Cortona Antiquaria giunge alla sua 56esima edizione pochi giorni dopo il 59esimo compleanno della Sagra della Bistecca. Due manifestazioni storiche che accompagnano Cortona da quasi un sessantennio e ne raccontano la storia e l’evoluzione economica.
Cortona Antiquaria nasce nel 1963. Ha rappresentato per più di un trentennio uno degli appuntamenti con il mercato internazionale del mobile antico più prestigiosi d’Italia. Durava all’inizio un mese; poi negli anni ne è stata ridotta la durata a 3 settimane e poi a 2, con tagli agli orari di apertura di Palazzo Vagnotti fra cui la sola apertura pomeridiana il martedì e il mercoledì.
La Sagra della Bistecca nasce invece nel 1959 con 14 metri di gratella e carboni ardenti per cuocere le famose bistecche alla fiorentina, anzi, “alla cortonese”. Fino a un po’ di tempo fa durava 2 giorni: 14 e 15 agosto. Il successo l’ha premiata, negli anni, prolungandone la durata a 3 giorni fino ai 4 attuali.
A Cortona, insomma, ora c’è più cibo e meno antiquariato.
La città, che tra gli anni ’60 e ’90 aveva trovato nell’antiquariato uno dei volani della propria economia, dopo il 2000, complice la generale crisi del settore e le nuove “mode”, ha cambiato lentamente volto cedendo alle lusinghe di un turismo fatto di ristoranti, caffè, offerte gastronomiche che ormai non sono nemmeno più strettamente legate al territorio.
I prestigiosi negozi di arredamento d’epoca che un tempo si affacciavano sulle due piazze principali e sulle vie del centro storico hanno ceduto il posto alla ristorazione.
Se i conti sono giusti dentro le mura siamo a più di 50 attività legate al cibo, mentre per contare i negozi di antiquario bastano e avanzano le dita di una mano.
Ci affidiamo alla memoria storica di Claudio Bucaletti (antiquario cortonese, membro del Comitato Promotore di Cortona Antiquaria, per circa 30 anni, fino al 2016) e Emanuele Rachini (Sindaco di Cortona dal 1999 al 2004, antiquario di lunga tradizione familiare), per ripercorrere, virtualmente, quella Cortona fatta di vetrine di arredi d’arte, di botteghe di restauratori, tappezzieri che molti non hanno dimenticato.
Piazza Signorelli oggi conta 7 attività votate alla ristorazione, un negozio di giocattoli, uno di oggettistica e souvenirs, uno di abbigliamento, un locale per mostre, un cocciaio, una gioielleria. Chiudiamo gli occhi e seguendo il racconto di Bucaletti e Rachini immaginiamoci invece lo scenario di una volta: il negozio d’antiquario di Contemori (subito sopra al teatro), quello di Giorgio Billi (sotto il Nessun Dorma) e poi Poccetti, Castellani e Stanganini (dove c’è adesso la gelateria Snoopy). Dopo il teatro Signorelli, la bottega antiquaria dell’altro fratello Billi e, in Via Casali, quella di Marcello Assilli.
In Piazza della Repubblica l’offerta legata al “mangia e bevi” è oggi prevalente, ma se richiudiamo gli occhi riemergono alla memoria il negozio d’antiquario di Rachini, quello di Cherubini.
Bucaletti invece ha lavorato in Via Nazionale e Via Casali. In Via Guelfa c’erano poi altri negozi d’antiquari; i Marri avevano la loro bottega antiquaria lungo “le ritte” e in seguito su Via Nazionale.
E poi c’erano i restauratori: Franco Mosticoni in Via Ghini, Corrado Pelucchini e le altre botteghe sparse tra Via del Giardino e altri vicoletti del centro.
Tornando al giorno d’oggi fra gli antiquari Castellani, per fortuna, è ancora lì su Via Nazionale insieme con “Beato Angelico”; Rachini mantiene un locale di esposizione in Piazza della Repubblica mentre Bucaletti adesso riapre di fronte a Piazzetta Tommasi.
Ma cosa è successo ai negozi di antiquariato a Cortona?
“Le vicende degli antiquari a Cortona hanno seguito quelle della Mostra– ci dice Claudio Bucaletti- e il proliferare di altri appuntamenti con l’antiquariato in tutta Italia, da Todi ad Assisi, hanno portato ad un restringimento del bacino di utenza. Inoltre la crisi economica ha spazzato via quel ceto medio-alto che ne rappresentava la principale clientela. Insomma l’antiquariato non è più di moda, non fa tendenza e anche le riviste, che prima dedicavano degli inseriti all’arredamento d’epoca, oggi non ne parlano più”
“Prima l’antiquariato era arredamento – spiega Emanuele Rachini – c’era una classe di professionisti che sceglieva il mobilio d’epoca per la sua casa, per il salotto buono dove si ospitava. Oggi si parla di collezionismo. La Mostra è stato un volano per l’economia e il turismo sin dagli anni sessanta. Durava un mese, ma intorno ci girava lavoro per l’intero anno, con i negozi di antiquariato, i restauratori, fino agli elettricisti ai tappezzieri. Era una bella storia di una città in crescita con un turismo cosmopolita. Cortona Antiquaria era la città, si identificava con i cortonesi. Altre manifestazioni e istituzioni si integravano con la mostra. Poi la crisi e l’impoverimento istituzionale della città ha segnato il cambiamento.”
Ma la Mostra che nonostante tutto ancora esiste?
“A mio parere – sostiene Bucaletti- Cortona Antiquaria non può più vivere esclusivamente come Mostra Mercato, ma va legata ad un evento che faccia da cassa di risonanza all’esposizione”
“La Mostra andrebbe ripensata – commenta Rachini- nell’ambito di una più ampia riflessione sulla intera città, che riguardi non solo l’aspetto urbanistico, architettonico e produttivo, ma anche il recupero di quei riferimenti istituzionali che da sempre la qualificano e che stiamo perdendo”
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