A 91 anni, in forma discreta – come ha sempre fatto per tutta la sua esistenza – è scomparsa Santina Aldinucci. Una donna semplice, dal cuore immenso. Una figura solo apparentemente di secondo piano, in realtà protagonista di una lunga splendida stagione della vita della comunità lucignanese.
Chi ha avuto frequentazioni con l’ambiente della Parrocchia ha di certo un ricordo molto struggente di questa donna che ha speso gran parte del proprio tempo al servizio della chiesa locale e delle tante iniziative portate avanti dalla struttura parrocchiale. Per tutto il ministero sacerdotale di Don Enrico Marini, Santina è stata l’anima di progetti importanti realizzati con ottimi risultati da questo sacerdote che ha lasciato un grande ricordo nella gente di Lucignano. Basterebbe pensare all’accoglienza dei bambini di Chernobyl, una strepitosa esperienza solidale che ha interessato per diversi anni numerose famiglie di questo territorio. La cura di ogni dettaglio, unita ad una dedizione quasi commovente nei riguardi di piccoli provenienti dalla zona del famigerato disastro nucleare sono stati per la verità l’autentico marchio di fabbrica di Santina. E il suo esempio di impegno totale e di assoluta disponibilità hanno costituito un modulo operativo che ha reso vincente questo progetto voluto fortemente da Don Marini.
Oggi, alla notizia della morte di Santina, tanti lucignanesi che hanno condiviso quell’esperienza così alta si soffermano nei ricordi affettuosi di questa fatina gentile e allo stesso tempo determinata, capace con il suo lavoro continuo di superare le mille difficoltà che pure hanno costellato a tutti i livelli la permanenza dei bambini di Cheronbyl.
Anche Don Fiorenzo Brocchi, attuale parroco di Lucignano, vuole rendere omaggio alla figura di questa donna minuta, dai tratti gentili, che fino ai primi sintomi della malattia, si è spesa nell’opera di servizio a favore della Parrocchia. E il suo rimpianto è evidente, dal momento che oggi più che mai si avverte l’assenza di una figura così preziosa nell’approntamento quotidiano delle tante iniziative programmate con lungimiranza dallo stesso Don Fiorenzo.
Santina ha lavorato per molti anni a Bologna come infermiera presso l’Ospedale di quella città. Una volta andata in pensione e tornata a Lucignano, ha voluto mettere al servizio di tanti concittadini la sua abilità professionale, con competenza e discrezione. Confermando così la sua eccezionale bontà d’animo.
Vogliamo anche noi ricordare Santina, una donna di Lucignano profondamente legata al suo paese e alle sue splendide tradizioni. In realtà, Santina era figlia di Giovanni Aldinucci, il celebre “Spavento”, uno dei protagonisti più significativi della lunga vicenda storica del Gruppo Folcloristico. “Spavento” è stato – lo diciamo soprattutto per i più giovani – uno strepitoso interprete del “trescone” ovvero del ballo più importante del Gruppo Folk di Lucignano e per questo raccolse riconoscimenti e consensi un po’ dovunque nelle tante tournée del sodalizio. Santina era felice quando raccontava le epiche gesta del padre. I suoi occhi si illuminavano nel ricordo di una lontana stagione della propria esistenza. E potevi indovinare in quel suo dolce sorriso l’orgoglio di appartenere alla terra della sua amata Lucignano.
Guido Perugini
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