Cadono “virtualmente” le mura di Palazzo Casali e il Maec, diventato “Sistema” (con l’affidamento alla Accademia Etrusca della gestione del Parco Archeologico), invade il territorio con “100 ore di eventi” e tre appuntamenti con l’Arte contemporanea.
Dopo Kinkaleri e la sua performance di domenica scorsa in Piazza Signorelli, “Everyone gets lighter. All!”, il 15 settembre sarà la volta di Manuela Mancioppi con “Temporary Relationship”, mentre le opere di Roberto Ghezzi resteranno in esposizione permanente lungo il fiume Loreto.
“La scelta dell’Arte Contmporanea- ci ha raccontato la dott.ssa Stefania Rinaldi, Cultural Projet Manager, curatrice dei tre eventi, in “prestito”, per un anno, al Maec di Cortona per lavorare ad un programma di crescita delle competenze professionali e manageriali del Museo, finanziato dal Bando “Valoremuseo”-rappresenta la volontà di far conoscere, ad un pubblico della Cultura sempre più ampio, i nuovi linguaggi dell’arte uscendo fuori dalle sedi canoniche e , perché no, proprio come in questo caso, presentando realtà artistiche locali, come Roberto Ghezzi e Manuela Mancioppi”
Niente biglietti da staccare, dunque, niente silenzi reverenziali… l’opera d’arte si guarda, si vive, anche fuori dal museo, e questo piace al popolo degli Instagramers, i nuovi utenti del viaggio culturale, per lo più giovani, che spendono gran parte del loro tempo scambiandosi esperienze, condividendo informazioni e risorse di conoscenza, “ in rete”.
E’ la legge del “mi piace”, l’inesorabile giudizio dei “like” a cui anche i Musei dovranno imparare a sottoporsi.
La nuova sfida che, nell’ultimo decennio, ha messo in discussione il paradigma del museo tradizionale, è mettere in connessione ciò che il suo interno custodisce col mondo esterno e promuovere una partecipazione attiva all’esperienza museale, secondo una volontà di essere luogo di tutela ma al tempo stesso di produzione culturale e socialità.
Il Sistema Maec ha accettato la sfida, confermando quella lungimiranza che nel 1727 portò la nascente Accademia degli Etruschi a darsi lo scopo di “…riportare alla luce le cose antiche per consentire al popolo di fruirne”.
“E’ la tensione evolutiva ( di Jovanottiana memoria) che percorre da sempre l’anima di questa città, di questo territorio- ha dichiarato Albano Ricci, direttore del Maec- e ci regala artisti come Roberto Ghezzi, Manuela Mancioppi, Giulia Cenci.”
Potendo contare su uno staff interno d’eccellenza e sulle giuste professionalità, il Sistema Maec ha lavorato, in questo ultimo anno, ad un consolidamento del suo “brand” sui social, affidando, poi, a degli Influencers marketing, del calibro di Benedetto Demaio, la produzione di Digital Storytelling attraverso i quali lanciare in rete i primi eventi esperenziali.
“ I social media hanno profondamente modificato il nostro rapporto con l’arte – ha detto l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Francesco Attesti – mostrandosi straordinariamente efficaci nel veicolare flussi culturali inaspettati e producendo un ritorno di immagine di cui beneficia l’intero territorio. Resta ancora molto da investire, c’è da calibrare il pubblico e il tipo di offerta da proporre ma il lavoro di questo primo anno con il Maec lascia presagire ottimi risultati”
Una nuova figura professionale fa capolino tra le mura di Palazzo Casali. E’ il Social Media Manager , che con il suo staff di comunicazione “stacca” dalle pareti del Maec. La maternità di Severini, il lampadario etrusco , la Tabula cortonensis e le manda in viaggio sui social, a “cinguettare” la bellezza di un’ arte senza tempo troppo a lungo rimasta immobile in attesa che fosse il pubblico a renderle omaggio.