Mille anni di storia e di cultura sociale e musicale di e in un territorio raccontati nel più longevo festival della provincia di Arezzo. Dall’intuizione pedagogica di Guido Monaco alla rievocazione in musica della Battaglia di Marciano – Scannagallo, dall’omaggio all’aretino Canonico Pollastra all’incontro con il classicismo di Bach e il romanticismo di Tchikovsky, dal futurismo di Marinetti alle contaminazioni del jazz attraversando l’autenticità della musica popolare argentina, toscana, umbra e napoletana. È il Festival delle Musiche che ha festeggiato in quest’estate la sua XXV edizione, animando una Val di Chiana attenta e ricettiva grazie alle sue tre sezioni: il longevo Festival Musicale Savinese per la musica classica, promotore del progetto insieme a Officine della Cultura con i suoi Corsi di Interpretazione Musicale e i suoi tradizionali concerti nel Chiostro di Palazzo di Monte a Monte San Savino; Suoni dalla Torre, la sezione con il cuore nella tradizione musicale Medievale e Rinascimentale e la stabile residenza nella Torre di Marciano della Chiana, grazie alla preziosa collaborazione con l’Accademia di Arti Antiche Resonars di Assisi; Tra-dizioni e Contaminazioni, il filone collegato alla contaminazione tra generi e repertori, alla ricerca che veicola la tradizione insieme all’innovazione e all’espressione del contemporaneo musicale.
Un Festival prezioso, dunque, e necessario non solo per la qualità artistica e il valore culturale, ma anche per le collaborazioni che riesce a mettere in gioco grazie al costante dialogo con le amministrazioni comunali e le associazioni del territorio. Nel 2019, in particolare, il Festival delle Musiche, progetto di Officine della Cultura all’interno del Colline Etrusche Festival, ha visto il coinvolgimento di A.S. Monteservizi, Associazione Resonars, Anonima Frottolisti, Jazz on the Corner, Rete Toscana Ebraica, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, ArtAzione, Sosta Palmizi e Semillita Atelier; conservando il sostegno della Regione Toscana e l’adesione dei Comuni di Monte San Savino, Marciano della Chiana, Lucignano, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana e Foiano della Chiana.
Un Festival rinomato e apprezzato anche dal pubblico italiano e straniero, sia nelle vesti di residente che di turista, per un ricco cartellone di 29 eventi – ben 18 ad ingresso libero – che, nei numeri, ha visto la presenza di oltre 3.000 spettatori con una crescita percentualmente rilevante degli spettatori paganti, gli unici realmente quantificabili.
Tanti i nomi di prestigio che si sono susseguiti dal 17 luglio al 10 agosto in Val di Chiana, ad iniziare da Max Weinberg, il rinomato batterista della E Street Band di Bruce Springsteen che ha portato a Monte San Savino, in unica data Toscana, il suo “Max Weinberg’s Juke Box”. Sempre a Monte San Savino ha riscosso un entusiasmante successo di pubblico lo “Spettacolo itinerante” organizzato per i 25 anni del Festival Musicale Savinese, grazie anche alla collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus. Protagonisti, insieme agli artisti Tommaso Novi, Lorenzo Polidori, Fabrizio Fusaro, Alessandro Perpich, Marco Dalsass e Danilo Tarso, anche i luoghi storici di Monte San Savino raccontati da guide d’eccezione tra cui la stessa sindaca Margherita Scarpellini; oltre al ricco buffet organizzato nel Giardino Rinascimentale di Palazzo di Monte, vera perla di bellezza in Val di Chiana. Emozionante il concerto in memoria di Federico Bindi, ideatore e animatore dei primi anni del Savinese, nel decimo anniversario della sua scomparsa con una magistrale esecuzione de “Le Quatuor pour la Fin du Temps” di Messiaen e l’attribuzione delle borse di studio in memoria di Federico consegnate dagli stessi familiari ai migliori allievi dei Corsi di Interpretazione Musicale del Festival. Da segnalare infine, ancora a Monte San Savino, la presenza oltre ai già citati di: Federica Lotti (flauto), Caterina Stocchi (flauto), Alessandro Tricomi (pianoforte), Riccardo Zamuner (violino), Emanuele Delucchi (pianoforte), Gabriele Coen (sax soprano e clarinetto), Francesco Poeti (chitarra), Marco Loddo (contrabbasso), Giacomo Dalla Libera (pianoforte), Ivos Margoni (violino), Carlo Failli (clarinetto), Pierluigi Camicia (pianoforte)
