Una delle cose più belle del vivere a Cortona? Che è una città dove a volte accadono cose grandi. E accadono con una naturalezza disarmante… e così capita che esci, ti fermi in piazza a chiacchierare con qualche amico, ed ecco che ti passa accanto Bob Geldof.
Giacca verde ramarro, camicia a righe con collettone seventies, capello fluente (grigio) e occhiale da sole d’ordinanza: s’è presentato così il leader dei Boomtown Rats nonchè ideatore del Live Aid, semplicemente il più grande evento musicale benefico della storia, alla consegna delle Chiavi della Città, onorificienza concessagli dal Comune proprio per il suo grande attivismo (ormai più che trentennale) contro la povertà, l’emarginazione, la fame nel mondo.
Un uomo che riesce a mettere d’accordo e a riunire in un unico evento le più grandi pop / rock star del globo merita questo e altro e gli si può pure perdonare una carriera musicale di certo meno memorabile; Geldof però è stato chiaro: ha ringraziato, ma ha detto anche che non vede l’ora di salire sul palco di Piazza Signorelli e fare del sano rock. Bene, noi ci saremo.
Sul palco con lui ci sarà anche il mitico Bernardo Lanzetti, storica voce del prog italiano (Acqua Fragile e poi, soprattutto, PFM) che dopo il cameo con Steve Hackett nel 2014 torna di nuovo sullo stage cortonese. Con l’immancabile ricciolo era in Sala del Consiglio anche lui e per noi è stato un momento assolutamente Stracult. Ah, sul palco con Geldof ci sarà anche “Mare di mezzo”, la chitarra del nostro liutaio Giulio Vecchini…e ci starà assolutamente a pennello.
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Della prima giornata si ricorderà, dopo l’inaugurazione e il bellissimo spettacolo teatrale dei ragazzi della RSA Cam (bravi, un evento da ripetere!) l’avvio pomeridiano con Sveva Casati Modignani. Questa elegante signora, che in realtà si chiama Bice Cairati, ha raccontato il suo Un battito d’ali nel quale ripercorre la sua vita nella Milano anni 50. “All’epoca l’Italia era davvero un bel paese” ha detto “c’era fiducia, vivacità… ora vedo solo facce tristi. In fondo ci sentiamo tutti in guerra, una guerra senza bombe o spari, ma fatta di delusioni quotidiane che ci lasciano senza speranze, senza fiducia negli altri”. Parole sante da conservare insieme agli aneddoti sui suoi inizi nel mondo del lavoro. Tipo quando lavorava in una galleria d’arte ed ebbe il coraggio di chiedere a Lucio Fontana il senso della sua opera, cioè (in parole povere) perchè tagliava le tele. Dalla risposta appassionata scoprì che lo spazialismo era nato per caso: Fontana doveva consegnare nuove opere per una mostra, ma non aveva idee. Preso dalla disperazione, una notte, scagliò un coltello su una tela bianca. La tela si tagliò e quell’immagine di profondità fu l’illuminazione da cui nacque tutto il resto.
La serata ha offerto poi la “festa in piazza”, a ingresso gratuito, con Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana. Un progetto musicale interessante, onesto e utile che ha donato al festival la giusta vivacità e spensieratezza chiosando al meglio la prima giornata.
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Ed oggi che c’è?
A parte che alle 11.30 alle Logge del Signorelli c’è il nostro Direttore Lupetti che intervista Luca Garrò sul libro – biografia di David Bowie (e l’evento è quindi, ovviamente e imprescindibilmente, imperdibile!)… a seguire poi:
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