Assessore, ringraziandola per la disponibilità le poniamo una decina di domande su materie che sono di sua competenza, per avere un quadro del possibile futuro cortonese
Prima di rispondere alle domande è fondamentale una premessa: il centrodestra non ha avuto e non ha la possibilità di costruire una città a sua immagine e somiglianza perché una città già esiste ed è stata pensata e costruita da un partito che ha governato per 70 anni. Questa idea di città non ci appartiene, ma dobbiamo ugualmente amministrare perché questo è il nostro mandato e lo faremo cercando di adattare, per quanto possibile, l’esistente alla “nostra” idea di città. Fatta questa fondamentale premessa, da cui nessuno può prescindere, rispondo volentieri.
In questi giorni la società SEI Toscana ha modificato il sistema di raccolta dell’umido collocando in vari punti del del centro storico cassonetti nei quali i cittadini devono conferire direttamente i loro rifiuti. La scelta ha creato dubbi tra i residenti, in particolare tra gli anziani, che sono poi la maggioranza e, spesso, vivono da soli. C’è poi il rischio per la diffusione di cattivo odore durante la stagione calda. Questo nuovo sistema prelude a un ripensamento sulla raccolta porta a porta?
La modifica non l’ha fatta Sei toscana, ma il comune. Le mascherature dei bidoni per l’organico erano già state decise nel luglio 2018, successivamente è stato ottenuto parere favorevole dalla Soprintendenza nel 2019 all’installazione. L’installazione ha subito una traslazione a causa del Covid e del fatto che non si potevano distribuire le tessere. I bidoni contribuiscono al decoro urbano, consentono di conferire il rifiuto in qualsiasi momento della giornata e a qualsiasi ora. La maggior parte delle abitazioni del centro storico non ha terrazze per tenere i rifiuti e in questo modo si evita di tenere rifiuti che emanano cattivi odori all’interno della cucina. Il sistema è capillare come il porta a porta, infatti sono state posizionate 35 mascherature per i bidoni dell’organico in un territorio molto ristretto. Il tutto consente di contenere la problematica della sporcizia sui lastricati e della diffusione dei roditori.
Non è un tornare indietro perchè già il vetro ad oggi viene raccolto con bidoncino da 240 litri. In questi giorni durante la distribuzione delle tessere ho assitito personalmente a commenti positivi degli utenti che anzi ci hanno ringraziato per aver dato soluzione a questo problema. L’amministrazione cercherà per quanto possibile di garantire svuotamenti frequenti (3/7 martedì – giovedì e sabato) e pulizia dei bidoni confidando anche nell’educazione della popolazione.
A proposito di raccolta differenziata: a quando il completamento del servizio porta a porta nelle altre frazioni del territorio comunale? Quale altra idea o proposta ha pensato di avanzare per migliorare la percentuale della differenziata visto che dagli ultimi dati, nonostante alcuni miglioramenti, sia nel territorio dell’Ato Toscana Sud che in quello cortonese, siamo ben lontani da quel 65% che la Regione Toscana si è data per il 2021?
La percentuale di raccolta differenziata del 2019 è stata certificata da ARRR al 51,82%, con produzione totale dei rifiuti pari a 12.274 tonnellate/anno e una produzione procapite di rifiuti più bassa rispetto ai comuni che hanno percentuali di differenziata molto più alta. Nel 2018 era al 48,53%, nel 2017 al 35,40%, nel 2016 al 31,97%. La percentuale di differenziata del mese di settembre 2020 si attesta al 56,22% e la media del 2020 è pari a 53,36%. Nel mese di ottobre la percentuale di raccolta differenziata è del 52,38% ma è notevolmente diminuita la produzione di rifiuti totali – di circa 25.000 Kg – rispetto ai mesi precedenti. E’ un ottimo risultato considerando le difficoltà del Covid e il fatto che solo il 60% delle utenze nel Comune di Cortona sono state oggetto di riorganizzazione del servizio, mentre il restante 40% non è mai stato oggetto di riorganizzazione.
