L’unica a salvarsi, pare, sarà la Provincia di Arezzo, istituzione che dovrebbe restare in vita anche se il destino pare appeso al continuo ripetersi di riforme, controriforme, tagli e controtagli. Per il resto il nostro territorio rischia un forte impoverimento di punti di riferimento del settore pubblico di fronte alla volontà del governo che, per decreto, dovrebbe calare ben presto la sua “scure”. Del Giudice di Pace di Cortona, destinato a sparire, e del Tribunale di Montepulciano, il cui destino pare ormai certo nonostante il forte impegno messo in campo dalle istituzioni locali, si sapeva già da tempo e ne avevamo parlato anche su queste pagine. Sparirà, pare, anche l’Ufficio Postale di Centoia, e non sarà l’unico in Valdichiana. La novità del giorno è però il rischio collegato all’Ospedale di Fratta, peraltro ridimensionato da successive notizie emerse dalla stampa
La bozza di decreto discussa dal Consiglio dei Ministri prevedela chiusura entro il 31 Ottobre di tutti i presidi con meno di 120 posti letto: ciò mette e a repentaglio la sopravvivenza dell’Ospedale Santa Magherita (che di posti letto ne ha 92) oltre che, sempre in provincia di Arezzo, degli ospedali di Sansepolcro e Bibbiena. Niente rischi invece per Nottola e, probabilmente, nemmeno per l’ospedale di Castiglione del Lago
Tranquillizzano però le parole del Direttore generale dell’ASL Enrico Desideri lette oggi su La Nazione: “Il problema non si pone” dice Desideri.
A tranquillizzare, inoltre, è la presenza presso il polo di Fratta di un servizio di rilevanza interregionale come la Procreazione Medicalmente Assistita: ciò potrebbe bastare a salvare l’ospedale della Valdichiana, tant’è che esso non compare nell’elenco dei poli a rischio pubblicato oggi dal Corriere della Sera
L’auspicio è poi quello che venga concessa autonomia alle Regione, che in materia sanitaria hanno disposto finora di poteri pressochè totali. In quel caso la Regione potrebbe scegliere di non ragionare in modo freddo e schematico per numeri di posti letto, ma per i servizi svolti, adeguando eventuali riduzioni e ridimensionamenti alle esigenze concrete del territorio. In quel caso il polo sanitario di Fratta non potrebbe non essere salvato.
Per l’ente Provincia, invece, restano per ora validi i 3 criteri degli abitanti (350mila), del numero di comuni (minimo 50) e dei 3mila kmq di superficie. Le nostre province sono a rischio, ma Arezzo si salverebbe per la superficie e per gli abitanti, 349mila, numero che dopo il censimento potrebbe aumentare. Siena si salverebbe invece per la superficie (3821 kmq). Stessa cosa per Grosseto, anche se la futura possibile prospettiva di una riorganizzazione in area vasta, con Arezzo, Siena e Grosseto fuse insieme, non è certo una realtà così lontana e impossibile
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