Nella giornata di ieri ci sono pervenute numerose segnalazioni riguardo ai comportamenti, che secondo chi ci scriveva risultavano scorretti, di alcuni cacciatori in coincidenza con la prima giornata di pre-apertura. Alle segnalazioni si sono combinate una serie di lamentele che abbiamo avuto modo di leggere su molti profili social che parlavano di atti “spregiudicati”, spari in prossimità di abitazioni e quant’altro. Su un tema diverso, ma contiguo avevamo già scritto un po’ di tempo fa (questo l’articolo) e a questo punto abbiamo deciso di andare un po’ più in profondità
In particolare per capire chi è che dovrebbe controllare l’operato dei cacciatori e come mai tale controllo risulta, almeno a quanto ci scrivono i lettori o si legge su Facebook, non sufficiente
A tal proposito la legislazione italiana ha tradizionalmente previsto due figure di “accertatori”, quelli con funzioni di polizia giudiziaria e quelli privi di funzioni di polizia giudiziaria.
Le funzioni di polizia giudiziaria, dice la legge, sono esercitate dai Carabinieri, Polizia di Stato e Penitenziaria, Guardia di Finanza e Guardie Forestali. I suddetti Corpi dello Stato hanno competenza generale territoriale illimitata, si considerano in servizio permanente e conseguentemente possono esercitare le proprie funzioni anche fuori servizio.
Negli anni si è prevista poi l’istituzione di corpi con funzioni e compiti amministrativi tra i quali le guardie giurate e le guardie volontarie delle associazioni venatorie o protezionistiche nazionali riconosciute (i cosiddetti “guardiacaccia”). La nomina di queste guardie spetta alle Regioni o alle Province
In questo momento si sono inseriti però due fattori totalmente nuovi, che stanno di fatto riformando completamente il sistema:
– il processo progressivo di abolizione delle province, con redistribuzione di deleghe (alcune funzioni sono tornate ai Comuni, altre alla Regione), la scomparsa del corpo di Polizia Provinciale e di altre figure professionali legate all’ente provinciale, a cui si è affiancata anche la riorganizzazione (molto laboriosa, fra ricorsi e pronunciamenti della Corte Costituzionale) delle ATC (Ambiti territoriali di Caccia)
– la soppressione del Corpo Forestale dello Stato
Non ci pare eccessivo affermare che questi fattori (probabili figli della regola secondo cui prima si fanno le riforme, poi si pensa a calcolarne e aggiustarne gli effetti) abbiano contribuito a creare una situazione di incertezza su doveri e competenze che sicuramente non giova al rispetto delle regole