Confermato il successo di pubblico di Suoni dalla Torre nell’incantevole Torre di Marciano della Chiana, insieme allo sviluppo di un progetto originale, unico nel suo genere e nel 2019 alla terza edizione, collegato alla Battaglia di Marciano – Scannagallo del 2 agosto 1554, che sta sposando l’esperienza dell’ensemble Anonima Frottolisti di Assisi all’energia del Coro Giovanile Effetti Sonori di Foiano della Chiana e della sua giovane direttrice Elisa Pasquini. Preziosa, nell’edizione appena andata in archivio, l’accoglienza di gruppi musicali di giovani professionisti della musica antica, dalla straordinaria esperienza umana e pedagogica del Dolce Consort Ensemble proveniente dal Veneto, al gruppo umbro Emyolia Ensemble, per concludere con l’Ensemble Gemina in arrivo dal Friuli Venezia Giulia. Di rilievo anche il debutto dell’originale produzione del Festival dedicata all’amore, allo spirito e alla poesia al femminile tra Medioevo e Umanesimo, dal titolo “Speculum Vitae”, che ha unito sullo stesso palcoscenico alcuni tra i principali interpreti del repertorio: Andreina Zatti (voce e arpa), Carla Nahadi Babelegoto (voce), Elisa Pasquini (voce), Simone Marcelli (organo portativo, clavicimbalum, voce), Luca Piccioni (liuto, chitarrino medievale, voce) e Massimiliano Dragoni (percussioni antiche, organistrum, salterio a pizzico, dulcimelo, carillon di campane). Di successo i “Racconti a corte” che, nonostante le sfavorevoli condizioni meteo, hanno raccolto all’interno della Torre di Marciano un discreto numero di appassionati che, tra eccellenze e prodotti enogastronomici del territorio, hanno accolto con entusiasmo l’Ensemble Trobadores, proveniente ancora dall’Umbria, e gli attori Simone Marcelli e Gianni Micheli con una dedica al Pulci e, soprattutto, all’ottava rima delle Stanze di Cecco del Pulito del Canonico Pollastra, gioiello cinquecentesco del volgare della Val di Chiana. Interesse confermato anche per la Mostra di liuteria e strumenti musicali del Medioevo e Rinascimento, unica nel suo genere, capace di rendere omaggio all’artigianato che dà vita, suono e colore all’arte e all’artista.
Tra le punte di diamante della XXV edizione del Festival delle Musiche, nella sezione Tra-dizioni e Contaminazioni, la presenza del duo formato da Petra Magoni e Finaz in collaborazione con la rassegna ArtAzione e il jazz declinato dalla collaborazione con la rassegna aretina Jazz on the Corner che, all’Arena Eden di Arezzo, ha visto esibirsi interpreti del calibro di Daniele Ciuffreda (chitarra), Alberto Gurrisi (organo hammond), Daniele Pavignano (batteria), Gianmarco Scaglia (contrabbasso), Simone Gubbiotti (chitarra), Mirko Pedrotti (vibrafono), Paul Wertico (batteria), Romina Capitani (voce), Steve Rudolph (pianoforte), Giacomo Rossi (contrabbasso), Ettore Fioravanti (batteria), Max Ionata (sax tenore), Claudia Pantalone (voce), Walter Gaeta (fender rhodes e tastiere), Emanuele di Teodoro (contrabbasso e basso elettrico) e Dante Malena (batteria). Da ricordare, itinerante in Val di Chiana, la preziosa presenza del gruppo argentino Ballet Alma, della Trasimeno Big Band, del gruppo Sonacammanese, dell’incontro con Cinemaèdanza, il progetto di Sosta Palmizi che nel festival, uscendo dal grande schermo, ha spinto alla danza popolare il folto pubblico e dei Rasenna Brass, protagonisti dell’evento di chiusura a Civitella in Val di Chiana.
Grande soddisfazione per i direttori artistici, Alessandro Perpich, Massimiliano Dragoni e Luca Roccia Baldini; per Officine della Cultura curatrice del Festival in collaborazione con A.S. Monteservizi e Associazione Resonars; per i Comuni della Val di Chiana aretina coinvolti insieme alla Regione Toscana e per i sostenitori privati – Estra, Coingas S.p.A. e Chimet – di una manifestazione che continua il suo percorso di ricerca e di sviluppo teso a valorizzare un territorio insieme ad una tradizione musicale colta e allo stesso tempo popolare, anche a costo del sacrificio dei grandi numeri. L’appuntamento è fissato per la prossima estate con la promessa mantenuta di un progetto che ha la musica nell’anima.