Alto, biondo, occhi azzurri, classe 1970, Andrew Sean Greer assomiglia molto a Arthur Less il protagonista del suo ultimo romanzo, “Less”, edito in italiano da La nave di Teseo, che gli ha fatto vincere il Premio Pulitzer 2018 per la narrativa.
Sorridente, disponibile, un po’ timido, alle soglie dei “cinquanta” proprio come il suo Arthur, lo abbiamo incontrato, ieri sera, nel chiostro di sant’Agostino, ospite del CORTONA MIX FESTIVAL 2018, dove ha presentato il libro, accompagnato dalla traduttrice del romanzo, Elena Dal Pra e da Anna Cherubini, impeccabile “padrona di casa”.
Pur confessando da subito di non parlare bene l’italiano ma di capirlo, Greer ha regalato, ieri sera, al pubblico di Sant’Agostino, la lettura di un brano tratto dal suo libro e a metà incontro, quasi senza accorgersene, a cominciato a conversare in italiano con le sue interlocutrici e con i presenti.
Una chiacchierata sul suo modo di intendere la scrittura, sul senso di un Premio “pericoloso”che rischia di fagocitarti nel vortice della fama e fermarti dallo scrivere e che invece Greer interpreta come la libertà, finalmente, di scrivere quello che vuole!
Un Pulitzer che nel libro, in una sorta di magica previsione, Greer fa vincere a Robert Brownburn, amante giovanile di Less e che Brownburn definisce “solo una fortuna e non amore”!
“Un libro generoso, musicale nella prosa ed espansivo nella struttura e nella portata, sull’invecchiare e sulla natura essenziale dell’amore”. Questa la motivazione di un Pulitzer, per la fiction, “insolito”, assegnato, a sorpresa, a una commedia romantica che è una storia d’amore ma anche la riflessione sul tempo che passa, una satira pungente sul mondo degli scrittori e sulla vanità dell’industria letteraria.
Arthur Less è un romanziere gay fallito alla soglia dei cinquant’anni.
Alla notizia del matrimonio dell’ex compagno, a cui è stato legato per nove anni, Less decide di accettare tutti gli improbabili inviti da festival ed editori che languono sulla scrivania, per mettere tra sé e i propri problemi svariati chilometri.
Inizia così il suo giro del mondo in 80 giorni, a tratti più donchisciottesco che di verniana memoria, che lo porterà in Europa, in Francia, in Italia, in Germania e poi in Marocco, in Giappone, in India.
Rischierà di innamorarsi a Parigi, di morire a Berlino, di sparire in una tempesta di sabbia in Marocco, in fuga da un compleanno scomodo in un viaggio folle e fantasioso che, suo malgrado,lo porterà a fare i conti col suo passato, le sue paure, le sue scelte.
Questo è Arthur Less ed il suo cognome (tradotto in italiano “meno”!), scelto non a caso come titolo del romanzo, sembra quasi descrivere lo stato di un uomo che si è sempre avvertito debole e mediocre, irrilevante di fronte a ciò che la vita gli ha dato. Che ci fa sorridere con i suoi goffi tentativi linguistici, i suoi vestiti e al tempo stesso ci costringe a “pensare”, a fermare la lettura per guardarci dentro…
“E’ il mio libro più serio!” ha dichiarato ieri sera Andrew Sean Greer.
Ed è proprio l’ironia con cui Greer ha voluto guardare a certe problematiche dolorose, riuscendo, con rara sensibilità a ridere e scherzare intorno a un piccolo dramma, che fa di questo romanzo un capolavoro da PULITZER!