Ho gia’ avuto modo di dire in un precedente articolo che a mio parere il Curato della Pieve di Chio, Don Alessandro Bivignani, insediandosi in questa antica pieve del contado castiglionese sembra ripercorrere, con intensita’ culturale nella coscienza del ministero sacerdotale (pur con un approccio intellettuale e formativo diverso), il percorso di divulgazione della conoscenza artistica e storica che gia’un suo predecessore, nella confinante parrocchia di Vergognano, aveva intrapreso. Il suo nome era Mons. Angelo Tafi.
Riuscire a coinvolgere una studiosa di livello nazionale come la Dott.sa Matiella Carlotta, alla vigilia della festa dell’Immacolata per una conferenza sul ciclo degli affreschi sul buono e cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti in una piccola e fredda Pieve di campagna vuol dire avere capacita’ umane di coinvolgimento, conoscenze ed autorevolezza.
Se poi tra i fini di tale conferenza si inserisce anche l’intenzione, ben evidente nel titolo della serata ed accolta come ho visto da una massiccia delegazione di consiglieri comunali presenti, di contribuire alla divulgazione dei principi etici, politici e spirituali, de
“Il Buon Governo per il Bene di Tutti”
tra i rappresentanti del popolo castiglionese ecco allora che in questo caso il Pievano Don Alessandro ha superato anche il Tafi come capacita’ di servizio alla comunita’ a cui appartiene.
Come ingegnere, al pari di tutti i liberi professionisti, la legge italiana ci impone ogni anno di partecipare ad un certo numero di corsi di formazione professionale per poter svolgere la professione.
Per i sacerdoti ed il clero esiste una cosa simile (avviamento di livello spirituale) con i ritiri spirituali che per me sono possono essere paragonati alla formazione degli appartenenti alle arti laiche.
Forse molti potrebbero pensare che il paragone non e’ calzante, ma ritengo che aver proposto all’intermo di una conferenza artistico anche temi etici e politici possa la stessa essere classificata come corso “corso di formazione etico e morale”
E qui non posso frenarmi di esplicitare, per deformazione professionale, la stima della quantificazione numerica per chi dei rappresentanti del popolo castiglionese era presente esplicitando almeno 4 punti di crediti formativi amministrativi avendo come riferimento i corsi degli ingegneri, dove 4 punti sono il credito standard per un corso che impegna mezza giornata.
Questo “service” e’ un atto che, a mio giudizio, merita di essere segnalato oltre le mura castiglionesi anche perche’ di convegni i politici ne fanno tanti, ma non credo tanti del livello di quello a cui ho assistito che ha avuto una forza propositiva di attualizzare il ciclo di affreschi del Lorenzetti con una semplicita’ ed armonia da rendere il pubblico avvolto e coinvolto nella riflessione.
Non e’ una grande chiesa la Pieve di Chio ma vederla piena sia di Popolo che dei suoi Rappresentanti e’ stato un edificante spettacolo e credo che a tutti qualcosa nell’animo ha lasciato, come a me in cui ho avvertito la semplicita’ ed attualita’ dell’insegnamento che si richiedeva ad un buon governante, gia’ secoli fa a Siena, il servire il Bene Comune con giustizia, umilta’ e carita’.
Questo puo’ ben essere richiesto adesso in cui viviamo in una societa’ dove il servizio politico sempre piu’ spesso si nutre di superbia, vanagloria, divisione, falsita’ e paura, e notate bene che la paura e’ il demone alato che nell’affresco del Lorenzetti e’ al servizio della Tirannide (nel significato platonico del termine e non inteso come dittatura) l’attualizzazione ci cio’ la lascio ad ogni lettore.
Dopo questa lunga introduzione ora passo a rendere omaggio e citazione a chi il tema lo ha svolto, la Dott.sa Mariella Carlotti, studiosa di storia e dell’arte, che ci ha avvolti ed incatenati sul tema della conferenza riuscendo a muoversi in maniera magistrale e con semplicita’ sui quattro livelli descrittivi.
