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Chiesa di San Francesco a Cortona: cosa potrebbero riservarci le nuove indagini che la riguardano?

E’ scorrevole e brillante, accattivante e talvolta perfino intrigante, è insomma un libro da leggersi tutto di in fiato.

Parla di storia, di arte e di spiritualità e di alcuni di quei grandiosi personaggi che, specialmente nell’arco di secoli che vanno dal medioevo al rinascimento, hanno reso Cortona una fucina di cultura, un centro nodale di elaborazione di pensiero e di arte di valenza nazionale e non solo, ma pur affrontando tali argomenti con indubbia competenza e rigore scientifico, è opportunamente sintetico ma perfettamente esauriente, profondo senza mai risultare pedante o “serioso”.

Cortona e l’umanesimo ritrovato” (Edizioni Colibrì), il libro di cui è autrice Gioia Olivastri, una cortonese ormai da anni trasferitasi a Milano ma ancora inguaribilmente innamorata della sua città natale, non è affatto un altro dei tanti testi divulgativi della storia e delle bellezze della nostra città, o perlomeno non è soltanto questo.

In questo volume è infatti contenuta la storia di una appassionante avventura, che, come afferma l’autrice stessa è il resoconto di “una vicenda di fascino e magia”, un’ impresa che per amore di sintesi io definirei “archeologica” e i cui esiti potrebbero essere, tra l’altro, il modo migliore per rendere onore a uno dei nostri concittadini più illustri, un pittore tra i più influenti del Rinascimento di cui verrà festeggiato, proprio nel 2023, il cinquecentesimo anniversario della morte avvenuta in Cortona: Luca Signorelli.

Una indagine scientifica che potrebbe non arrestarsi ad uno dei traguardi che si prefigge come prioritario, cioè il riportare finalmente alla luce le spoglie mortali di questo grande artista che una lapide di pietra serena posta all’interno della magnifica chiesa suggerisce esser stato sepolto nella cripta sotterranea ad essa, vano purtroppo ormai scomparso sotto il cumulo di macerie che in seguito a ristrutturazioni apportate nei secoli scorsi all’edificio sacro sono state lì accumulate, ma un’esplorazione che potrebbe rivelarsi anche al raggiungimenti di ulteriori e fecondi risultati poiché altre ed altrettanto stimolanti potrebbero essere le sorprese sperate che non voglio però “spoilerare” per non togliere ai lettori il gusto di scoprire autonomamente con la lettura di questo grazioso e maneggevole volumetto.

Il libro nasce infatti dal desiderio di Gioia e di Carolyn Williams e Colin Walsh, i due cittadini americani che sono stati i suoi generosi quanto coraggiosi compagni di strada in questa ammirevole “mission impossible”, di metterci a parte non solo della nascita ma anche dei primi confortanti risultati conseguiti da una nuova Associazione, una Associazione senza scopo di lucro, alla quale già fin da ora dobbiamo esser grati di aver dato il nuovo impulso a quelle ricerche che, già iniziate in passato, erano state purtroppo interrotte, ci auguriamo, possano esser foriere di proficue novità per la nostra comunità.

A Carolyn, Colin e Gioia, dobbiamo infatti la creazione dell’ “Associazione Amici della Chiesa di San Francesco”, una associazione culturale nata a Washington nel 2018, alla quale saranno devoluti gli introiti ricavati dalla vendita di questo libro, che non ha altro scopo se non quello nobilissimo di raccogliere fondi per continuare a scavare, e non solo simbolicamente, nella storia del terreno nel quale è stato costruito quel vero monumento dell’architettura medievale quale è appunto la chiesa cortonese di San Francesco, e ciò per estrarne, se possibile, quei “segreti” che, secondo alcuni, questo potrebbe ancora custodire.

L’ avvincente e piacevole excursus con cui l’autrice conduce il lettore nella storia di Cortona dalle sue origini al lungo corso di secoli successivi ed in particolare a quelli in cui, in un luogo preciso di questa città ed esattamente nella Chiesa di San Francesco e nel suo convento, hanno gravitato ed operato alcuni immensi rappresentanti del pensiero, dell’architettura, della spiritualità e dell’arte e, tra gli altri, i grandi: Frate Elia il compagno diletto di San Francesco che quella chiesa concepì e progettò, Santa Margherita e Luca Signorelli che lì, lo abbiamo già detto, potrebbe esser sepolto se, come si spera, al momento della sua morte si sia data esecuzione alla volontà che in merito alla sua tumulazione il pittore stesso aveva dichiarata ad un notaio.