L’amministrazione Comunale a seguito degli incontri con Sei toscana ha individuato gli step di riorganizzazione per il 2021: saranno coinvolte circa 1600 utenze in un territorio vastissimo, quindi sarà un’operazione alquanto delicata.
Per attivazione servizio domiciliare porta a porta dall’1 marzo 2021 saranno coinvolte Centoia, Pietraia, San Lorenzo, Manzano, Borgonuovo, Cignano. 750 utenze circa.
Questo lo schema dei servizi:
- rui: bidoncino+ sacchetto 30 litri con rfid con frequenza 1/7
- vetro: mastello 30 litri con rfid frequenza 1/21
- mml: sacco giallo con frequenza 1/7
- carta: sacco di carta con frequenza 1/7
- forsu tramite compostiere
- tessili sanitari con bidone bianco da 120 litri 1/7, no stradale ma domiciliare
Sempre per il porta a porta dal 2 maggio 2021 sarannoi coinvolte Pierle, Mercatale, Mengaccini, S.Andrea di Sorbello. 470 utenze circa
Questi i servizi:
- rui: bidoncino+ sacchetto 30 litri con rfid con frequenza 1/7
- vetro: mastello 30 litri con rfid frequenza 1/21
- mml: sacco giallo con frequenza 1/7
- carta: sacco di carta con frequenza 1/7
- forsu: compostiere
- forsu (per circa 50 utenze del centro): mastello + sacco 20 litri frequenza 2/7 sia inverno che estate
- tessili sanitari con bidone bianco da 120 litri 1/7, no stradale ma domiciliare
Dal 01 novembre 2021 scatterà poi il Porta a Porta a Farneta e Chianacce, circa 400 utenze, con questi servizi:
- rui: bidoncino+ sacchetto 30 litri con rfid con frequenza 1/7
- vetro: mastello 30 litri con rfid frequenza 1/21
- mml: sacco giallo con frequenza 1/7
- carta: sacco di carta con frequenza 1/7
- forsu tramite compostiere
- tessili sanitari con bidone bianco da 120 litri 1/7, no stradale ma domiciliare
Per la TARI cosa ci si deve aspettare per l’anno 2021?
La TARI nel 2020 è stata mantenuta pari al 2019 in virtù della delibera di Consiglio Comunale del 31/07/2020. Considerato che il legislatore ha inteso fornire ai Comuni la possibilità di scegliere fra due diverse procedure da assumere per l’approvazione delle tariffe per l’anno 2020; visto il decreto “Cura Italia” che ha introdotto misure per semplificare la procedura di approvazione delle tariffe TARI per l’anno 2020, oltre che per differire il termine di approvazione delle medesime. In particolare si legge che “I comuni possono, in deroga all’articolo 1, commi 654 e 683, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, approvare le tariffe della TARI e della tariffa corrispettiva adottate per l’anno 2019, anche per l’anno 2020, provvedendo entro il 31 dicembre 2020 alla determinazione ed approvazione del piano economico finanziario del servizio rifiuti (PEF) per il 2020. L’eventuale conguaglio tra i costi risultanti dal PEF per il 2020 ed i costi determinati per l’anno 2019 può essere ripartito in tre anni, a decorrere dal 2021”.
Ricordo che le tariffe delle utenze domestiche sono estremamente più basse rispetto a quelle di aree territoriali limitrofe; per il 2021 la tariffa risentirà inevitabilmente di parte del conguaglio 2019 e dei costi per la riorganizzazione per il 2021. In una prima fase la riorganizzazione ha un costo per le dotazioni (mastelli, contenitori) ma vanno in detrazioni i costi per il servizio stradale. A regime i costi saranno assorbiti dalla migliore qualità del rifiuto selezionato. Inoltre ci sono criteri di premialità per i comuni che danno seguito al piano di riorganizzazione.
