Lavoro e gioia non sono antitetici, organizzazione e benessere soggettivo non sono incompatibili. Contesto lavorativo e agio personale non sono conflittuali; buon funzionamento dell’azienda e soddisfazione dei dipendenti non sono antagonisti. Traguardi aziendali e desideri personali non sono in contraddizione, agio dei lavoratori e positivo funzionamento dell’organizzazione sono in un rapporto di reciproca dipendenza.
Muovendo da questi assunti ‘Il lavoro felice’, l’ultima fatica editoriale del professore savinese Bruno Rossi, si impegna a dare evidenza al contributo che il sapere pedagogico può offrire alla riscrittura delle organizzazioni come luoghi di lavoro felice. Osservando e criticando l’organizzazione postmodernità, il testo propone il ripensamento umanistico del lavoro, la riprogettazione personalistica della cultura organizzativa e dei modelli gestionali delle risorse umane, un nuovo modo di essere e di agire nei contesti del lavoro. La formazione è discussa come esperienza in grado di contribuire apprezzabilmente alla realizzazione di una vita organizzativa buona e bella. L’obiettivo prioritario che ispira e sostiene l’elaborazione pedagogica e la correlata progettualità formativa non riguarda tanto l’efficienza tecnica, i risultati, la redditività e il fatturato quanto la difesa dell’integrità del soggetto-al-lavoro e la coltivazione della sua intelligenza emotiva e morale, con il convincimento che in ciò sta la possibilità per la persona di provare il piacere di lavorare, di lavorare meglio e soprattutto di vivere meglio all’interno e fuori dell’organizzazione. Bruno Rossi è professore ordinario di Pedagogia delle organizzazioni nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo dell’Università degli Studi di Siena.
Claudio Zeni