La notizia è arrivata nel pomeriggio di ieri. E in poco tempo ha fatto il giro di tutto il paese. E’ deceduta Nedda Dringoli, un personaggio che ha attraversato la storia della comunità lucignanese. Nedda Dringoli, meglio conosciuta da tutti come la Maestra Neda, in realtà è stata una protagonista di primo piano nelle vicende socio/culturali e politiche di Lucignano. Nata il 15 gennaio 1926, intraprese all’età di 18 anni la carriera di insegnante nella locale scuola elementare. Con lei, o, per meglio dire, grazie a lei, molte generazioni di lucignanesi hanno affrontato i primi impegni scolastici conoscendo ed apprezzando le straordinarie doti umane e la notevole capacità didattica di questa donna che ha fatto della sua professione una vera e propria missione.
D’altronde, parlando della Neda, non si può dimenticare il fortissimo legame con i princìpi di un cattolicesimo fortemente caratterizzato da una evidente esaltazione del percorso formativo e spirituale di ogni persona. Neda infatti nel corso della sua lunga vita fu da sempre impegnata nell’attivissimo movimento cattolico di base, con ruoli anche di grande reponsabilità. Per molti anni fu membro della Commissione Nazionale della terza Età all’interno di Azione Cattolica e prima ancora si caratterizzò per un impegno costante ed estremamente produttivo nell’ambito di organismi diocesani in qualche modo vicini all’esperienza didattica ed alla formazione dei giovani. Su di lei fu fondamentale la grande lezione di pensatori ed intellettuali come Henry Bergson, Jacques Maritain e Thomas Merton che hanno segnato in maniera decisiva una lunga stagione del cattolicesimo del XX secolo.
Notevole fu in lei l’attaccamento a Lucignano, al suo paese natale che amava in maniera smisurata, trasmettendo questo legame sentimentale ai tanti alunni che ha seguito nei loro percorsi scolastici.
E questa tenerissima passione per il luogo natio le consentì – nel corso degli anni ’60 – di diventare anche consigliere comunale in rappresentanza del proprio partito, la DC. Dalle fila dell’opposizione, va peraltro detto che ebbe sempre un atteggiamento costruttivo, alieno da forzature e pregiudizi e mai fece mancare il proprio convinto appoggio a tante proposte avanzate dalla maggioranza di sinistra che governava il Comune di Lucignano, in nome di interessi più grandi che travalicavano il mero scontro politico locale.
Su di lei, in verità, si potrebbe scrivere un racconto lunghissimo, fatto di episodi e situazioni che richiamano alla mente fatti e figure che hanno caratterizzato gli ultimi 70 anni della storia lucignanese.
Molti suoi ex alunni la ricordano oggi con infinito rimpianto, rammentandone l’altissimo profilo morale e la straordinaria abilità nell’insegnamento. La sua proverbiale severità in classe scemava in una materna dolcezza nei riguardi dei suoi “ragazzi”, che sapeva riprendere con amabile garbo. Le sue lezioni in cui emergeva una eccellente preparazione culturale hanno in buona sostanza costituito un autentico valore aggiunto per le migliaia di alunni che l’hanno conosciuta sui banchi della scuola elementare. E sempre ai suoi allievi trasmetteva il messaggio di amore per Lucignano, facendo loro conoscere la storia millenaria e le tradizioni di questo meraviglioso paese.
Da alcuni anni Neda era ospite di una struttura per anziani a Castel Fiorentino. Nonostante la distanza che la separava da Lucignano, era però riuscita a mantenere un legame con il proprio luogo natio grazie a frequenti contatti con i suoi alunni che non mancavano di farle visita o di riportarla – per qualche ora – a Lucignano, come è successo per l’appunto poco tempo fa. In queste occasioni, lei dimostrava sempre un’eccezionale memoria ricordando i tanti momenti passati insieme ai “suoi ragazzi” e facendosi raccontare da ognuno di loro i passaggi più significativi della loro vita.
Una sorta di premurosa interrogazione, condita spesso da acute osservazioni e da preziosi consigli e suggerimenti…
Adesso Neda torna per l’ultima volta nel suo paese. Riposerà nel locale cimitero e continuerà – ne siamo certi – a stare vicina ai tanti che la conobbero e ne apprezzarono la infinita bontà.
Guido Perugini
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