Un vero e proprio viaggio nel tempo, nella Cortona del 1325, è quello che il dott. Simone Allegria dell’Università di Siena, sede di Arezzo e curatore, tra l’atro, della traduzione dello “Statuto di Cortona-1325/1380”, ha regalato al pubblico della prima conferenza del ciclo “Archidado tutto l’anno” tenutasi sabato nella Sala del Consiglio comunale.
Seduto fra gli scanni del Consiglio comunale a parlare di Medioevo a Cortona c’erano, insieme a lui ed al Presidente del Consiglio dei Terzieri di Cortona, Riccardo Tacconi, anche il prof. Franco Franceschi, docente di storia medioevale dell’Università di Siena, presso il distaccamento di Arezzo e Alessio Bandini, rappresentante provinciale dei Gruppi storici della provincia di Arezzo.
Il dott. Allegria, novello “Doc”, di questo immaginario”Ritorno al passato”, ha acceso la sua DeLorean e ha portato tutti a spasso per le strade di una Cortona appena promossa al rango di “civitas” (città), che per questo viveva profondi mutamenti del suo assetto urbanistico dotandosi di nuove fonti, ospedali, acquedotti e tutto quanto potesse garantire una maggiore funzionalità, sicurezza, igiene.
Ma quanto era diversa quella Cortona del trecento da quella di oggi? E quanto conserva ancora di quel Medioevo nell’urbanistica, negli usi, nella struttura sociale?
Sorprendentemente…molto!
A cominciare dalla funzione attiva svolta dai Terzieri nella vita pubblica. All’epoca la città era divisa in terzieri: c’erano Santa Maria, San Vincenzo, San Marco. Peccioverardi e Sant’Andrea si sono aggiunti nei secoli successivi.
Ai Terzieri era affidata, tra l’atro, la difesa militare delle mura cittadine per la quale fornivano, ogni anno, 44 uomini ciascuno, di età compresa tra i 18 e 60 anni.
Nell’ambito dei Terzieri si sceglieva anche l’addetto alla manutenzione e alla riparazione delle botti, nonché alla chiusura delle stesse col sigillo comunale prima che fossero vendute dentro e fuori le mura.
Pare che Cortona fosse già nel trecento famosa per il suo buon vino e che il centro pullulasse di osteria per la mescita.
La funzione sociale dei Terzieri, prosegue, oggi, con le attività degli sbandieratori, dei tamburini, degli Arcieri, delle chiarine e con la rievocazione storica della Giostra dell’ Archidado, che a metà giugno riporta l’intera città al 1300, quando la famiglia Casali governava Cortona.
“L’approfondimento di quella che è la cultura materiale di un’epoca- ha spiegato il prof. Franceschi nel suo intervento- fatta di usanze, modi di vestire, modi di mangiare, modi di parlare, serve non solo per conoscere meglio il nostro passato ma anche per proporre rievocazioni storiche quanto più aderenti possibile alla realtà.”
A questo il Consiglio dei Terzieri di Cortona ed il suo Presidente Riccardo Tacconi, crede e tiene molto.
Il ciclo di conferenze, voluto e organizzato dal Consiglio, mira appunto a conoscere sempre più a fondo abitudini e modi di vivere del medioevo cortonese. Un Medioevo che appassiona i visitatori di tutto il mondo, e che rivive nei giorni della Giostra dell’Archidado quando dame e cavalieri sfilano per le vie cittadine, si rievoca il matrimonio di Francesco Casali, signore di Cortona, con Antonia Salimbeni, nobildonna senese, e si rinnova l’atmosfera del mercato medioevale in Piazza Signorelli.
E il dott. Simone Allegria ha riportato il suo pubblico di sabato anche fra i banchi del mercato settimanale cittadino.
Si è scoperto, così, che allora il mercato si teneva di sabato, proprio come oggi!! Che anche allora vigeva una severissima ZTL che vietava l’arrivo in Piazza del Comune a cavalli ed animali da soma. Che alle bancarelle veniva dato uno spazio ben preciso ed una collocazione altrettanto definita, nonché un costo per l’ occupazione del suolo pubblico a seconda delle cose vendute.
Sulle scale del Comune si vendevano, uova, polli e formaggio, Ai piedi della scalinata, i fichi. Sul lato della Piazza Della Repubblica, tra via Guelfa e Via Ghibellina, si posizionavano i venditori di oggetti in cuoio, proprio come oggi!
Sempre in Piazza della Repubblica c’erano i ciabattini e i mercanti di cuoio per scarpe.
Ai “biadaioli”, grossisti di frumento, erano riservate bancarelle più grandi o anche negozi sotto le scale del Palazzo comunale.
Il fervore religioso è sicuramente un altro tema comune alla Cortona del 1325 e a quella dei secoli a venire, fino ad giorni nostri. In particolare il culto per la beata Margherita è testimoniato in quegli anni dalla edificazione del Santuario, dedicato alla futura Santa, al posto del monastero di San Basilio. La “Processione dei ceri” in suo onore, vedeva raccolti in città devoti da tutto il circondario, c’erano giochi di bandiere, si aprivano le case private all’ospitalità e si moltiplicavano pure i controlli sulle possibili alterazioni dei prezzi dei “commestibili”! Quel fervore nel culto di Santa Margherita non è mutato, a Cortona, ed anche la rievocazione della Processione è quanto mai suggestiva.
Altro punto di riferimento religioso della Cortona Medioevale è San Francesco, in onore del quale, nel 1245, era stato individuato entro le mura, un luogo per edificare un convento. Fortemente voluto da Frate Elia, braccio destro del “poverello” di Assisi, vi si conservavano e tutt’ora si conservano, delle sacre reliquie del santo. Un tempo tenute in una cassa, le cui triplici chiavi erano custodite nella cassaforte comunale, attualmente esposte in una teca. Oggi come allora, una lampada del Comune è sempre accesa, in onore del Santo, nella Chiesa di Via Berrettini.
Tanto altro ancora c’è da raccontare sulla Cortona del 1300…
Il prossimo appuntamento con “Archidado tutto l’anno” è fissato al 13 febbraio 2016 in Piazza Franciolini, si parlerà di cucina medioevale e ci sarà uno stage con lo chef executive Emanuele Ascani.
Robert Zemeckis, regista di “Ritorno al futuro”, scriverebbe a questo punto….to be continued!