogni sipario, l’attrice romana combatte per tutti noi genitori, per svegliare le nostre coscienze.

Grande assente di questo spettacolo, al Signorelli di Cortona, è stato il pubblico dei giovani. Da diversi anni, in verità, la mancanza dei giovani al Signorelli ha creato un vuoto nel settecentesco teatro cortonese che probabilmente non tutti hanno avuto  la sensibilità di notare (felici, piuttosto, di assistere agli spettacoli indisturbati dal vocio del loggione che ospitava gli studenti!) e che nessuno si impegna seriamente a colmare. 

Avere la fortuna di un  teatro, vivace e prestigioso, a Cortona, e non portarci i ragazzi significa privarli di un incontro formativo con un linguaggio che coinvolge la scrittura la musica, la gestualità. Un rimedio alla solitudine dei “social”. Una educazione al “bello”.

 “Il nodo” meritava di essere visto dai ragazzi, se non altro per i temi che trattava. Magari si poteva prevedere un matineè dedicato esclusivamente a loro. Oppure un  incontro- dibattito con le attrici. Ambra Angiolini sta incontrando centinaia di ragazzi nella tournèe teatrale, in giro per l’Italia.

Antonietta Lamagna

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