Durante la campagna elettorale tutte le forze politiche hanno sollevato il tema della vivibilità di Camucia, penalizzata soprattutto dal traffico veicolare. Ha pensato ad organizzare, in accordo con gli enti preposti, una campagna di analisi della qualità dell’aria e magari, di conseguenza, proporre all’assessore competente una riorganizzazione del traffico che preveda la chiusura al traffico veicolare privato di alcune strade centrali? Non potrebbe essere di aiuto anche alle attività commerciali?
Una gran parte dell’area residenziale/commerciale di Camucia è stata costruita negli anni con il criterio del “disordine”, con piani e varianti al piano regolatore che noi non abbiamo mai approvato e con i quali adesso dobbiamo fare i conti. La tangenziale che dall’area COOP si ricongiunge con l’area PEEP non riesce ad intercettare il grande traffico che si concentra, in determinate ore del giorno, nella strada provinciale che attraversa Camucia perchè le rotatorie che ti rimettono verso la città non portano ad aree di parcheggio, ma alla stessa strada provinciale o, ancora peggio, al parcheggio di piazza Sergardi attraversando tutta Camucia, per cui il parcheggio citato resta notevolmente più accessibile dalla statale ed il suo accesso contribuisce nuovamente ad intasare il traffico della strada provinciale. Pertanto un ripensamento del piano del traffico non solo è utile ma indispensabile così come l’individuazione di un’area di parcheggio a cui si deve accedere dalla tangenziale e che risulti pratica per un accesso pedonale del centro cittadino. Voglio comunque sgombrare il campo da eventuali fraintendimenti: le ZTL si fanno quando ci sono i parcheggi per i residenti e per gli utenti delle attività commerciali, gli errori fatti sul centro storico di Cortona non devono ripetersi. E’, sotto certi aspetti, innegabile che l’invivibilità del centro storico ed il suo conseguente spopolamento sìa legato, in gran parte, alla impossibilità di realizzare il naturale connubio cittadino/auto, qui infatti si registra il maggior tasso di infrazioni al codice stradale rispetto alla densità di popolazione perchè il cittadino è costretto dalle proprie esigenze abitative a contravvenire.
La pandemia dovuta al Covid-19 ha creato e crea grandi difficoltà alle imprese presenti nel nostro territorio. Cosa pensa del sistema di distribuzione dei contributi utilizzato dal governo e di quello proposto dall’amministrazione comunale, con i 100 mila euro recentemente erogati?
Il Governo, rispetto agli altri Paesi, arriva tardi e male. Anzi, per la verità, ci sono categorie completamente dimenticate dal DPCM a cui stiamo pensando noi come Comune, in aggiunta ai 100.000 euro, per rimediare a questa ingiustizia. Ma è importante ricordare che oltre queste categorie produttive che sono indubbiamente la priorità, il Governo ne ha lasciate altre a cui ha chiesto soldi a fini autorizzativi e poi non ne concede l’esercizio, valga per tutti la caccia. Restituisca i soldi almeno!
Tanti media, politici e studiosi, come pure il Papa, hanno affermato che il Covid dovrebbe stimolarci a ripensare il nostro modello di sviluppo. A Cortona lo sviluppo economico negli ultimi anni è stato sempre più legato all’industria turistica, gravemente penalizzata dalla pandemia. Non le sembra che sia giunto il momento di cambiare politica, ad esempio con scelte che ricreino un sistema economico più equilibrato e vario, non come quello attuale che nel centro storico conta 43 esercizi di somministrazione bevande e alimenti e quasi nessun negozio di prossimità al servizio dei residenti?
Coloro che sono attenti alle attività consiliari e politiche locali ricorderanno come , già ai tempi del sindaco Vignini, il gruppo consiliare di Forza Italia si sìa preoccupato di una economia legata al territorio, alle sue peculiarità agro-alimentari. Ricordo ancora una battuta dell’amico Manfreda, allora capogruppo di Forza Italia, che in consiglio comunale ricordò che ” di turismo si può anche morire ” alludendo al fatto che legando tutta l’economia ad una sola, esclusiva attività il rischio era altissimo, un pò come scommettere al Casinò tutto sul rosso o sul nero. Su questo siamo stati i primi, fu allora che parlammo di brand e della necessità di caratterizzarsi per un prodotto tipico sfruttando quello che il territorio comunale ha quale patrimonio naturale: l’agricoltura e l’allevamento in un’area vastissima, centrale e strategica.
