Il responsabile della delegazione Carlo Umberto Salvicchi: “uno zelo sanzionatorio davvero eccessivo, visto che le nuove regole da recepire sono tante e il Comune ci aveva garantito un periodo transitorio di “moral suasion” per farle conoscere adeguatamente”. L’associazione ha quindi predisposto un servizio di consulenza e assistenza legale per i commercianti multati
È un’applicazione troppo zelante delle regole quella che ha portato i funzionari della Polizia Municipale di Cortona a comminare diverse sanzioni agli esercizi commerciali del centro storico per inadempienze in materia di occupazione del suolo pubblico con arredi e insegne.
Ne è convinta la Confcommercio, che leva la sua protesta per bocca del responsabile di zona Carlo Umberto Salvicchi: “nei mesi scorsi abbiamo seguito passo passo la stesura del nuovo regolamento Cosap, necessario per garantire al centro storico una migliore uniformità ed estetica. Abbiamo organizzato alcune riunioni per mettere a confronto amministratori e imprenditori, con l’obiettivo di definire regole certe ma soprattutto di farle conoscere a tutti. Viste le tante novità del testo approvato, nel rispetto della legge avevamo concordato con il Comune che i suoi funzionari avrebbero adottato un periodo transitorio di moral suasion prima di passare alle multe. Sarebbe bastato a sensibilizzare i commercianti alle nuove regole. Invece si è provveduto subito ad elevare i verbali con una volontà punitiva che ci pare francamente eccessiva”.
Confcommercio ha quindi predisposto per i suoi associati un servizio di consulenza e assistenza legale: “siamo a disposizione per supportare i commercianti colpiti dalle sanzioni, qualcuno si è già rivolto a noi”, fa sapere Salvicchi. La speranza dell’associazione è, ovviamente, quella di arrivare ad un compromesso con l’Amministrazione Comunale: “si tratta di applicare il regolamento con equità e giudizio. Vorrei ricordare che attraverso gli arredi esterni le attività rendono la città più accogliente, quindi in qualche modo svolgono anche una funzione pubblica e sociale. Se è giusto, giustissimo, farli pagare per l’occupazione del suolo pubblico, non è giusto infierire in questo modo approfittando di una modifica delle regole ancora non ben conosciuta da tutti. A volte basterebbe un po’ di buon senso per far funzionare bene le cose…”.