Lo storico
Lo spirituale
L’etico e morale
L’Artistico
Cerchero’ di fare una sintesi, tutt’altro che facile. per l’enormita’ dei temi ed informazioni che la relatrice ci ha dispensato.
Lo storico.
Siena che nasce citta’ senza fiumi, che radica sullo sviluppo della via Franchigena permettendo di aggregarsi in un unico aggregato urbano i tre villaggi di Camollia, Castelvecchio e San Martino.
Siena che da allora si espande fino a confrontarsi con i fiorentini sconfiggerli nella battaglia di Monteaperti del 1260.
Da questa battaglia si entra nel capo spirituale perche’ il governo senese, alla vigilia della battaglia di Monteaperti, davanti a due drammatiche scelte dell’arrendersi ai fiorentini e rinunciare alla sua esistenza politica ho sfidare l’esercito fiorentino, in numero doppio dei senesi, in capo aperto scelse di incoronare la Madonna Regina di Siena con tanto di atto notarile e sfidare il giorno dopo i fiorentini nella battaglia di cui Dante descrive gli effetti sul colore delle acque dell’Arbia.
Da questo momento Siena diventa la citta’ governata dalla Regina del Cielo (i due pali non ha caso si corrono in onore della Madonna di Provengano e dell’Assunta) e ogni anno il vescovo di Siena dice messa nel palazzo comunale per i rappresentanti del popolo.
Per celebrare i 50 anni della battaglia di Montaperti e della incoronazione della Vergine Maria regina di Siena il governo dei nove decise di pavimentare Piazza del Campo, completare la costruzione del duomo, tradurre in volgare la costituzione senese e realizzare il nuovo palazzo comunale dove nella Sala del Consiglio Simone Martini affresca l’imponente Maesta’ con in braccio Gesu’ Bambino, in trono come regina dell’urbe, e dove vengono riportati per iscritto sui gradini del trono i doveri e principi morali e religiosi che la Madonna chiede ai governati senesi per esaurire le loro richieste.
Tutto scritto in terzine dantesche a testimonianza di quanto Dante aveva inciso sulla cultura del tempo e di cui riporto.
Da questa sala dopo il simbolico inchino alla Maesta’ si entra nella sala del Governo dei Nove in cui si stendono alla pareti gli affreschi delle allegorie del Buono e Cattivo governo di Ambrogio Lorensetti.
Su questi affreschi la Dott.sa Carlotti ha scritto un Libro ed ha preme sottolineare, evitando una descrizione reperibile facilmente, come la relatrice abbia evitato di entrare in un dettaglio artistico ma concentrandosi sul simbolismo e significato allegorico delle due grande composizioni scenografiche ed il loro messaggio morale attualissimo.
Per finire vorrei dare una mia interpretazione sugli affreschi nella dibattuta discussione critica sul se essi sono espressione della laicita’ tematica, ebbene io concordo con la Dott.ssa Carlotti quando asserisce che il tema e la composizione non puo’ definirsi solamente laica ma e’ anche religiosa sprituale, basterebbe il sol fatto che prima di accedere alla sala bisogna inchinarsi alla Maesta’ in trono senza entrare in altre analisi, ma ritengo che quegli affreschi rappresentano ed immortalano anche la potenza, morale e politica, della Repubblica Senese agli occhi di ambasciatori ed ospiti che venivano ricevuti in quella sala.
Quei dipinti sono, in modo evidente e naturale molto senesi nell’autore e nello spirito del popolo a cui sono rivolti e questo posso affermarlo anche’ perche’ ho vissuto due bellissimi anni universitari nel Palazzo del Capitano adiacente al Santa Maria della Scala (che allora era l’ospedale) ed il Duomo ed un po’ di animo senese me lo sono attaccato sulle spalle.
Per uno nato nel comune del Poliziano e’ un po’ duro affermare di essere contaminato da Siena ma cosi’ e’ e non manchero’ a breve di recarmi soprattutto per visitare la grande Mostra al Santa Maria della Scala dei dipinti di Ambrogio Lorenzetti.