Una introduzione storica che si rivela senz’altro il modo più utile per far percepire al lettore la profonda fascinazione di cui sono stati preda Gioia , Carolyn e Colin quando, in una mattina del settembre 2017, in occasione di una visita all’interno di quel tempio, un preziosissimo scrigno di arte e reliquie, luogo in cui astraendosi un po’ chiunque può avere l’illusione di intravedere aggirarsi ancora tra le sue navate questi grandi protagonisti della cultura italiana che il libro ad uno ad uno ci racconta in modo coinvolgente e non scontato, hanno sentito l’esigenza insopprimibile di non accontentarsi di ciò che di questo tempio e di queste grandi personalità si è riusciti a conoscere finora ed hanno provato l’urgente desiderio di indagare ulteriormente nella storia di questo edificio per scoprire qualcosa in più del terreno su cui è stato costruito – già sede, in epoca romana, di un complesso termale denominato “Balneum Reginae” – di aver conferme in merito alla struttura originaria di questa chiesa e della esatta ubicazione della sua cripta ipogea, esattamente quella in cui la Compagnia dei Laudesi per secoli si è riunita a cantare le laudi a Maria Vergine e fu rinvenuto il celeberrimo “Laudario Cortonese”, proprio quella al cui interno, davanti al glorioso Crocifisso, si ritirava a pregare Santa Margherita, e di altro ancora che… preferisco non anticipare.

Per raggiungere il loro scopo Gioia, Carolyn e Colin non hanno trovato altro modo, un ingegnoso modo devo dire, se non quello di dar vita ad una Associazione senza scopo di lucro che, ricorrendo alla creazione del un sito web “www, seekingsignorelli.org, si rivolgesse a chi, in ogni parte del mondo, intendesse contribuire a finanziare l’approfondimento di tali studi.

All’associazione che i soci fondatori hanno denominato “Amici della Chiesa di San Francesco”, che ha sede a Washington D.C. nel 2018 e di cui Carolyn è Presidente e Gioia Responsabile Italiana , come era naturale, e con il massimo entusiasmo, hanno aderito Padre Antonio di Marcantonio, Responsabile della chiesa cortonese e Presidente del Centro Studi Frate Elia, Padre Gabriel Marius Coliman, e ha già dato e darà in futuro un contributo determinante l’architetto Angelo Molfetta che già alcuni anni fa era stato incaricato dall’Università Europea degli studi di Roma di effettuare studi scientifici sulla struttura e sulla storia della Chiesa Monumentale di San Francesco e sulla figura di Frate Elia suo costruttore.

L’Architetto Molfetta, con una sua relazione risalente all’anno 2011 aveva già rivelato ai meno esperti l’importanza e l’originalità in termini architettonici di questo tempio definito il primo esempio assoluto di “Chiesa Fienile” o “Chiesa Auditorium” e aveva già operato una ricostruzione di esso in “3D” mediante l’uso di laser scanner e, grazie ai finanziamenti finora raccolti, sta svolgendo attualmente, con l’approvazione ed il sostegno delle Autorità Comunali, nuovi saggi nella parte sotterranea alla Chiesa avvalendosi di metodi altamente tecnologici e assolutamente non invasivi quali geosonar e georadar. Sondaggi che, ci auguriamo di cuore, possano portare a nuovi e decisivi sviluppi.

E’ per tutti questi motivi, per le novità e per le speranze di cui ci mette già a parte, per i nuovi spunti di studio a cui può condurre e per alcuni originali punti di vista che può suggerire, che questo libro ed il lavoro generoso di questa Associazione potrà risultare non solo apprezzabile ma anche molto interessante anche a chi della materia si ritiene già esaurientemente esperto.

E infine, siccome si avvicina il Natale, ed un modesto “consiglio per gli acquisti” può essere utile a tutti. Permettetemi quest’ultima disgressione: questo libro, arricchito da molte fotografie, ha dalla sua un altro utilissimo pregio che è quello di esser dotato di un testo a fronte in lingua inglese. Potrà essere perciò un dono azzeccatissimo per chi abbia amici d’oltralpe amanti della nostra città, curiosi di conoscere la sua storia e quella dei tesori che la arricchiscono.

Redazione

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