Ha quasi cento anni, il Circolo operaio “Luca Signorelli” di Cortona, fondato subito dopo la prima guerra mondiale da Osvaldo Lorenzini che, ieri pomeriggio, ha ospitato Tito Barbini e la presentazione del suo ultimo libro “Quell’idea che ci era sembrata così bella. Da Berlinguer a Renzi, il lungo viaggio”.
Ad applaudire l’indimenticato Sindaco di Cortona che, appena 24enne, guidò la città nel decennio 1970-1980, in quello stesso Circolo operaio, a lui tanto caro, che lo ha visto crescere e maturare una passione politica mai spenta, c’erano ieri tanti cortonesi.
Cento? No, di più. Molti di più
Compagni di mille battaglie ma anche oppositori leali della sua politica di quegli anni, con i quali si faceva “mattina”, racconta lui stesso nel libro, “per portare avanti un progetto”.
E’ la prima volta dopo tanto tempo che il Circolo operaio “Signorelli” ospita un evento culturale e c’era soddisfazione nello sguardo e nelle parole del Presidente Luciano Cuculi nel dare il benvenuto a Tito Barbini, al suo libro e alla cittadinanza.
La gente, accorsa per incontrare l’ex sindaco, ha apprezzato la scelta di questa inusuale location per l’evento.
In effetti, si respira una bella aria di ricordi nei locali sopra il teatro…e ieri è partito subito un simpatico Amarcord tra i presenti, ognuno dei quali aveva un ricordo della sua giovinezza legato al circolo.
Il tempo, qui, sembra essersi fermato ad almeno trent’anni fa…e questo, ahinoi, non solo per l’arredamento e le suppellettili ma anche per lo stato di conservazione dei locali che avrebbero bisogno di una serie di interventi più o meno urgenti legati ad infiltrazioni ed altro.
“Non lasciate morire il Circolo Operaio!”, è stato questo l’appello di Tito Barbini al Sindaco Francesca Basanieri.
Nel ricordare le sere da bambino trascorse, col suo babbo, a vedere la televisione o intorno al biliardo e le partite a carte che ogni tanto si concedeva negli anni del suo impegno come Sindaco di Cortona, Barbini ha auspicato un ruolo nuovo, legato alla cultura, per il “Signorelli”.
“Vedere questa sala piena di storia della sinistra di Cortona, riempie il cuore”, ha dichiarato il Sindaco Basanieri nel suo intervento di saluto a Tito Barbini e ai presenti.
Ben 4 Sindaci di Cortona, infatti, erano seduti, ieri, nella sala dei biliardi del Circolo “Luca Signorelli”, insieme a tanti militanti storici del partito, ad ascoltare Tito Barbini ripercorrere le tappe della sua personale esperienza politica intrecciata alle vicende che hanno portato il comunismo a ” perdere la sua sfida nel mondo con la democrazia “.
C’era Francesca Basanieri, Sindaco in carica, seduta accanto a lui al tavolo dei relatori, assieme a Carlo Pasqui, segretario Provinciale dei Giovani democratici di Arezzo e a Michele Lupetti, e mediatore dell’incontro. C’erano, poi, tra il pubblico, Andrea Vignini, Emanuele Rachini e Ilio Pasqui.
Un pezzo di storia di Cortona, dunque, riunito in un luogo altrettanto storico di Cortona, il Circolo operaio, che sta vivendo un momento di crisi: “Siamo passati dai 400 iscritti degli anni d’oro agli appena 70 di quest’anno, molti over 65 per i quali non è previsto il pagamento della quota associativa, e gestire il Circolo con tutte le spese che comporta diventa ogni giorno più oneroso.” ha commentato il Presidente Cuculi.
Francesca Basanieri, da parte sua,ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione comunale, per un recupero del Circolo e del suo ruolo sociale.
” Stiamo lavorando per una rinascita del Circolo operaio di Cortona come centro di iniziative culturali locali- ha detto ieri il Sindaco- presto il “Signorelli” ospiterà la sede degli “Amici di Vada” e probabilmente degli “Amici della musica”.
Anche Carlo Pasqui, segretario dei Giovani Democratici di Arezzo, ci ha tenuto a sottolineare l’importanza storica del Circolo “Signorelli” di Cortona e la sua funzione “non solo ricreativa ma di aggregazione e socializzazione che va recuperata insieme all’esperienza politica e di vita di chi ci ha preceduto.”
Ed è stato questo il messaggio che ha voluto lasciare ieri, a Cortona, Tito Barbini e che traspare lungo tutto il racconto del suo libro: tornare ad una politica fatta di persone che lavorano insieme “per costruire” un progetto, un futuro, che non è “tutto e subito”, le cui radici sono indissolubilmente legate alla storia di persone e luoghi come il Circolo operaio “Signorelli”.