“C’era una volta una piantina di pomodoro” è il titolo di una pubblicazione che sarà ufficialmente presentata venerdì 9 novembre alle ore 16 presso la Sala “Don Enrico Marini”. Titolo emblematico per eccellenza, visto che racconta con estrema puntualità l’originale esperienza sviluppatasi a Lucignano nel 2016 tra i bambini dell’Asilo Nido e gli anziani del Centro Residenziale “Arrighi Griffoli”. Si tratta di un progetto formativo che è nato – bontà sua – quasi per caso e si è via via sviluppato in una sorta di binomio generazionale che ha per incanto prodotto una sintesi perfettamente riuscita attraverso l’apporto di due realtà così distanti sotto il profilo meramente anagrafico ma di certo pronte ad interagire in una sorta di relazione spontanea e ricca di umanità. L’Amministrazione Comunale lucignanese, con il Sindaco Roberta Casini e l’Assessore Serena Gialli, ha dunque voluto certificare in maniera concreta il risultato di un percorso congiunto che ha visto impegnati i piccoli dell’Asilo Nido e gli anziani ospiti della struttura assistenziale di Via Matteotti. Il libriccino è dunque la naturale conclusione di questo percorso educativo nel quale le due generazioni assumono a tutti gli effetti le sembianze di vere e proprie risorse per l’intera comunità locale.
Ripercorriamo molto schematicamente le tappe di questo progetto. Tutto nasce due anni fa con l’incontro delle due differenti realtà anagrafiche e la consegna di un dono da parte dei bambini che assume per così dire una dimensione quasi profetica: una piantina di pomodoro. L’incontro aveva ed ha un fine molto preciso: il piacere di stare insieme, la condivisione di valori fondamentali scoperti ed apprezzati in questo specialissimo rapporto instauratosi tra i piccoli dell’Asilo Nido e gli Anziani del Centro Residenziale. La frequentazione che si è creata ha portato alla scoperta di nuove sorprendenti situazioni: il recupero dell’autostima per i vecchietti e la voglia di imparare dai loro racconti di storie vissute per i più piccoli. La piantina di pomodoro è dunque diventata il pretesto per una relazione che nel tempo si è andata rafforzando, proprio perché legata a riferimenti inoppugnabili come il rispetto e l’attenzione, la voglia di ascolto e il bisogno di affetto. Fondamentale si è rivelato il supporto del personale docente dell’Asilo Nido unitamente a quello dell’animatrice del Centro Anziani, coinvolti a pieno titolo in questa bellissima esperienza che merita davvero un plauso da parte di tutti. Venerdì dunque si vuole rendere omaggio ad una storia semplice e contemporaneamente ricca di suggestione. La pubblicazione è la fedele testimonianza di una vicenda che esprime un altissimo valore simbolico e premia la felice intuizione del mondo della scuola e della struttura assistenziale locale, capaci di declinare una idea di formazione assolutamente coerente.
Roberta Casini sintetizza così questo splendido lavoro: “Il librettino che andiamo a presentare esprime in maniera perfetta quelli che erano e sono le nostre idee intorno al concetto di percorso educativo, calato in un particolare contesto come quello di Lucignano, ovvero all’interno di una piccola comunità che vuole conservare gelosamente la sua identità culturale. L’appuntamento di venerdì prossimo segna un passaggio importante di questo processo di formazione che riguarda un po’ tutti. Infatti l’esperienza che viene raccontata nella pubblicazione ci fa capire in modo esaustivo come il Centro Residenziale Anziani abbia nel tempo mutato la sua stessa dimensione passando da un livello esclusivamente assistenziale a luogo di recupero di abilità e capacità creative, sino a diventare parte attiva del progetto educativo dei più piccoli. Va sottolineato poi il valore aggiunto offerto da questa esperienza: l’educazione alla diversità ed al superamento degli stereotipi.”
Serena Gialli, nella sua veste di Assessore alle politiche scolastiche e sociali, dal canto suo intende ribadire altri elementi significativi del progetto: “Abbiamo voluto sperimentare una proposta che permettesse ai bambini del nostro Asilo Nido occasioni di incontri con persone adulte al di fuori dell’ambito familiare in un contesto di autentica spontaneità. Inoltre era nostra intenzione salvaguardare e allo stesso tempo enfatizzare l’impronta rurale della nostra comunità attraverso il recupero di una esperienza positiva basata in primo luogo sulla cura dell’”orto”, all’interno di un processo più vasto di educazione ambientale e di corretta alimentazione.”