Questi due mondi (turismo e agroalimentare) avrebbero dovuto convivere ed aiutarsi, collaborare, e la macchina comunale avrebbe dovuto spingere verso un “matrimonio” agevolando i reciproci benefici, ma non è stato così ed oggi questi mondi sono in conflitto ed il rischio è quello di un “divorzio” senza aver consumato il matrimonio. Su questo fronte il lavoro è immenso e sbaglia chi dice che si può invertire la tendenza con le sole casse comunali. Questa è propaganda, inutile e dannosa. Sono molti gli Enti che possono ma soprattutto devono intervenire perchè quel matrimonio torni ad essere possibile ed è quello che stiamo facendo ma i frutti si vedranno tra qualche anno.
Nel territorio comunale, secondo i dati della regione, sul portale AirB&B ci sono oltre 1000 (tra camere singole ed appartamenti) offerte di locali per affitti brevi. Ha pensato ad un progetto che possa favorire il ripopolamento del centro trasformando affitti brevi in affitti lunghi con contributi per facilitare l’acquisto da parte di cittadini che vogliano scegliere il centro come residenza effettiva?
Anche in questo Forza Italia ha precorso i tempi. Già nelle precedenti legislature abbiamo presentato mozioni finalizzate ad una riduzione ICI/IMU a chi avrebbe affittato case del centro storico per lunghi periodi. Siamo arrivati alla concreta possibilità di realizzare una NO TAX AREA nel centro storico per coloro che da altri comuni o nazioni decidano di scegliere Cortona quale luogo di residenza e domicilio (sulla falsariga della proposta del Portogallo ai nostri pensionati, con l’unica differenza che il Comune può però ovviamente incidere solo sulla leva delle tasse comunali).
Cortona, come tutte le città d’arte, subisce il turismo di massa “mordi e fuggi”. Non le sembra che si possa tentare di modificare l’offerta turistica in modo da attrarre un pubblico diverso?
Una certa parte di turismo è “mordi e fuggi” ed è endemica. Ma Cortona non è proprio così anche perchè non ha le strutture come dimostrano i nostri pochi parcheggi che incassano un ventesimo di quelli di San Gimignano. A onor del vero si registra un aumento della permanenza media intorno a 3.7 pernottamenti che non è proprio un mordi e fuggi. Ciò che deve essere creata è una sinergia con tutti gli operatori perché si allarghi l’utenza, soprattutto in termini di qualità, cercando di smettere gradualmente di essere stagionali ma di “allungare” le stagioni dove un certo tipo di turismo (chiamiamolo di élite) è più disponibile. Quindi iniziative importanti, interessanti che devono essere programmate in ragione triennale perché la forbice di prenotazione, specialmente nei paesi oltreoceano, varia da 6 mesi ad un anno, e devono essere diluiti in un arco di tempo superiore con le strutture che restano aperte ma ciò è possibile solo se si hanno in mano le prenotazioni molto ma molto tempo prima.
Ultima domanda. In tempi di zone rosse o arancioni, di famiglie e imprese in difficoltà, era proprio necessario investire 70 mila euro sul Natale a Cortona, quando tutti gli esperti ci dicono di evitare assembramenti e suggeriscono un Natale sobrio? Altri Comuni hanno optato per scelte diverse…
Come noto i capitoli di bilancio non si impegnano dalla sera alla mattina, nè si possono stornare dalla sera alla mattina. Avevamo impegnato le cifre necessarie ad un Natale degno di questo Comune nella speranza che non ci sarebbero state chiusure. Purtroppo il mondo intero ha chiuso e quindi risparmieremo… ma se dovessero nel frattempo riaprire noi siamo pronti e forse gli unici.