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I profesionisti, come i medici, gli avvocati, i notai, i farmacisti ed altri simili "lavoratori" non festeggiano per sé il primo maggio, ma come segno di solidarietà agli altri lavoratori, perché il loro benessere dipende dalla personale capacità di rispondere a qualificate necessità della società, mentre questa è tipicamente la festa dei lavoratori in qualche modo sostituibili dal capitale che investe o dalla amministrazione che gestisce servizi per la popolazione.
Si dovrebbe il primo maggio riflettere su questa distinzione fondamentale, perché sappiamo ormai che la stragrande maggioranza del lavoro subordinato potrà, e sarà, nei prossimi decenni svolto da macchine intelligenti e quelli che oggi chiamiamo lavoratori cesseranno gradualmente di esistere e le piazze di questa mattina si svuoteranno, perché viviamo un'epoca fortunata in cui la possibiltà di lavorare dipenderà sempre più dalla preparazione e dalla voglia di ogni singolo individuo.
Qui dovrebbe orientarsi il pensiero strategico di partiti e sindacati, puntando innanzi tutto alla necessità che la formazione dei giovani permetta loro di affrontare questo cambiamento tanto forte come mai si era nemmeno immaginato nel novecento, investendo nella "scuola" e nella conoscenza del mondo.
Buon primo maggio!
I professionisti come medici, avvocati, notai e farmacisti e in genere tutto il modo delle partite Iva, non festeggiano semplicemente perché sono allo stremo e stanno venendo giù come birilli per colpa della insensata e feroce tassazione imposta da quel fenomeno del bomba di Rignano che porta il nome di Matteo Renzi.