Come è nata l’idea
L’idea di un luogo ove poter dipingere in libertà risale ad una decina di anni fa, quando con il mio gruppo di amici abbiamo iniziato a dipingere a casa mia, riproducendo opere di vari artisti e iniziando a familiarizzare con la tecnica dei colori, prevelentemente con l’olio.
Lo si faceva nei weekend invernali e un paio di volte è accaduto nei periodi di ferie. Di queste esperienze rimaneva diffuso nei partecipanti, oltre che il piacere di sperimentare le proprie capacità pittoriche, anche la gioia di condividere l’esperienza con altri, lo scambio di idee, i suggerimenti, la soddisfazione dei risultati.
Tale esperienza aveva rivelato a ciascuno il grande piacere di creare qualcosa sulla tela, ed al contempo aveva permesso di vivere anche un’esperienza individuale nuova e profonda, che porta comunque ad una diversa concentrazione ed a misurarsi con la propria interiorità. In più, un elemento ricorrente di questa esperienza, consisteva nel fatto che ciascuna persona che si cimentava nella pittura premettendo di essere incapace di dipingere alcunché, otteneva in ogni caso un risutato superiore a quasiasi attesa, con conseguente profonda soddisfazione individuale.
La maggiore difficoltà la si incontrava però nella scarsità di tempo da dedicare a questo genere di attività, per lo più riconducibile al fatto che, vivendo abitualmente fuori Cortona a causa del lavoro, le occasioni per organizzare tali sessioni erano assai ridotte; da vari anni mi ero ripromesso di ampliare questa esperienza non appena, smettendo di lavorare, avessi avuto molto tempo in più .
Adesso sono in pensione ed insieme ad Ilaria Volontè abbiamo cercato e trovato uno spazio (in via Dardano 44) in cui abbinare i nostri progetti:
– Ilaria ha potuto aprire “Animaprima”, un bellissimo Atelier Concept Store, che propone abbigliamento femminile e accessori senza tempo, pezzi unici e di ricerca.
– Io invece ho aperto la Factory, ove chi vuole può venire a dipingere.
E dal 1 agosto 2020 è iniziata l’avventura.
(Il termine Factory, come è facile immaginare, richiama un po’ giocosamente la famosa esperienza di Andy Wharol, che nella New York negli anni ’70, aveva organizzato un luogo di incontro di artisti che fu sede di iniziatiative di straordinaria creatività).
Come funziona
Nella Factory è possibile trovare tele, colori, pennelli, nonché, per chi non ha una idea originale da sviluppare, cataloghi da cui attingere immagini da copiare. Purtroppo in epoca di Covid 19, è necessaria molta cautela e preferisco far dipingere al massimo 5/6 persone per volta. Non è una scuola di pittura (nessuno del mio gruppo è un artista che possa insegnare ad altri), ma si forniscono alcuni rudimenti tecnici, e poi ciascuno va avanti con il proprio istinto. Col tempo poi coinvolgeremo anche dei maestri veri e propri.
Quando finirà l’emergenza Covid potremo usare lo spazio anche per incontri, letture, piccole conferenze; in generale vorrei sviluppare occasioni di narrazione (oggi si usa dire story telling) in cui coinvolgere più persone possibile. Mi piacerebbe infatti riprendere questa modalità che è stata per secoli la forma di crescita delle conoscenze in ambito popolare e che oggi soffre molto delle semplificazioni che si riscontrano nei social media. In sostanza mi piacerebbe mettere insieme occasioni di incontro in cui persone che hanno cose da raccontare (e che sappiano farlo, suscitando curiosità ed interesse) possano mettere a fattor comune le loro conoscenze ed esperienze. In questo senso vorrei anche che la Factory si caratterizzasse come un luogo in cui il rapporto umano sia fondamentale, dove si cerca di crescere in una modalità più semplice, diretta, amichevole e pacifica con gli altri, sperimentando un’esperienza di narrazione, di condivisione, di benessere, di socialità diretta e non mediata.
Come sta andando
Dal primo di agosto abbiamo avuto circa cinquanta persone che sono venute a cimentarsi, compresi alcuni bambini. Le opere prodotte sono davvero interessanti, alcune molto belle, realizzate per lo più da giovani alla prima esperienza pittorica, e questo dà una grande soddisfazione. Le opere restano in Factory ad asciugare, poi ciascuno deve lasciarne una in Factory per memoria della propria esperienza. Per adesso non vendiamo le opere realizzate, in futuro si vedrà.
Credo comunque che la Factory costituisca un esperimento sociale di fruizione dell’arte unico nel suo genere, un prototipo molto interessante, per aggregare persone in esperienze non banali che riportano ad una base culturale importante. L’esperienza della Factory può essere così un antidoto a certe forme di spersonalizzazione che imperversano oggi, e può costituire un valore aggiunto per un luogo come Cortona, che con l’arte, la bellezza ed il benessere può trovare una ulteriore valorizzazione ed una identità per gli anni a venire.
Le mie esperienze pregresse
Non mi reputo un artista, non ho studiato arte (anche se sono molto interessato alla storia dell’arte), nella mia vita ho fatto cose molte più prosaiche: ho lavorato per 40 anni in Ferrovie dello Stato, iniziando come operaio, crescendo nel tempo e svolgendo negli ultimi 20 anni il ruolo di dirigente di Risorse Umane in Trenitalia. Mi piace comunque dipingere e giocare coi colori, senza preoccuparmi del valore dei dipinti realizzati. La Factory sarà comunque un’occasione per me per accrescere le mie capacità pittoriche e sicuramente per collaborare con persone interessanti. Mi piacerebbe poter dire domani che è stata la mia migliore opera d’arte.
ALDO CALUSSI