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I carri della Maggiolata 2017 – Porta San Giovanni

La celebrazione di un anniversario è sempre per tutti l’occasione di un doveroso richiamo alla memoria.
Nel caso della Maggiolata, festa di formidabile radicamento nel cuore della gente di Lucignano, l’obbligo di un ricorso al sostegno dei ricordi diventa un naturale epilogo delle modalità commemorative.

Nel Rione Porta San Giovanni, poi, l’ottantesimo della Maggiolata, assume i contorni rassicuranti e allo stesso tempo pienamente giustificati di un preciso atto di referente omaggio alla tradizione e ai valori stessi della manifestazione. Intanto, la proposta giallo-verde di un carro che lega aspetti vagamente rievocativi ad una puntuale volontà di nuove originali spaziature sembra essere il fondamento di una azione di recupero delle memorie più felici della tradizione popolare lucignanese, di cui la Maggiolata è una delle espressioni meglio riuscite. Si tratta, a ben vedere, di un carro che organizza e sviluppa con grande semplicità un tema molto caro alla cifra spettacolare della Festa dei fiori di Lucignano. E’ indubbiamente riscontrabile il delicato accostamento, non privo di una dolcezza avvertibile sin dal primo sguardo, alla idea di un evento che celebrando la propria importante ricorrenza ne esalta princìpi e valori fondativi . Se è vero, infatti, che la Maggiolata è ad ogni effetto la riedizione di antiche feste che nel nostro territorio celebravano l’arrivo della primavera, privilegiando aspetti e contenuti fortemente caratterizzati dalla presenza di oggetti, strumenti o forme direttamente provenienti dal mondo contadino, allora questo Rione ha pensato bene di esaltare con stile sobrio il rito solenne della celebrazione contadina attraverso la realizzazione di un carro molto rispettoso di questa modalità.

Va detto, per prima cosa, che il carro giallo-verde si presenta quest’anno come un puntuale riferimento dei canoni tipici della tradizione locale, sviluppando una serie di proposte di indubbio interesse.

Innanzi tutto, la collocazione di oggetti cari alla memoria della terra lucignanese come il fiasco (retaggio di un felice passato per il Rione, che proprio nel 2005 con questa sublime idea conquistò il Grifo d’oro…) o il maestoso cesto di vimini che pare indicare le fortune derivanti dal duro lavoro dei campi (il pane). Non mancano peraltro – nell’anno che celebra l’ottantesima edizione della Maggiolata – alcuni ulteriori richiami alla tradizione costruttiva che ha fatto la storia della Festa. Si pensi alla magnifica coccinella che anticipa la skyline del carro di Porta San Giovanni, già sperimentata molti anni fa con esiti altrettanto felici dal celebre cantiere dei “Miserabili”. La coccinella, quindi, come presenza rassicurante e consolatoria, portatrice di benevolenza e abbondanza, secondo antiche solide credenze locali….

Il carro dunque recupera e valorizza con una straordinaria capacità di sintesi l’idea base del legame tra la festa di maggio da un lato e la tradizione agreste dall’altro.

Pensiamo a questo proposito al bellissimo spaventapasseri che occupa il centro della scena, diventando a suo modo il protagonista di uno spazio scenico perfettamente disegnato. La figura del magnifico spauracchio si colloca con indubbia efficacia nel solco rassicurante di una memoria qui esaltata e pienamente condivisa. E’ forse uno degli elementi più significativi dell’intera opera con il suo copricapo stilisticamente ben realizzato, finemente riproposto nella sua indubbia eleganza e il lungo camice in tela grezza. E lo stesso uccellino fa da giusto pendant ad una proposta creativa sicuramente efficace. Infine, va detto che il quadro d’assieme esalta opportunamente il tentativo di recuperare sino in fondo il valore originale della Maggiolata: il pianale del carro diviene sostanzialmente un meraviglioso campo di grano da cui emergono come per incanto i vari elementi or ora descritti. La presenza, infine, molto stimolante dei personaggi in costume contadino o dei bimbi che fanno capolino dal cesto di vimini danno una idea compiuta di un lavoro davvero apprezzabile eseguito nel segno di un rigoroso rispetto della tradizione.

Poco più di 13000 garofani sono necessari per “rivestire” questa straordinaria opera d’arte.

Il cantiere del Rione Porta San Giovanni ha dunque voluto rendere omaggio alla lunga bellissima storia della Festa lucignanese con un carro che sintetizza e riferisce un continuo rinvio a solari memorie dela nostra comunità.

Un doveroso ringraziamento al Progettista, l’architetto Giacomo Fabbri e ai suoi più stretti collaboratori, partendo da Rivo Amorevoli, che è sostanzialmente il capo cantiere, ben coadiuvato da Piero Betti, Mario Bartoli, Piero Luchi, Massimo Gepponi, Andrea Cutini e il mitico Nava. Hanno dato un valido aiuto come costumiste Elena Lucaroni, Eleonora Mosconi, Anna Baggio e Lida Amazzoni.

Guido Perugini

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Guido Perugini

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